Cinque attori toscani 5 spettacoli, cinque città per la prima edizione di “Narratori Erranti” rassegna itinerante di teatro di narrazione arriva alla Fioreria delle storie a Querceta.
Sabato 18 febbraio alle ore 19 Ariele Vincenti presenterà “La tovaglia di Trilussa”, che racconta di come suo nonno Remo, custode dello Zoo di Roma, sia diventato amico del poeta durante le lunghe passeggiate tra le gabbie degli animali. Una sera Trilussa, ormai settantenne, lo invita per la prima volta a cena in osteria. Tra quintini di vino e sfilatini burro e alici, si entra nella Roma “di una volta” in cui la comicità spontanea, i sani valori popolari e la schiettezza nei rapporti erano il fondamento della vita quotidiana. La cena segue un percorso di narrazione a doppio binario in cui la poetica pungente ed emozionante di Trilussa, viaggia di pari passo con la sua vita avventurosa: dagli inizi nei caffè concerto, alle lunghe tournée in giro per l’Italia, in Europa e in Sud America.
“È uno spettacolo popolare, emozionante e divertente in cui – spiega Vincenti – attraverso le parole e aneddoti pubblici e privati del ‘Poeta di Roma’”, racconto una romanità in via d’estinzione. All’apice del suo successo, tutte le donne di Roma lo corteggiavano e file di curiosi gravitavano giorno e notte sotto la sua casa. In vecchiaia purtroppo ebbe problemi economici, ma non rinunciò alle amate cene in osteria. La cosa che mi ha colpito è che quando arrivava il conto, Trilussa scriveva due versi sulla tovaglia di carta mezza unta, la strappava, la dava all’oste e la cena era pagata. Durante le ricerche mi sono reso conto della grande attualità dei suoi scritti che toccano, con metafore sarcastiche, quegli aspetti sociali della politica e del potere che nella Storia sempre si ripetono uguali a sé stessi”.
La rassegna “Narratori Erranti” nasce dall’incontro di Elisabetta Salvatori, Fabrizio Brandi, Marco Azzurini, Anna Meacci, Luca Barsottelli, cinque attori toscani di quel teatro che viene definito “di narrazione” autori dei propri testi e degli spettacoli che propongono che raccontano storie vere legate alla loro terra.
Il teatro cambia emergono nuove esigenze in relazione al pubblico e al lavoro così come è chiaro un forte desiderio di recuperare il valore dell’aggregazione e del contatto umano.
Nasce quindi l’idea di un festival e di coinvolgere anche altri de amici attori Ariele Vincenti e Mila Boeri per rafforzare la tradizione del racconto orale come patrimonio e recupero dell’identità, della memoria individuale e collettiva.
“Questo è un progetto che non parte dagli spettacoli, ma da un gruppo di persone che si stimano e si vogliono bene – spiega Elisabetta Salvatori – , dalla voglia di unire creatività, esperienze e i nostri racconti per farli viaggiare insieme. Con leggerezza, senza ingombri… una sedia, una buona storia, un narratore e un po’ di pubblico che prima ascolta e dopo si ferma per un bicchiere di vino. Recuperare un rapporto più vicino con le persone che verranno ad ascoltare e ed essere tra di noi narratori sostegno l’uno per l’altro in tutti i sensi, per fare crescere e dare più respiro al lavoro di tutti. È la prima volta che mi capita di trovarmi in un progetto come questo, è stimolante e di buon auspicio per il teatro”.