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venerdì, Novembre 22, 2024

“Non siamo più terra per artigiani”. L’allarme di Gabriele Mascardi: chiuse quasi duemila imprese in dieci anni

Non c’è più terreno fertile per gli artigiani a Massa Carrara, proprio in quella che si vanta di essere la terra capitale della lavorazione del marmo, nella provincia che ha fatto di questo mestiere un’eccellenza internazionale e non solo nel lapideo. Un’emorragia senza fine che impone un’inversione di rotta: nella provincia di Massa Carrara in 10 anni sono spariti 1.840 artigiani, -23%, come emerge anche dallo studio della Cgia di Mestre. Quasi un’impresa su quattro ha chiuso le saracinesche per sempre: una perdita non solo economica ma anche di conoscenze e professionalità che non saranno tramandate.

“Gli artigiani stanno diminuendo in maniera spaventosa – sottolinea il direttore di Confartigianato Massa Carrara Lunigiana, Gabriele Mascardi -, sopraffatti dalla grande distribuzione e dal commercio elettronico, mentre lo Stato non attua quanto previsto dalla Costituzione in difesa della tutela e dello sviluppo dell’artigianato. Negli ultimi 10 anni, infatti, il numero dei titolari, dei soci e dei collaboratori artigiani iscritti all’Inps è crollato di quasi 300 mila unità. Solo nella nostra provincia addirittura si sono persi 1.840 artigiani, pari a -23%. E’ un’emorragia continua che sta colpendo, in particolar modo, l’artigianato tradizionale, quello che con la sua presenza, storia e cultura ha contrassegnato, sino a qualche decennio fa, tantissime vie delle nostre città e dei paesi di provincia”. 

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La conseguenza sono “saracinesche abbassate città più insicure – sottolinea Mascardi – . Basta osservare i nostri centri storici ed i quartieri di periferia dove sono sempre di più gli spazi vuoti che rendono meno attrattive le nostre città: con meno botteghe e negozi di vicinato, diminuiscono i luoghi di socializzazione a dimensione d’uomo e tutto si ingrigisce, rendendo meno vivibili e più insicure le zone urbane che subiscono queste chiusure, penalizzando soprattutto gli anziani”.

Non basta la piccola ripresa che si è registrata nel post pandemia e l’appello è alle istituzioni, dai Comuni al Governo: “L’artigianato va tutelato, lo prevede la Costituzione – afferma Mascardi – . Servono sostegni concreti a coloro che vogliono aprire una attività artigianale o commerciale. Qualcosa si è visto  durante il Covid quando molti comuni, ad esempio, si sono fatti carico dei costi per la consegna a domicilio dei prodotti acquistati nei piccoli negozi. Il Comune di Carrara ha promosso ‘Carrara Sicura’ per agevolare nuove aperture nel centro storico. Ma si deve fare di più.  Più in generale, comunque, andrebbero azzerate per queste attività di prossimità le tasse locali e attivate politiche del lavoro per dare le gambe a previsioni normative esistenti”.

Su questo fronte Confartigianato sostiene sin dall’inizio il progetto avviato dalla Regione per la salvaguardia e la valorizzazione delle attività artigianali storiche e di alto contenuto culturale ed artistico tramite la creazione delle ‘Botteghe Scuola’ ed il riconoscimento della figura del ‘Maestro Artigiano’. “Purtroppo le strette maglie della burocrazia  hanno ostacolato il decollare, almeno in alcuni settori, di  un sistema formativo basato appunto  sulla figura del Maestro Artigiano che consenta di preservare settori e tecniche lavorative a rischio scomparsa e che permetta di  fornire una prima risposta al problema del ricambio generazionale nel settore dell’artigianato artistico. Servono risorse – conclude -, senza se e senza ma. E se i comuni non ne hanno si attivino con le Regioni o con lo Stato centrale”. 

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