L’arrivo del maltempo con pioggia ed abbassamento delle temperature in Toscana salvano le campagne dalla siccità ma continua a restare altissima la preoccupazione degli agricoltori per i livelli della falda di alcuni dei principali corsi d’acqua come il Lago di Massaciuccoli, il Serchio o l’Arno o di laghi come quello prosciugato di Vagli, in Garfagnana, da cui sono riemersi i resti del paese fantasma. E’ quanto afferma sul proprio sito Internet Coldiretti Toscana sulla base del bollettino dell’Anbi Nazionale.
“Servono piogge abbondanti e neve nelle prossime settimane ed anche nei prossimi mesi per tentare di recuperare il pesante deficit accumulato nel 2022 e ripristinare così le scorte sulle montagne, negli invasi, nei laghi e nei terreni – spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – . Ad un fine agosto e settembre insolitamente piovoso che ci hanno permesso di avere un buon raccolto di colture importanti come il vino, l’olio ma castagne e funghi, non è purtroppo seguito il classico autunno. E’ stata un’estate lunghissima ma anche la prossima rischia di essere altrettanto difficile con questi presupposti. La situazione regionale continua a destare però molti timori. Senza acqua non può esserci agricoltura e ne cibo e questo ci espone a rischi pesantissimi dal punto di vista ambientale, economico e sociale”.
“Nel mese di ottobre – riferisce Coldiretti Toscana – , fra i più secchi della storia ed il più caldo degli ultimi 70 anni come rilevato dal Consorzio Lamma, il deficit pluviometrico regionale medio ha raggiunto il 93,7% con 112,8 millimetri in meno, combinandosi con temperature medie, che hanno superato ogni record. Secondo il bollettino dell’Anbi Nazionale i livelli di falda hanno segnato il livello più basso mai raggiunto, così come il lago di Massaciuccoli (–52,2 centimetri sullo zero idrometrico, quando il livello minimo registrato nello scorso ventennio è stato di cm. -29) o il fiume Serchio, che supera appena il Deflusso Minimo Vitale e l’Arno, che rimane ancora sotto media con una portata di soli 7,68 metri cubi al secondo. Che la situazione continui a restare critica – sottolinea Coldiretti Toscana – lo ha evidenziato anche l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale confermando il livello alto di severità idrica del distretto”.
A preoccupare – prosegue Coldiretti Toscana – è anche il brusco abbassamento delle temperature dopo le alte temperature di ottobre che hanno mantenuto verde la vegetazione, con la caduta delle foglie in ritardo e, in alcuni casi, fenomeni di fioriture fuori stagione, fatto che rende le piante più sensibili al freddo con il conseguente rischio di diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni, perché le gemme a fiore aperte non fioriranno la prossima primavera”.
Per dare risposte in tempi brevi alle conseguenze dei cambiamenti climatici a livello regionale, Coldiretti Toscana afferma di partecipare attivamente al tavolo voluto dal Presidente Eugenio Giani per l’attuazione di un piano invasi: “Servono invasi, laghetti ed infrastrutture di stoccaggio delle acque, anche di piccole dimensioni per recuperare le acque piovane, sparsi su tutto il territorio regionale da cui le aziende possono attingere per far fronte ai momenti di scarsità idrica – spiega conclude il presidente regionale Filippi – ed investimenti crescenti sull’agricoltura 4.0 per migliorare la competitività delle imprese e la sostenibilità delle produzioni agricole”.