Il Carnevale di Viareggio da sempre indaga la contemporaneità e la racconta attraverso il linguaggio della satira e dell’allegoria. Spesso anticipando i tempi. Stavolta la sua capacità di analisi e critica viene messa sotto la lente di ingrandimento da studiosi e ricercatori. In particolare gli anni che vanno dal 1989 al 1993, segnati da sconvolgimenti politici nazionali e internazionali e i loro riflessi sul panorama italiano con il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Tutto questo è stato testimoniato attraverso il linguaggio graffiante degli artisti del Carnevale di Viareggio.
“L’Italia e Viareggio, Viareggio è l’Italia” non a caso è il titolo della seconda sessione del convegno “Il Carnevale: rito e festa tra storia e cultura”, in programma venerdì 24 al Centro Congressi Principino, dalle ore 15, aperto al pubblico. Il convegno è organizzato dalla Fondazione Carnevale promosso con la collaborazione del Comune di Viareggio, del Centro interuniversitario per la ricerca e lo sviluppo della public history e con l’Associazione italiana di Public History, con il coordinamento del professor Marcello Ravveduto dell’Università di Salerno.
Due le sessioni. La prima dal titolo “Il carnevale: rito e festa tra storia e cultura” vede gli interventi di Chiara Tommasi e Enrica Salvatori (Università di Pisa), Valentina Emiliani (Università degli Studi Roma Tre e Universidad de Cantabria), Manfredi Merluzzi (Università degli Studi Roma Tre), Hazen Ignacio Rodulfo (Universidad Complutense Madrid/Università Federico II di Napoli), Licia Bianchi (Università Ca’ Foscari Venezia. Nella seconda sessione interverranno Carmine Pinto (Università degli Studi di Salerno), Paolo Mattera (Università degli Studi Roma Tre), Gabriella Starinieri (Università degli Studi Roma Tre) e Marcello Ravveduto (Università degli Studi di Salerno).