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martedì, Aprile 30, 2024

“Il colore delle emozioni”: espongono i pittori viareggini Dolfi, Ramacciotti e Nuti

Marco Dolfi, Paolo Nuti e Lisandro Ramacciotti sono tre pittori viareggini che si presentano presso la “Galleria Europa” – in viale Europa 41 a Lido di Camaiore – in una collettiva dal titolo “Il colore delle emozioni” curata da Filippo Lotti. Aperta da mercoledì 20, alle ore 21 di mercoledì 3 agosto i tre artisti incontreranno il pubblico in un libero dibattito. La chiusura è prevista per il 7 agosto.  

Nati a Viareggio intorno agli anni ’50 dell’altro secolo, quindi pressoché coetanei, “hanno catturato con il loro pennello tutta la migliore tradizione della pittura toscana”: così Silvia Dolfi nella presentazione della mostra, che offre una selezione piuttosto corposa del loro diversificato discorso pittorico. E anche molto spesso contrastante nelle atmosfere, nei colori e nei soggetti. Una “collettiva” quindi non ripetitiva, ma dove gli autori mettono in mostra le loro singole personalità. Infatti se Marco Dolfi espone un’equilibrata selezione dei suoi soggetti preferiti, come nature morte, ritratti, pinete e mare, cioè il mondo in cui ha sempre vissuto; Paolo Nuti, dalla critica definito “iperrealista” si può ammirare il suo mondo intimista, familiare, dove i soggetti esprimono quasi il suo “alter ego”, in particolare uccelli, pesci, barche, fiori e frutta in atmosfere quasi irreali dove il colore assume un’importanza determinante. Infine Lisandro Ramacciotti – come conseguenza alfabetica – dove nella sua pittura domina un “colore pastoso, materico, sfumato, quasi rarefatto”: quasi sempre relativo a figure di donne dallo sguardo penetrante.

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Come si può constatare si tratta di una mostra che presenta tre tipi di pittura, tutti comunque riconducibili ad una viaregginità piuttosto corposa, tanto da far scrivere a Silvia Dolfi che “la loro è una pittura raffinata vicina ad un realismo mai descrittivo, ma dagli echi suggestivi perché la trascrizione della realtà è subordinata a valenze emotive, esorcizzando il rischio di una pedissequa ‘imitatio’ ed accelerando l’evocazione poetica”.

Mario Pellegrini

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