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sabato, Novembre 23, 2024

Percorso ERAS al Versilia: ridotte le complicanze degli interventi per tumori al colon retto e recuperi rapidi

Un percorso integrato che permette di ottenere decorsi migliori e un più rapido recupero nei pazienti sottoposti a interventi chirurgici per neoplasie del colon retto, che rappresentano il 10% di tutti i tumori diagnosticati nel mondo e colpiscono principalmente gli uomini tra i 50-70 anni.

Si tratta del percorso ERAS, acronimo di Enhanced Recovery after Surgery,  che si è diffuso negli ultimi dieci anni nei reparti di Chirurgia dell’Azienda USL Toscana nord ovest, con buoni riscontri, come conferma l’esperienza dell’ospedale “Versilia”.

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“Negli ultimi anni – spiega il direttore della struttura di Chirurgia generale Marco Arganini – si è assistito a un forte incremento della patologia nella popolazione anziana ultrasettantenne, con localizzazione prevalente a carico del colon destro. L’elevata incidenza delle neoplasie colon rettali in età avanzata espone i pazienti, spesso soggetti fragili, a decorsi post-operatori complicati sia per evenienze specifiche dell’intervento (deiscenze) che generiche (polmoniti, infezioni urinarie)”.

Quindi, “per migliorare il risultato dell’intervento chirurgico in termini non solo di complicanze, ma anche di cura della malattia, negli ultimi anni è stato messo a punto un percorso finalizzato a condurre il paziente all’intervento nelle migliori condizioni generali possibili, consentendo anche una rapida ripresa ed una precoce dimissione”.

“Il protocollo su cui è basato il percorso ERAS – spiega il dottor Arganini – è infatti strutturato per ottenere la riduzione dello stress e il mantenimento delle fisiologiche funzioni nel post-operatorio, accelerando così il recupero post operatorio. I professionisti coinvolti nella cura del paziente – l’anestesista, il chirurgo, il geriatra, il medico riabilitatore, il nutrizionista, l’infermiere di reparto e di sala operatoria – lavorano in sinergia e valutano collegialmente il paziente, con l’obiettivo di migliorarne la performance al momento dell’intervento. L’utilizzo di questo approccio multimodale, associato alle tecniche chirurgiche miniinvasive (laparoscopica e robotica), in grado di minimizzare il trauma chirurgico e migliorarne la precisione, consente al paziente una riduzione della degenza ospedaliera  e un ritorno rapido al proprio domicilio”.

“Nell’ambito della nostra unità operativa  – prosegue il dottor Arganini – il percorso ERAS è stato intrapreso nel 2018 e, dopo il periodo di sospensione causato dalla pandemia, nel 2022 si è consolidato il gruppo multidisciplinare che da settembre ha ripreso l’attività su tutti i pazienti oncologici sottoposti a chirurgica mininvasiva per tumore del colon retto (oltre 50 a oggi)”.

“La fase iniziale del percorso – sottolinea il dottor Arganini – è volta a fornire al paziente, sicuramente preoccupato, tutte le informazioni sulle fasi dell’intervento. Questo approccio si è rivelato utile nel ridurre l’ansia, sia per l’anestesia che per l’intervento chirurgico. In un incontro con tutto il gruppo di professionisti coinvolti nella sua cura, il paziente e i parenti (care-giver), si confrontano con il chirurgo, con l’anestesista e soprattutto con il personale infermieristico, ovvero con tutte le figure professionali che hanno un ruolo nel percorso chirurgico. L’attenta valutazione preoperatoria multidisciplinare è  particolarmente utile per ottenere un miglioramento anche rilevante delle condizioni generali del paziente che, come un atleta, deve affrontare la gara nelle migliori condizioni possibili. La sospensione del fumo e del consumo di alcol sono utili nel ridurre le complicanze  respiratorie e le infezioni post-operatorie, cosi come l’attività fisica e gli esercizi indicati dal medico riabilitatore, focalizzati sulle fragilità del paziente stesso, giocano un ruolo decisivo nel riportarlo rapidamente, nel post-operatorio, alle sue normali condizioni”.

Inoltre, “particolare attenzione viene posta all’eventuale contemporanea presenza di anemia e malnutrizione ed alla correzione di questi parametri con un’adeguata integrazione nutrizionale e infusione di ferro: la correzione di questi parametri è cardine fondamentale del percorso. L’assunzione di carboidrati e liquidi per bocca fino a poche ore prima dell’intervento, differentemente dal digiuno protratto in uso nella chirurgia tradizionale, gioca poi un ruolo specifico nel ridurre gli effetti del trauma chirurgico sul metabolismo”.

“La chirurgia laparoscopica, da anni sviluppata nella nostra struttura – sottolinea ancora Arganini – rappresenta ormai lo standard di cura nel trattamento dei tumori del colon retto e la sua associazione  con le modalità di preparazione preoperatorie del percorso ERAS, ha consentito di ottenere ottimi risultati riducendo l’impatto del trauma chirurgico sul sistema immunitario. La stretta collaborazione intraoperatoria con l’anestesista, il cui ruolo fondamentale si esprime essenzialmente in sala operatoria eseguendo l’anestesia loco-regionale ecoguidata, mirata al controllo post-operatorio del dolore e il rigoroso dosaggio dell’infusione di  liquidi intraoperatori,  insieme all’utilizzo estensivo della chirurgia mini-invasiva,  l’assenza di drenaggi e del sondino naso gastrico, consente al paziente il recupero della posizione seduta e l’assunzione di liquidi per bocca lo stesso pomeriggio dell’intervento. Il giorno seguente può essere rimosso il catetere vescicale e possono essere riprese la deambulazione e l’alimentazione”.

Non solo: “il precoce ritorno a domicilio (seconda terza giornata post-operatoria) e alle normali attività quotidiane è monitorato dall’equipe chirurgica che mantiene un rapporto stretto con il paziente e con la famiglia attraverso contatti telefonici giornalieri, fino al controllo in quarta giornata nell’ambulatorio divisionale”.

“L’attività del gruppo multidisciplinare ERAS – afferma il direttore della Chirurgia del Versilia – ha pertanto consentito  di cucire su ogni singolo paziente, anche grande anziano, affetto da neoplasie del colon retto, il percorso a lui più adatto, portandolo all’intervento nelle migliori condizioni possibili, ottenendo una significativa riduzione dell’impatto chirurgico con il conseguente calo di complicanze e, attraverso la precoce dimissione, il ritorno rapido alle usuali attività quotidiane. L’utilizzo di tecnologie sempre più raffinate, quali la laparoscopia con colonne di alto profilo come quelle attualmente in uso all’ospedale Versilia, rendono inoltre possibili procedure chirurgiche sempre più precise e meno traumatizzanti”.

“Il percorso ERAS – conclude – , oltre a determinare la  riduzione delle giornate di degenza, consente attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse professionali in associazione con la chirurgia mini-invasiva,  la realizzazione di una terapia di precisione che tiene conto delle differenze individuali del paziente in termini di stile di vita e ambiente, conciliandosi con la imprescindibile sostenibilità economica del sistema sanitario”.

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