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venerdì, Novembre 22, 2024

“Bene il price cap, ma servono una politica energetica nazionale e sostegni: no al taglio degli oneri di sistema”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Tiziano Pieretti, vice presidente Confindustria Toscana Nord con delega all’energia, sulle politiche nazionali ed europee sulle problematiche del settore.

E’ stato sicuramente importante raggiungere, a livello europeo, l’accordo sul price cap: l’intesa, grazie ai parametri Identificati, restituisce stabilità al prezzo del gas  (che comunque rimane alto per le industrie), e nel rispetto delle regole del mercato, individua  e neutralizza fattori speculativi; era un obiettivo che, anche come Confindustria Toscana Nord, definimmo prioritario, ed è giusto registrare con soddisfazione il suo ottenimento.  

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La partita tuttavia non si chiude qui, poiché energia e gas sono fattori competitivi;  auspichiamo quindi che il nostro Paese si dia una politica  che affronti definitivamente alcuni temi cardine: ad iniziare dal disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica da quello del gas, e dalla necessaria dotazione di impianti capaci di sottrarci alle intemperie geopolitiche che non siamo certamente in grado di  governare. Scelte in questo senso non sono più rinviabili, se si vuole conservare il patrimonio di industrie e servizi avanzati che sono il vero motore del Paese. 

Purtroppo, in attesa di  iniziative di più ampio respiro, a livello nazionale, preoccupa invece la previsione contenuta nel ddl bilancio, che, non tagliando gli oneri di sistema per le potenze sopra i 16,5 kW, finirà per colpire la totalità delle industrie manifatturiere e sull’intero mondo produttivo italiano. Secondo il panorama che si va profilando, gli unici sollevati dagli oneri di sistema resterebbero famiglie e piccole attività artigianali. Nel primo trimestre del prossimo anno rimarrebbe il solo  credito d’imposta; misura tuttavia subordinata alla capienza fiscale e quindi fruibile soltanto da chi ancora ha capienza per ottenere questo vantaggio. 

La delusione, da questo punto di vista, è tanto maggiore se si pensa agli impegni assunti dal Governo, che fin dal suo esordio dichiarò di considerare il rilancio del Paese basato sul sostegno alle imprese: non vorremmo che questo provvedimento, unito ad altri annunciati (mancato rinnovo  di crediti di imposta per ricerca e sviluppo e interventi al ribasso per il pacchetto Transizione 4.0, per non parlare del mancato taglio al cuneo fiscale, vera misura antinflazionistica ma di cui non vediamo traccia  concreta nei provvedimenti di fine anno)  indicasse la linea di politica industriale nazionale che ci dobbiamo attendere da qui in poi.

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