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martedì, Novembre 26, 2024

“NecrOrologi”, in mostra i piccoli robot realizzati da Alberto Magnolfi con componenti di vecchi meccanismi

“NecrOrologi”. Captcha non sono robot. Si tratta della mostra che sarà inaugurata sabato 29 ottobre, dalle 19, all’interno del locale Luna Romana in via Pietra a Padule 3096, vicino al Museo Archeologico di Massaciuccoli. 

“In un mondo in cui gli algoritmi possono determinare o impedire i nostri successi professionali, pubblici, privati e amorosi – spiega l’artista Alberto Magnolfi – può anche capitare che un computer possa chiederci la prova che noi non siamo dei Robot. Ognuno di noi, infatti, navigando in Internet si è spesso imbattuto nella strampalata autodichiarazione ‘Io non sono un Robot’. Si tratta del test Captcha, un sistema studiato per stabilire se l’utente di un servizio web sia un essere umano e non un computer o, più precisamente, un ‘Bot’. La sigla Captcha è un acronimo inglese, indica un test completamente automatizzato che, paradossalmente, non richiede di norma interventi umani”.

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Parafrasando questi illogici ma autentici presupposti il professor Alberto Magnolfi, insegnante di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci di Viareggio, ha realizzato una serie di piccoli Robot partendo da vecchi componenti meccanici a carica. I suoi artefatti analogici, simili ad automi semoventi, arricchiti dai preziosi materiali contenuti nella cassa di longevi ma ormai esausti orologi, prendono ironicamente il nome “NecrOrologi”. Trattandosi di residui, rimasugli e avanzi possiamo tranquillamente affermare che si tratta di “Robotica Avanzata”.

Un micro robot ispirato a Picasso

“L’origine stessa della parola ‘Robot’ – commenta Magnolfi – potrebbe apparire poco moderna e dignitosa, risalendo dall’antica espressione slava ‘Robota’ che significava ‘Lavoro forzato’ o ‘Servitù’. L’attualizzazione del termine è dovuta allo scrittore ceco Karel Capek, che lo utilizzò per la prima nel 1920 in un dramma per definire un operaio artificiale. Nel 1950 il padre dell’informatica Alan Turing elaborò poi una teoria in base alla quale un robot sarebbe in grado di imitare il comportamento umano. Partendo da quel concetto l’intelligenza artificiale ha poi compiuto passi da gigante, ma la base fondamentale resta la stessa. Nonostante la macchina possa imitare l’uomo, c’è sempre almeno una caratteristica di fronte alla quale le macchine si trovano di fronte a difficoltà che non riescono a superare, per fortuna. Una di queste è proprio il test Captcha”.

Insieme ai “MicRobots” del professor Andrea Moneta, al materiale tecnologico “SuperFluo” di Luca De Gaetani e ai “Fish & MicroChips” di Alberto Magnolfi, saranno presentati i nuovi ornamenti, orecchini e pendenti Captcha.

Van Gogh in versione… robot

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