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lunedì, Novembre 25, 2024

Il 7 dicembre Giorgio Michetti avrebbe compiuto 110 anni. Cosa resta del profondo legame dell’artista con Viareggio

Il 7 dicembre 1912 nasceva a Viareggio Giorgio Michetti, pittore, grafico e affreschista di fama europea. Il 7 dicembre prossimo pertanto avrebbe compiuto 110 anni, e lui – per la volontà e la voglia di lavorare che l’aveva sempre contraddistinto – ci sarebbe voluto arrivare tanto volentieri, ma la mattina del 19 giugno 2019 la morte lo colse all’improvviso nello studio che teneva sempre aperto in via San Francesco. Uno studio che da circa un mese aveva trasformato in mostra permanente e dove apparivano tutte le opere ancora in suo possesso, come una specie di testamento artistico a futura memoria.

Allontanatosi giovanissimo dalla sua città per approdare a Milano, in terra lombarda e nella Svizzera italiana – dove tutt’ora si conserva gran parte della sua opera pittorica e affreschistica – all’età di 65 anni torna a Viareggio nel 1977. Accolto come meglio non si poteva, l’allora Assessorato alla Cultura del Comune gli organizzò quasi contemporaneamente un’antologica nelle sale di Villa Paolina, addirittura fra le mostre di Renato Guttuso e Primo Conti. Qui infatti venne esposta un’ampia selezione di sue opere eseguite fra il 1928 e il 1977, appunto, fra le quali alcune di quelle apparse nel 1929 a Castiglioncello nella sua prima mostra pubblica allestita nelle sale di quel Comune.

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E questa è una data molto importante, perché passarono ben 37 anni perché Giorgio Amilcare Michetti – questo il suo nome completo – si presentasse di nuovo in pubblico presso la “Galleria Dante” di Lugano, dove poi ebbe a tornare per l’enorme successo riscontato nel 1974, nel 1978 e nel 1985 quando era già rientrati nella sua città natale. Senza poi dimenticare, tanto per restare in terra elvetica, le grandi mostre tenute a Locarno ed a Berna.

Ma nell’eccezionale curriculum di questo artista che, come si è detto, ha spaziato dalla pittura all’affreschistica, alla grafica, addirittura alla pittura “anamorfica” – cioè sulla scomposizione delle immagini – un posto di assoluto rilievo spettano ai numerosi affreschi che si possono ammirare presso la Presidenza del CONI a Roma, nel Tribunale di Desio, nella Sala Consiliare del Comune di Seregno e nella chiesa di Sant’Andrea di Peschiera del Garda. Sue importanti opere si trovano infine presso il Museo di Cracovia in Polonia e di Durazzo in Albania, la Pinacoteca di Marsala e nella collezione della Banca di San Marino. Infine una brevissima sintesi delle grandi esposizioni, come quella del Salone d’Autunno nel “Gran Palais” di Parigi, nella “Tessiner Gallery” di St. Louis nel Missouri, a St.Francisco in California ed a Toronto in Canada.

Questo è stato ed è Giorgio Michetti che comunque non ha dimenticato la sua Viareggio con i quadri molto salmastrosi delle sue marine, delle sue vele, dei suoi pescatori, dei suoi gabbiani volteggianti in orizzonti senza fine. Senza dimenticare le lezioni di disegno che a più riprese ebbe a fare agli studenti del Liceo Scientifico “Barsanti e Matteucci” qui invitato dal professor Alberto Magnolfi. Infine da non dimenticare che l’ultima opera cui il nostro aveva rimesso la mano era una vecchia cartella in cui graficamente aveva disegnato la “Viareggio scomparsa” aggiungendovi riferimenti al presente. Un manifesto a futura memoria in cui la Viareggio dei sogni non esisteva più.

Dal 19 giugno 2019 la serranda del suo studio in via San Francesco non si è più aperta, quasi che di Giorgio Michetti si sia perduta ogni traccia. Non abbiamo infatti dimenticato le parole che l’artista ebbe a dirci in occasione della presentazione della sua opera sulla tragedia della stazione di Viareggio del 29 giugno 2009: “Malgrado l’interesse, i complimenti e le promesse, nessuno ha voluto”.
Mario Pellegrini

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