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venerdì, Novembre 22, 2024

A Sant’Anna messa in scena la fine del fascismo

Il 25 luglio del 1943 è una data spartiacque nella storia d’Italia e nella memoria collettiva del Paese. Quella che sarà ricordata come la “notte del Gran Consiglio” segnò, infatti, la fine del regime fascista, la caduta di Benito Mussolini e l’inizio della Resistenza. Nel pieno del conflitto mondiale ancora in corso, nell’Italia occupata a nord dai tedeschi e liberata a sud dagli americani, la guerra partigiana avrebbe successivamente posto fine alla Repubblica di Salò, costituita da Mussolini dopo il suo arresto e la sua liberazione ad opera delle truppe naziste.

Lo spettacolo “Marci su Roma. La resistibile ascesa del fascismo”, scritto da Giovanni Taurasi, sarà messo in scena domani (25 luglio) nella chiesa di Sant’Anna di Stazzema, luogo della terribile strage.

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A ottant’anni da quel drammatico evento, Anppia, in collaborazione con il Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, ha promosso la messa in scena dello spettacolo “Marci Su Roma”, che sarà allestito in un luogo simbolo della barbarie fascista e delle sofferenze del popolo italiano: la chiesa di Sant’Anna a Stazzema, il paesino della Toscana dove reparti nazisti, con il supporto di milizie repubblichine, trucidarono più di cinquecento cittadini inermi, senza risparmiare donne, vecchi e bambini. Tutto si consumò in poche ore la mattina del 12 agosto. I tedeschi uccisero nonni, padri e madri, figli e nipoti. Uccisero paesani ma anche decine di sfollati che qui avevano cercato rifugio. Fra le vittime, Anna Pardini, l’ultima nata che aveva appena venti giorni e che fu fotografata da morta, come appare nella lapide accanto alla mamma e alla sorella di sedici anni. Uccisero Evelina, che stava partorendo e Genny, la madre che prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò lo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle; e lo salvò, anche se il piccolo rimase gravemente ferito. Uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati di risparmiare la sua gente. Uccisero più di un prete. Uccisero gli otto fratellini Tucci con la loro mamma. “Marci su Roma. La resistibile ascesa del fascismo”, è scritto da Giovanni Taurasi e prodotto da Anppia nazionale ed è già andato in scena in numerosi teatri, auditorium e scuole.

Lo spettacolo è un reading storico musicale che racconta, con musica e recitazione, il periodo della Marcia su Roma del 1922 e il ventennio successivo. Sul palco musicisti, attori e un narratore. È una drammatica lezione di storia in forma di piece teatrale. In particolare, viene messo a fuoco il periodo del primo dopoguerra e il clima di violenza diffusa e lotte sociali che prepararono il terreno all’ascesa del fascismo. Sul palco si alternano lo storico Giovanni Taurasi, autore del testo, l’attrice Maria Giulia Campioli e i musicisti Francesco Grillenzoni e Stefano Garuti. Due anni fa, a conclusione di un’intensa tournée italiana, lo spettacolo andò in scena con successo a Carpi, città natale di Giovanni Taurasi. Pietro Nenni, oppositore della prima ora, prigioniero a Ponza, così descrisse l’arrivo di Mussolini sull’isola dove fu provvisoriamente tradotto dopo il suo arresto. Sono parole toccanti e simboliche che sintetizzano la tragedia di tutto il popolo dopo la notte del Gran Consiglio, così come verrà raccontata nello spettacolo di Taurasi. «Ora vedo col cannocchiale Mussolini: è anch’egli alla finestra, in maniche di camicia e si passa nervosamente il fazzoletto sulla fronte. Scherzi del destino! Trenta anni fa eravamo in carcere assieme, legati da un’amicizia che paresse sfidare le tempeste della vita… Oggi eccoci entrambi confinati nella stessa isola: io per decisione sua, egli per decisione del re e delle camarille di corte, militari e finanziarie, che si sono servite di lui contro di noi e contro il popolo e che oggi di lui si disfano nella speranza di sopravvivere al crollo del fascismo.»

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