L’estate è anche un momento da dedicare alla cultura e all’arte, e nelle località versiliesi si possono visitare molte mostre interessanti. Vediamo, comune per comune, le opportunità offerte in Palazzi e Centri espositivi. La prima puntata è dedicata a Seravezza e Stazzema.
Antologica di Vito Tongiani a Palazzo Mediceo
Il programma espositivo della Fondazione Terre Medicee propone per l’estate 2023 una grande mostra antologica dedicata al pittore e scultore Vito Tongiani, che si terrà fino al 10 settembre a Palazzo Mediceo. Un progetto che prosegue nell’opera di valorizzazione degli autori più rappresentativi della cultura figurativa contemporanea legati al territorio apuo-versiliese.
Vito Tongiani, nato a Matteria, nell’ex provincia italiana di Fiume, da genitori massesi, ha vissuto e lavorato a Parigi, Torino, Massa, in Marocco e, negli ultimi tempi, a Nocchi. La rassegna antologica Vito Tongiani. Malgrado tutto il futuro sarà nostro, presenta un’accurata selezione dei più importanti dipinti dell’artista, in parte inediti o mai esposti al pubblico, con opere provenienti da alcune delle più importanti collezioni private e pubbliche del Paese. Realizzate tra il 1970 e il 2023, le opere ripercorrono le esperienze fondamentali del maestro apuano, pittore di figura: dai dipinti degli anni settanta e ottanta nei quali si identifica il suo impegno politico e sociale; alle rappresentazioni di soggetto storico e mitologico degli anni ottanta e primi anni duemila (che raggiungono la più alta espressione nel 2003 con l’opera Pentesilea morente allontanata dal campo di battaglia esposta in permanenza al Senato della Repubblica e prestigioso prestito alla mostra di Seravezza); al grande ciclo di ambienti, scene di vita popolare, figure femminili in interni concepiti come geometrie di luce e di colore, sviluppato in anni più recenti nel corso di prolungati soggiorni in Marocco.
Appartengono a questo contesto di ricerca formale, di esplorazione della figura, di affermazione del primato del disegno e di costante aspirazione alla classicità, i racconti esemplificati emblematicamente nei suoi “naufragi”, dipinti di grande formato dei primi anni duemila che raffigurano i barconi dei migranti clandestini alla deriva o con il loro carico umano in balìa delle onde, le tragedie del mare a cui assistiamo oggi quasi quotidianamente. Un dramma epocale che Vito Tongiani anticipava partecipando al dolore e alla disperazione degli africani con la sua profonda sensibilità e la sua indole progressista e libertaria.
In un ideale percorso temporale, ma non cronologico, che spazia dai quadri “politici” dei primi anni Settanta, quando il pittore si sposta dal soggiorno parigino verso la Torino operaia, ai lavori sulla memoria e sul mito, fino alle tele africane, a quelle sui naufragi nel Mediterraneo e ai ritratti delle bellissime e malinconiche modelle, l’esposizione ci consegna un autore stimolante e complesso sempre interessato, pur nella grande diversità dei soggetti, a indagare gli spazi più profondi dell’esistenza umana.
La mostra è curata da Edoardo Testori, che si è avvalso della collaborazione di un comitato scientifico coordinato da Giovanni Rimoldi. Il catalogo, edito da Bandecchi&Vivaldi, contiene i testi del curatore, di Massimo Bertozzi e di Costantino Paolicchi e un’antologia con gli interventi critici di Luigi Carluccio, Jean Clair e Giovanni Romano.
Orari:
- dal 24 luglio al 27 agosto: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: orario continuato dalle 18:00 alle 23:00; sabato e domenica: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 18:00 alle 23:00;
- dal 28 agosto al 10 settembre: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: orario continuato dalle 17:00 alle 22:00; sabato e domenica: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 22:00
Informazioni: tel. 0584 757443.
Il centenario della morte di Filadelfo Simi
Filadelfo Simi. Parigi, Firenze e la Versilia. Il viaggio della vita è il titolo della mostra che la Città di Seravezza, la Fondazione Terre Medicee, e la Comunità di Levigliani dedicano al grande maestro dell’800 italiano nel centenario dalla morte: Simi nasce infatti a Levigliani l’11 febbraio 1849 e muore a Firenze il 5 gennaio 1923.
La rassegna, composta da oltre cinquanta opere allestite nelle tre sedi della mostra: le Scuderie Granducali e Palazzo Rossetti a Seravezza e Palazzo Simi a Levigliani, intende presentare il pittore stazzemese sotto una nuova luce e apportare nuove conoscenze su di lui, in particolare sul suo periodo francese, sui suoi legami con il mondo del marmo e della scultura e sui suoi periodi di soggiorno in Versilia.
