Riceviamo e pubblichiamo una nota del Pd Versilia contro il taglio delle classi e a favore di una didattica proficua e inclusiva, oltre che per una riduzione del numero degli alunni per classe. La nota è firmata da Patrizia Vagli, responsabile scuola, per la segreteria del Pd Versilia
Come sempre, alla fine dell’anno scolastico, nel momento della comunicazione del numero delle classi in ogni Istituto da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale, le varie scuole apprendono della soppressione di alcune di esse, soppressione che negli anni ha toccato dalla scuola dell’infanzia, attraverso la primaria e la secondaria di primo grado fino alla secondaria superiore.
Come Pd Versilia avevamo già affrontato questo argomento quando, dopo il terribile periodo iniziale (che non era ancora del tutto terminato) della pandemia era stato comunicato dall’USP il nuovo numero delle classi con riduzione delle stesse in alcuni casi. Avevamo fatto presente all’epoca che arrivati alla fine di quel faticoso anno scolastico in cui i dirigenti, i docenti e tutto il personale della scuola avevano cercato di garantire quanto più possibile la salute dei propri alunni con una serie infinita e ripetuta di accorgimenti e regole tra cui fondamentale il distanziamento, una ulteriore restrizione non sarebbe stata opportuna andando in contraddizione con le norme di allora, perché avrebbe innalzato il numero degli alunni per classe e la possibilità di contagio.
Oggi nuovamente ci troviamo a parlare di soppressioni di classi e questo problema non tocca solo la Versilia. Ci chiediamo come gruppo responsabile del settore scuola del Pd, se non sia arrivato invece il momento di modificare il numero degli alunni per classe, non facendo superare la quota di 20, anche alle classi senza alunni con legge 104.
Questa inversione di politica amministrativa e pedagogico-didattica sarebbe ottimale: meno alunni, migliore sarebbe la possibilità di seguirli. Invece questa scelta, coraggiosa e in controtendenza rispetto a ciò che è accaduto, non viene fatta.
Ci chiediamo il perché: non è forse vero che quella sollecitazione, che è sempre stata data dal Ministero e cioè che ogni alunno ha il diritto di essere seguito quanto più possibile con didattica personalizzata, va in controtendenza alla soppressione delle classi e al conseguente aumento del numero degli alunni?
Non sarà che un anticipo di quello che viene ventilato e cioè che si porterà il numero degli alunni addirittura a un tetto di 30?
Il sovraffollamento impedisce di fare un buon lavoro a qualsiasi docente in qualsiasi segmento scolastico operi, un decadimento della qualità della scuola italiana, è questo che i genitori vogliono? O forse auspicano una scuola pubblica di qualità in cui i figli siano seguiti in modo attento e costante nei loro progressi e soprattutto nelle loro difficoltà, perché il valore dell’insegnamento sta proprio in questo: aiutare chi è più debole a superare i problemi, la scuola pubblica deve essere formativa, in tutti i sensi, e noi del Pd ci crediamo fermamente.
Altro problema di cui tener conto è quello della sicurezza: le aule affollate risultano meno sicure; in caso di incendio o di terremoto, predisporre l’evacuazione degli alunni è senz’altro più semplice se ciascun docente si deve occupare di un giusto numero di bambini/ragazzi che non un gruppo più cospicuo.
Noi ci auguriamo che l’Ufficio Scolastico Regionale ponga rimedio a questa situazione permettendo alle famiglie di sentirsi serene quando i loro figli sono a scuola e che i docenti e i dirigenti scolastici possano organizzare le loro attività didattiche con tranquillità e in modo produttivo per i propri alunni.