Uno sguardo attento e costante alle mutazioni climatiche, la cura del territorio e la sensibilizzazione della popolazione per incrementare sempre più una cultura di buone pratiche in tema di protezione civile. L’aumento di fenomeni “estremi” entra nell’agenda dell’amministrazione comunale che intende seguire con particolare attenzione la situazione in atto, per disporre di utili elementi di valutazione e, quindi, di programmazione territoriale.
A questo proposito il sindaco Lorenzo Alessandrini (nella foto), forte della lunga e intensa esperienza come funzionario al Dipartimento nazionale di Protezione civile, non sottovaluta quanto sta avvenendo, tanto da assegnare all’assessore all’ambiente Michele Silicani una nuova delega di “Analisi e valutazione dei mutamenti climatici in atto”, per un aggiornamento costante sugli accadimenti e sul dibattito in corso tra esperti e amministratori.
“Che il nostro clima e la sua evoluzione meritino una riflessione da parte di tutti, appare scontato – sottolinea Alessandrini -, si tratta di un tema che, soprattutto alla luce degli ultimi accadimenti, torna in agenda nelle redazioni di tv e giornali, e produce ovunque dibattiti e prese di posizione talvolta anche poco meditate e scarsamente documentate, il cui intento sembra quello di cercare delle responsabilità prima ancora che le cause di certi eventi disastrosi. La nostra area geografica, come è noto, non è esente da rischi e questo lo sappiamo con certezza da quando nel 1996 ci svegliammo con una Versilia alluvionata. Prima della vicenda di Cardoso, la memoria dei precedenti eventi, pur già accaduti, si era affievolita e via via perduta col cambio delle generazioni. Il nostro impegno deve essere quindi quello non solo di ricordare, ma anche di analizzare le cause e le condizioni locali per prevenire nuovi disastri”.
Da qui la decisione di creare una delega ad hoc, affidata all’assessore all’ambiente Silicani, al quale non bisogna di certo raccontare quanto avvenuto nel 1996 in Versilia, essendo stato in prima fila durante la tragica alluvione e nell’opera di messa in sicurezza del territorio, prima come presidente dell’allora Comunità montana Alta Versilia e poi come sindaco del Comune di Stazzema.
“Ho avuto la strana opportunità di tornare sindaco dopo venti anni – aggiunge Alessandrini – e una delle prime cose che mi sono chiesto è stata se due decenni di esperienza sui disastri nazionali poteva servirmi a capire di più quello che ci era successo nel 1996. Da allora a oggi molto è cambiato nella nostra capacità di prevedere e quindi di prevenire rischi per l’incolumità pubblica, basando la nostra attività quotidiana su alcuni capisaldi: conoscenza e rispetto del territorio, cultura di autoprotezione, formazione e addestramento, opere di difesa, uso coordinato della tecnologia oggi (e ahinoi, non allora) disponibile. Ho scritto io il primo piano di emergenza a carattere meteo-idrogeologico in Italia, sulle colate di fango del 1998 a Sarno e Quindici, ma sono anche il primo a mettere in discussione questo tipo di pianificazione se fondata solo su azioni da manuale da assegnare agli operatori. Serve altro. Serve che ogni cittadino sia agente di protezione civile. Serve a tutti noi la awareness degli americani, ossia la consapevolezza dei rischi che ci interessano da vicino e della nostra capacità di conviverci. Le azioni sono conseguenti”.
Alessandrini muove quindi dalle consapevolezze ormai accertate, ovvero che l’acqua del mare negli ultimi anni si è scaldata di tre o quattro gradi, che la convezione di aria umida in salita lungo le nostre montagne può creare cumulonembi capaci di forti temporali, così come il fatto che, a seguito di lunghi periodi di caldo afoso, potrebbero intervenire code di nubifragi e colpi di vento.
“Insomma – precisa – non c’è poi così tanto da scoprire, ma tanto da conoscere meglio. La prima cosa che ho fatto appena tornato a fare il sindaco, è mettere un cartello alle pozze sul Serra in cui avverto i turisti di scappare dall’alveo alle prime avvisaglie di un temporale, perché l’acqua sale in pochi istanti e rappresenta un grande pericolo. Chi lo sapeva nel 1996, agli albori della protezione civile, quando a ferragosto, due giovani ragazzi del nostro comune persero la vita per questo? Oggi sappiamo perfettamente che se sul bacino del Monte Altissimo piovono 50 millimetri, entro pochi istanti la sorgente della Polla diventa un fiume in piena, e chi ci sta sotto rischia la vita. Questa è la strada da percorrere: addestramento non solo degli operatori ma anche della popolazione, opere di prevenzione territoriale, condivisione di informazioni, strategie operative per affrontare rapidamente gli eventi”.
Un programma al quale il sindaco lavora da tempo e che troverà presto concretizzazione con varie attività: “a breve cominceremo un percorso di formazione per gli operatori – conclude Alessandrini – e articoleremo una serie di iniziative di informazione pubblica intorno ai rischi del nostro territorio. Io stesso mi collegherò talvolta su Facebook per parlare con i cittadini degli aspetti più importanti di questo ambito”.