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venerdì, Novembre 22, 2024

La tempesta perfetta dei costi energetici per le imprese: rincari fino al 500%. Sos di Confartigianato

L’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas hanno causato negli ultimi 12 mesi rincari addirittura fino al 500%, aumenti alimentati da fattori oggettivi e dalla forte spinta della speculazione.

Roberto Favilla, Direttore di Confartigianato Imprese Lucca, sottolinea la necessità di contrastare con vigore il caro bollette con interventi massicci da parte del governo potenziando le misure già adottate dall’attuale esecutivo, prevedendo l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la riconferma del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore e, non da ultimo, arrivare a stabilire un limite europeo al prezzo del gas.

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“Parallelamente agli interventi per l’immediato – spiega – occorre adottare anche misure strutturali, oltre a prevedere soluzioni di lungo periodo come l’aumento dell’estrazione del gas in Italia o una diversificazione di tutte le fonti di approvvigionamento senza veti ideologici. In aggiunta a ciò imprese e famiglie dovrebbero poter essere agevolate sull’autoproduzione energetica con il fotovoltaico, anziché trovare molto spesso ostacoli di tipo burocratico”.

“A questi costi – aggiunge Favilla – sono da assommare inoltre i forti incrementi dei prezzi delle materie prime, nonché i costi di produzione, come quello per gli imballaggi, dalla plastica al vetro fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti. Fino a questo momento le imprese hanno evitato di scaricare l’incremento dei costi sui prezzi al consumo, nella maggior parte dei casi lavorando anche in perdita, ma queste scelte non possono essere irreversibili. Se la corsa del prezzo del gas continuerà anche in autunno le imprese si ritroveranno a dover applicare una sospensione o una forte limitazione alla produzione con il rischio concreto di andare incontro alla definitiva chiusura. E allo stesso modo, se le famiglie si troveranno ad affrontare un costo più elevato dell’energia i consumi rallenteranno; e ugualmente saranno le imprese ad essere ancor più gravate al punto da dover ribaltare i maggiori costi sui prodotti al consumo, determinando lo stesso risultato”.

“Non c’è più tempo – conclude Favilla – . C’è il rischio di ritrovarsi in una situazione da ‘autunno caldo’ di lunga memoria tra i cui effetti vi sarebbe la rimessa in discussione di quegli equilibri di pace sociale rappresentati dagli accordi tra imprese e sindacati, raggiunti grazie all’impegno profuso dalle rispettive rappresentanze e che hanno contribuito decisamente ad accelerare lo sviluppo economico dell’Italia”.

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