A Viareggio apre i battenti un nuovo istituto di credito: è Banca Progetto e avrà sede in via Garibaldi, quella che lo chansonnier Egisto Malfatti chiamava la “via dei soldi” per il gran numero di sportelli bancari che c’era un tempo. Il fenomeno della chiusura degli sportelli, le nuove tendenze del credito, le banche fintech e i problemi delle imprese nel trovare finanziamenti sono al centro di un’intervista con l’esperto di economia e finanza, Gianfranco Antognoli.
Cosa sta succedendo al mercato del credito?
“Il mercato del credito dal 2008 ad oggi ha subito notevoli trasformazioni. Il fenomeno del credit crunch (stretta creditizia) è ormai superato ma i criteri di valutazione di accesso al credito si sono inaspriti e si caratterizzano ancora per tempi di risposta ‘lunghi’. Le Piccole e medie imprese si trovano oggi a gestire un rapporto con le banche sempre più complesso, distante dalle esigenze degli imprenditori”.
Perché questo rapporto è così complesso?
“Queste difficoltà sono oggi ulteriormente accentuate dalla progressiva riduzione del numero delle banche sul territorio, originate sia da operazioni di aggregazione bancaria che da operazioni di contrazione dei costi. Un fenomeno sotto gli occhi di tutti, meglio rappresentato dai numeri estratti dal bollettino 2022 della Banca D’Italia: nell’ultimo decennio il numero delle banche a disposizione delle PMI si è ridotto del 35%”.
Come si è manifestato questo fenomeno?
“Nella logica di contrazione dei costi le banche hanno deciso di diminuire le filiali bancarie ed i presidi territoriali. La razionalizzazione della rete distributiva ha riguardato soprattutto i gruppi diversi da quelli cooperativi, che dal 2012 hanno diminuito in maniera consistente il numero sia degli sportelli (-34%) sia degli addetti alla rete territoriale (-14%). Tale fenomeno è stato ancor più accentuato nel centro Italia che ha visto riduzioni più marcate (-39% banche, -35% sportelli, – 19% dipendenti)”.
Quali sono state le conseguenze?
“Questa tendenza che di fatto si è tradotta in una diminuzione dell’offerta di credito alle imprese da parte dei canali tradizionali, ha spinto le banche a sviluppare i canali distributivi digitali per l’offerta di servizi finanziari. La novità più importante è quella delle banche fintech che hanno il compito di integrare l’offerta creditizia”.
Come è cambiato il mondo del credito a livello locale?
“Per fare un esempio, anche a Viareggio, nella ‘Via dei soldi’ come chiamava Egisto Malfatti la Via Garibaldi, alcuni sportelli bancari hanno chiuso o cambiato le insegne e nuovi operatori operano in un mercato più specialistico. Oggi l’apprezzabile generalista, come il direttore di banca di un tempo, purtroppo spesso è inadeguato rispetto agli attuali nuovi tempi che impongono specialisti in tutti i settori anche in un mercato importante come quello di banca e finanza”.
Cosa si può fare per aiutare le imprese a migliorare il rapporto con le banche?
“Un esempio in questa direzione è rappresentato da Aura intermedia, la società che oggi rappresento, che è iscritta all’albo degli agenti in attività finanziaria ed è agenzia monomandataria Banca Progetto. In accordo con la Banca, stiamo avviando un’idea in controtendenza con quello che sta accadendo sul territorio. Mentre le banche stanno chiudendo le filiali, noi abbiamo intenzione di aprire una agenzia fisica nel centro di Viareggio, in via Garibaldi, strada simbolo del distretto finanziario della Città”.
Voi avete già una sede a Viareggio, giusto?
“Esatto, ma siamo inseriti all’interno di uffici direzionali. Aura intermedia è l’unica agenzia convenzionata con Banca Progetto in Toscana e ora il nostro obiettivo è quello di essere ancora più visibili e vicini alle imprese… La fattibilità di un progetto finanziario non può tradursi solo nell’analisi di numeri espressi dall’azienda su base storica, ma deve necessariamente integrarsi con la capacità di valutare le persone ed i progetti imprenditoriali”.
Qual è la vostra caratteristica operativa?
“Il nuovo ufficio sarà a disposizione di tutte le imprese di Viareggio e della Toscana per valutare ogni tipo di progetto e trovare la soluzione finanziaria adeguata alle necessità degli imprenditori e del mercato di riferimento. Vogliamo recuperare tutto quello che c’era di buono nel vecchio rapporto Banca-impresa, i cui tratti salienti erano la disponibilità all’ascolto e la velocità della risposta”.
Quali sono i prodotti offerti da Banca Progetto?
“La banca è operativa nei finanziamenti chirografari a medio lungo termine e poi propone soluzioni per il sostegno della liquidità aziendale attraverso strumenti di Factoring e cessione crediti Iva”.
Come sarà la banca del futuro?
“Oggi l’evoluzione dei servizi impone nel mercato attuale nuove professionalità emergenti che spesso non si trovano fra i bancari negli istituti più ‘tradizionali’. La spinta tecnologica nei servizi richiesti, la diversa qualificazione del prodotto e la crescita esponenziale delle comunicazioni, anche finanziarie e professionali, hanno mutato profondamente lo scenario per i risparmiatori e soprattutto per i richiedenti credito. In questo nuovo quadro di riferimento si sono inserite e stanno crescendo la loro quota di mercato le banche fintech. Sono banche più innovative che accelerando i processi senza perdere di vista la valutazione del rischio di credito possono supportare meglio le imprese, le Pmi e le start Up che necessitano di un sostegno finanziario specifico con tempi ridotti per l’erogazione”.
Quali sono i benefici?
“Queste loro caratteristiche consentono alle banche fintech un confronto più mirato alle esigenze delle aziende e degli imprenditori. L’interlocuzione territoriale non è più in questo caso la filiale tradizionale ma l’agenzia in attività finanziaria ed il mediatore creditizio che professionalmente assistono l’impresa presso la banca con tempi ed energie dedicate che accorciano la filiera deliberativa con tempi di erogazione più brevi rispetto alla banca tradizionale”.
Cosa serve alle imprese, in particolare le piccole e medie?
“Innovazione tecnologica, pandemia, la guerra in Europa, i tassi di interesse in crescita progressiva come i prezzi delle materie prime sono sfide epocali per la piccola e media impresa, ecco quindi il motivo per cui sono più necessarie per le PMI banche e figure specializzate per affrontare e risolvere i loro crescenti e mutati bisogni finanziari specifici. Occorrono dunque nuove figure professionali come l’agente in attività finanziaria (di fatto un dipendente a costo variabile) ed il broker, cioè il mediatore creditizio indipendente (come nelle assicurazioni). Questi professionisti a tempo pieno vedono crescere il loro spazio operativo nella consulenza finanziaria per assistere il piccolo e medio imprenditore”.