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martedì, Aprile 30, 2024

Tredici anni fa l’incidente ferroviario di Viareggio. Un dolore che non sarà mai possibile cancellare

Fra il 29 e il 30 giugno 2009 – tredici anni fa – poco prima di mezzanotte un irreale lampo rosso-arancio illuminò Viareggio dalle parti della stazione ferroviaria ed un boato che non sembrò aver fine la svegliò di soprassalto. Era esploso un carro merci che trasportava GPL e dall’immediato ad alcuni mesi di distanza ben trentadue furono le vittime, alcune addirittura senza accorgersene, altre dopo atroci sofferenze in vari ospedali d’Italia.

Fu una tragedia dai contorni apocalittici, imprevedibile e imprevista, le cui gravi responsabilità, purtroppo, sono ancora in mano ai giudici di un infinito processo che, forse, sta per concludersi. Tutto è dipeso dalla complessità della materia, dal rimpallo delle colpe, dalle rogatorie internazionali causate dalla proprietà dei carri, dalle revisioni e dalla manutenzione degli stessi e – non ultima – da elementi fissi che forse non avrebbero dovuto esserci lungo la massicciata.

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Resta comunque il fatto incontrovertibile delle trentadue vittime, degli innumerevoli feriti e soprattutto del dolore dei congiunti che hanno perduto i loro cari senza un perché. A parte il cavalcaferrovia in ferro, presso il quale esplose il carro e che è stato abbattuto, tutti gli altri danni materiali sono stati infatti riparati, comprese le case che per l’esplosione andarono distrutte dando un nuovo volto alla via Ponchielli – che corre parallela alla ferrovia – per il traffico ciclabile con l’adiacente verde attrezzato, per cui tutto è tornato come prima, anzi per certi aspetti meglio di prima. Resta comunque il dolore che non potrà certo essere cancellato e che rimarrà per sempre nel cuore e nell’animo di chi ha perso i suoi cari, certamente per colpa di qualcuno.

Il problema della sicurezza nel trasporto delle merci pericolose è quindi un tema che deve essere ancora risolto, perché troppi problemi si frappongono alla sua risoluzione definitiva. E’ già stato analizzato diverse volte, senza che per il momento siano stati fatti passi avanti per la costituzione di quel centro permanente che avrebbe dovuto portare ad una seria valutazione dei rischi sul trasporto, appunto, delle merci pericolose. Idee e proposte vennero già avanzate nel 2013, ma siamo nel 2022 e siamo sempre al punto di partenza. L’inesorabile trascorrere del tempo, infatti, allontana la tragedia di Viareggio da chi dovrebbe prendere decisioni appropriate, per cui è sintomatico che ogni anno il 29 giugno a Viareggio venga solennemente ricordato l’anniversario della tragedia con una cerimonia pubblica che a distanza di tempo è rimasta invariata, anche se quest’anno gli organizzatori – con ovviamente in prima linea l’associazione “Il mondo che vorrei” di cui fanno parte  soprattutto i familiari delle vittime – non hanno invitato il Comune di Viareggio perché non è più parte civile.

Trentadue battiti di campana e trentadue nomi letti presso la Casa dei ricordi dopo che il corteo dei partecipanti alla commemorazione avrà attraversato le vie della città. Nel corso della giornata, poi, i macchinisti che guidano i treni in transito o che si fermano alla stazione, da tredici anni fischiano in continuazione come segno di memoria di una tragedia non annunciata.

Mario Pellegrini

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