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venerdì, Novembre 22, 2024

Competenza, rispetto e coraggio: queste le parole d’ordine per cambiare l’Italia con i fondi del PNRR

Il PNRR è un’occasione storica e irripetibile per rilanciare l’Italia e migliorare la vita di tutti noi. Una guida ai cantieri della ripresa sarà pubblicata sul  prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia, finanza e cultura diretto da Gianfranco Antognoli.  Nell’articolo – intitolato “Parole d’ordine per cambiare in meglio l’Italia. Competenza, rispetto e coraggio” –  sono indicate le aree tematiche dove effettuare gli investimenti e con quali modalità.  

Sono le parole fondamentali per il piano di rilancio effettivo del nostro Paese. Un vero e proprio “patto per lo sviluppo” proposto da Mario Draghi che coinvolge tutti, pubblico e privato, ed ha come risultato atteso un Paese diverso e migliore di quello che era prima della pandemia. Il PNRR è un’occasione storica e irripetibile per migliorare sostanzialmente la vita di tutti noi. Vediamo i cantieri della ripresa.

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Digitale e sostenibile

Il punto è quanto il piano riuscirà ad innescare il vero cambiamento del nostro Paese, quanto riuscirà a renderlo più digitale, più sostenibile, più attrattivo per gli investitori anche esteri. E quanta occupazione potrà creare per giovani e donne, non c’è ripresa né resilienza senza lavoro, senza effettiva maggiore occupazione. Per questo la scadenza del 2026 è un’occasione irripetibile. Occorre un nuovo modo di agire della pubblica Amministrazione. Ci sarà bisogno di personale più motivato ma anche di cittadini più consapevoli. Si tratta di un debito buono per la crescita, un impegno insieme ad una grande responsabilità verso le nuove generazioni.

Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

Sono le misure principali di tutto il piano. La pubblica amministrazione sarà chiamata a fare una svolta radicale per rendere fruibili a cittadini ed operatori tutti i servizi in sicurezza, in forma digitale, rispettando tutti i bisogni: occorre accorciare i tempi della giustizia e della burocrazia.

Rivoluzione verde e transizione ecologica

Qui si trova la cifra più alta, quasi 60 miliardi, del PNRR pari ad oltre il 30% dell’intero piano. Qui occorre incentivare la sostenibilità sociale ed economica con interventi che coinvolgano l’agricoltura, i rifiuti, l’utilizzo delle risorse rinnovabili e la difesa della biodiversità del territorio. I componenti essenziali del piano sono economia circolare e agricoltura sostenibile, energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, tutela dell’assetto del territorio e delle risorse idriche… La strada iniziata con i bonus è avviata, ma deve essere completata anche con controlli rigorosi che non consentano utilizzi impropri.

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Significa incremento del trasporto merci, da gomma a ferro, e – dobbiamo sottolinearlo – oltre la metà delle risorse è destinata giustamente al Mezzogiorno. La situazione attuale che preferisce la strada al treno ha conseguenze pesanti sul traffico, sulla sicurezza e sull’impatto ambientale. In parallelo ci sono le necessità di monitoraggio dei ponti, dei viadotti, dei cavalcavia e soprattutto il trasferimento di queste funzioni a chi, come ANAS, ha capacità di manutenzioni migliori rispetto agli enti locali.

Istruzione e ricerca

Obiettivo fondamentale è rendere più stretta la relazione indispensabile e, per la verità non sempre presente, tra formazione e mondo del lavoro. Un aspetto molto preoccupante e da migliorare sensibilmente è il basso livello di spesa in ricerca e sviluppo.

Inclusione e coesione

L’occupazione femminile verrà potenziata dal piano attraverso lo sviluppo dei centri per l’impiego, gli incentivi all’imprenditoria femminile, un nuovo sistema di certificazione della “parità di genere”. È una missione “trasversale” che ha indubbiamente un grande rilievo strategico per l’intero PNRR. Mario Draghi ha in più occasioni rimarcato l’importanza strategica di questa missione: con investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori nonché misure specifiche forti necessarie per favorire l’occupazione giovanile e femminile: il mercato del lavoro deve essere riformato per “tirare a bordo” le nuove generazioni, essenziali ad un moderno processo produttivo.

La salute

La pandemia ha dimostrato quanto sia fondamentale e primario il servizio sanitario. Due sono gli obiettivi di fondo nel PNRR per la sanità: il miglioramento delle strutture ospedaliere e la necessità urgente di lavorare per un’assistenza di prossimità più diffusa su tutto il territorio, a garanzia delle persone più fragili; l’aggiornamento tecnologico e digitale è indispensabile per la raccolta obbligata dei dati epidemiologici, il fascicolo sanitario elettronico e la fornitura a tutti dei servizi essenziali di base. Si tratta di obiettivi strategici che vanno ben oltre l’emergenza pandemica… È necessario ripristinare e potenziare gli organici medici e paramedici, così come deve essere salvaguardata la medicina territoriale di base con il coinvolgimento dei medici di famiglia.

Conclusione

Occorre “rigenerare” il nostro Paese, attraverso tutte le sue strutture portanti, cambiando anche l’approccio metodologico che deve avere come obiettivo primario e qualificante il miglioramento del tenore e della qualità della vita dei cittadini. Non si può continuare a consumare il territorio come fosse una risorsa illimitata. I temi ecologici debbono riconquistare un nuovo spazio esistenziale: piantumazione, riforestazione, meno auto… occorre creare una nuova sicurezza alimentare e rivedere in meglio la stessa mobilità delle persone nelle città, nei quartieri, nelle campagne e nelle periferie urbane. Si tratta di un impegno molto forte, che deve essere affrontato dalla classe dirigente, ma anche da tutti i cittadini con saggezza, competenza, rispetto e coraggio. Solo in questo modo, tenendo alti i valori morali della convivenza civile, potremo riuscire a cambiare il Paese, a far sopravvivere e a rafforzare la democrazia partecipata, evolvendo e difendendo lo Stato Sociale del quale dobbiamo essere tutti assertori più convinti e al quale diciamo di essere tutti, almeno a parole, “affezionati”.

Articolo pubblicato originariamente su Amici del Cervello Anno XII – Numero 1

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