Il riconoscimento delle sue straordinarie capacità pittoriche e grafiche, Simi, lo ricevette già in vita con numerosi premi e incarichi prestigiosi. Mentre i suoi insegnamenti furono di riferimento per molti artisti, nazionali e internazionali. Lo Studio fiorentino di Via dei Tintori, che la figlia Nera ereditò, è stato attivo fino al 1987, qui si insegnava il metodo Jerome, che Filadelfo Simi aveva appreso negli anni del suo soggiorno parigino.
Nella produzione di Filadelfo il tema degli affetti e della vita familiare ha sempre avuto un importante risalto. L’omaggio che rese ai genitori con la stesura del famoso dittico, presente in mostra, trova eco negli innumerevoli ritratti della moglie dei figli, nonché nelle opere dell’ultimo periodo, dove le scene di vita familiare quotidiana diventano un tema ricorrente. Il dittico dei genitori risale al 1886, quando Simi aveva 26 anni, e attraverso la posa solenne della madre, e quella più pragmatica del padre, riesce ad andare ben oltre la perfezione tecnica della tela conferendo ai soggetti un alone di spiritualità.
Da Parigi a Madrid, dalla Francia alla Spagna, le esperienze e gli studi, le visite ai Musei più importanti, la partecipazione alle ricerche artistiche nei cenacoli internazionali, furono fondamentali per Filadelfo Simi: un vissuto che egli trasferisce nel suo quotidiano e lo fa rivivere dieci anni dopo quando progetta e realizza a Stazzema il suo Studio di pittura immerso nei boschi sulle alture apuane.
Nel 1886 Simi è a Firenze e prende residenza in Via dei Tintori, così inizia a frequentare anche la Versilia, dividendosi tra Stazzema e Seravezza, dove conosce Adelaide de Beani che diventerà sua moglie e modella di molte opere.
Gli anni ’90 furono molto importanti per Filadelfo che nell’ambiente fiorentino stava acquisendo sempre maggior prestigio, grazie anche alla stampa dell’epoca che gli concesse grande spazio pubblicando a pagina intera alcune opere importanti. Questa esposizione “mediatica” nella città trovava la sua compensazione nell’Alta Versilia, a Stazzema, dove Filadelfo si era stabilito con la famiglia, alternando periodi di soggiorno locali a quelli fiorentini. Nella quiete dei boschi, nella vita rurale, nel contatto con i lavoratori della terra, che divennero eccellenti modelli, nelle amicizie sincere, trovava l’ispirazione per la ricca produzione dei capolavori che lo resero famoso.
Gran parte della produzione del Simi riguarda la figura, come scrive Andrea Conti nel 1985: “una serie di piacevoli ed equilibrati ritratti ora gentili di fanciulle pensierose velate di malinconia, ora forti e persuasivi di vecchi contadini, ora devoti ed affettuosi della famiglia, condotti con sensibile penetrazione psicologica sempre sostenuti da un sincero interesse per l’anima e la vita della persona ritratta”. Un’eredità preziosa.
Orario mostra
Scuderie Granducali e Palazzo Rossetti:
- dal 31 luglio al 27 agosto: dal lunedi al venerdi 18:00 -23:00; sabato e domenica 10:30-12:30 e 18-23
- dal 28 agosto al 10 settembre: dal lunedi al venerdi 17:00 -22:00; sabato e domenica 10:30-12:30 e 17-22
- dal 16 settembre al 22 ottobre: sabato e domenica 10:30-12:30 e 16:00 – 20:00
Palazzo Simi a Levigliani: tutti i giorni 10:00 – 18:00
Informazioni: tel. 0584 757443.
“Alchimia di Luce” nello Spazio Cappella Marchi
Resterà aperta fino al 27 agosto la mostra “Alchimia di Luce” di Vincenzo Marsiglia, inaugurata nei giorni scorsi alla presenza dell’autore, dell’assessore Valentina Mozzoni e dei due curatori Lorenzo Belli e Beatrice Audrito. La mostra, promossa da Alkedo con la collaborazione della Galleria Giovanni Bonelli, il supporto della Fondazione Terre Medicee e il patrocinio del Comune, è ospitata nello Spazio Cappella Marchi, presso la chiesa della Madonna del Carmine in via Gino Lombardi n. 38 a Seravezza.
“Prospect dialoga con le tracce dinamiche della chiesa – si legge sulla pagina Facebook della Galleria Giovanni Bonelli – e gli effetti del tempo su questa, sugli antichi muri dell’architettura barocca, a ricordare l’inevitabile tramonto. L’ambiente come mezzo di ispirazione e valorizzazione dell’opera d’arte ripropone il problema della contestualizzazione dell’arte: un luogo dove architettura e luce possano fondersi e trasformarsi continuamente nel tempo, adattandosi al punto di vista dell’osservatore e al suo processo di cognizione”.
L’esposizione, a ingresso libero, è visitabile dal giovedì alla domenica in orario 18-22. Per info: tel. 347 1574479.