Giorgio Bertelli, coordinatore per la provincia di Lucca dell’Uniat, il sindacato inquilini della Uil, si dice preoccupato per il mancato finanziamento da parte del Governo, del fondo nazionale affitti così come previsto all’articolo 11 della legge delle locazioni n. 431/98.
“Gli inquilini possono usufruire dei contributi tramite i bandi pubblici che i Comuni aprono a tale scopo – spiega Bertelli – . È facile prevedere che molte famiglie non potranno far fronte al pagamento del canone d’affitto, o perché hanno perso il lavoro, o perché hanno destinato i pochi soldi a disposizione al mangiare dei familiari. Il proprietario in maniera legale avvia la procedura di sfratto e magari anche lui contava su quei soldi per integrare il proprio salario o la propria pensione. Il contenzioso legale aumenterà, i tribunali saranno ingolfati dalle procedure di sfratto e tante famiglie si troveranno per strada a causa della morosità incolpevole ecc”.
Una situazione che rischia di diventare esplosiva secondo Bertelli e non è l’unica: “C’è poi la questione degli alloggi di edilizia pubblica che in molti casi sono vuoti perché lasciati dai vecchi assegnatari ma che non sono stati ancora riassegnati agli aventi titolo. La maggior parte di questi alloggi definiti di ‘risulta’ hanno bisogno di lavori per la messa a norma degli impianti elettrici e di riscaldamento ma in mancanza di fondi restano chiusi e potrebbero essere destinati ad ospitare temporaneamente le famiglie sfrattare che rientrano nell’emergenza abitativa, in attesa di un passaggio ‘da casa a casa’”.
Altro elemento su cui riflettere è l’edilizia privata: “Le abitazioni nella nostra provincia non mancano a fronte di una richiesta di case, ma i proprietari preferiscono tenerle sfitte perché non vogliono correre i rischi che l’inquilino non paghi l’affitto, timore aumentato per il mancato finanziamento del fondo affitti e per la mancata copertura dell’emergenza abitativa. Purtroppo il mancato finanziamento del fondo affitti si va a sommare ad altre criticità che le persone vivono quotidianamente sulla propria pelle, aumenti del costo della vita del 10% su base annua, caro bollette, alto costo del gasolio e della benzina – conclude Bertelli – pertanto è indispensabile che i Comuni, soggetti in prima linea nel sociale, si adoperino affinché nei propri bilanci siano stanziare cifre consistenti in modo da calmierare il più possibile il disagio sociale emergente su un bene essenziale per ogni persona come è quello della casa”.