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venerdì, Novembre 22, 2024

A Viareggio con il treno dei ricordi. Un omaggio a Bergamini e Signorini, appassionati divulgatori della storia della città

Francesco Bergamini e Franco Signorini, il primo direttore del “Centro Documentario Storico di Viareggio” e il secondo grafico impareggiabile, ebbero a costituire una coppia che hanno lasciato il segno nel documentare la storia della città con particolare riferimento all’epoca della navigazione a vela.

Ne è probante testimonianza una vecchia pubblicazione fotografica che, appunto curata da Francesco Bergamini e impostata graficamente da Franco Signorini, venne data alle stampe nel novembre 1992 dalle “Arti Grafiche Mario e Graziella Pezzini” per contro della “Pezzini Editore”. Senza nulla aggiungere e nulla togliere alle proprie capacità di operare nei rispettivi campi professionali, questo lavoro che raccoglie una sintesi esaustiva di immagini, costituisce a distanza di tempo un autentico testamento culturale di come questi due personaggi seppero contribuire, pur partendo da esperienze diverse, ad una “riproposta” culturale e ragionata di una realtà urbana che, come già aveva fatto Mario Tobino nel libro “Lungo la spiaggia e di là dal molo”, praticamente da tempo era scomparsa.

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Imbarcazioni nel porto, un’altra immagine del libro di Bergamini e Signorini

Solo che leggendo le pagine scritte del “figlio del farmacista”, dove a volte si sfiora la poesia in “A Viareggio con il treno dei ricordi” la realtà scomparsa torna prepotentemente alla luce, per di più in una sequenza di immagini che dimostrano come fosse la vita in un agglomerato urbano che aveva lasciato alle spalle la sua origine nella “terra del diavolo”, ma che ancora non aveva trovato la strada del suo futuro. Quindi un volume che è da considerarsi la prova più autentica di una realtà che ormai – appunto – esiste soltanto “con il treno dei ricordi”.

“E’ un viaggio nel passato che dovrà stimolarci ad intraprendere quello ben più impegnativo verso il futuro, di cui noi tutti siamo responsabili”: così conclude la prefazione di Francesco Bergamini al proprio volume, assemblato da Franco Signorini nelle foto, che poi si completa nella stesura delle didascalie che ad una ad una le accompagna. Senza ombra di dubbio si tratta di un testamento spirituale a corollario di una vita dedicata interamente a quel “Centro Documentario Storico del Comune di Viareggio” che prima lui contribuì a far nascere e poi a crescere e sviluppare in alcune stanze terrene del “Palazzo delle Muse”.

Una storica veduta della Passeggiata

E’ stato quindi logico e conseguente che la documentazione fotografica di cui poteva disporre fra gli antichi scaffali che tappezzavano le pareti della sua angusta stanza di lavoro, prima o poi trovasse una collocazione articolata e ragionata in una pubblicazione che venne a sancire in via definitiva quanto già ampiamente illustrato nell’altra sua pubblicazione “Viareggio: mille e una notizia”.

Francesco Bergamini non volle mai essere definito uno “storico”, ma più semplicemente un raccoglitore e diffusore di notizie, ma è sin troppo evidente che se oggi si vuol conoscere la “storia” di Viareggio nei minimi particolari, è indispensabile ricorrere ai suoi scritti, alle sue descrizioni di personaggi e ambienti che appartengono al passato. In una parola, dal “Castrum de Via Regia” alla seconda guerra mondiale Viareggio vive nelle sue pagine, nelle fotografie che ha saputo conservare e dare alle stampe, perché non se ne perdesse la memoria.

Il rientro del “Barcobestia” (tutte le foto sono tratte dal libro “A Viareggio con il treno dei ricordi”)

E qui non bisogna dimenticare Franco Signorini: un grafico che a Viareggio, e non solo, ha lasciato il segno. Per cui non è certamente fortuita la sua scelta per l’impostazione grafica di “A Viareggio con il treno dei ricordi”, anche se c’è da dire che la collaborazione fra questi due autentici personaggi della cultura viareggina non si è ovviamente limitata alla realizzazione di quest’ultimo lavoro. Ebbene a venti anni di distanza dalla sua uscita in libreria – recentemente se ne è fatta una ristampata in copia anastatica – ci è sembrato opportuno riproporre all’attenzione dei lettori questa pubblicazione, oltre che ricordare Francesco Bergamini e Franco Signorini, appunto, cui ci legò una fraterna amicizia e una fattiva collaborazione di lavoro.

Mario Pellegrini

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