Il Comune unico della Versilia sarebbe un’enorme opportunità per il territorio. L’ho sempre considerata tale e ne ho la conferma, analizzando le esperienze già realizzate e che si possono verificare in Toscana e in tutta Italia.
Esperienze costruite partendo da un percorso partecipativo basato sulla concretezza.
Innanzitutto partiamo da una considerazione riguardo il nome della nostra terra. La “Versilia” è ormai unanimemente riconosciuta come l’area geografica che racchiude i Comuni di Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio. Un territorio unico, complesso ma completo e ricco di potenzialità, che dalle marine, passando dalle pianure e dalle colline, fino alle montagne, nei secoli è sempre stato interconnesso, seppur diviso in sette municipi. Una comunità di oltre centosessantamila persone, che potrebbe diventare il comune con il maggior numero di abitanti dell’intera costa toscana, se consideriamo che Livorno, un capoluogo di provincia, ne conta circa centocinquantacinquemila.
Il primo passo è condividere con le nostre sette comunità, un percorso che sicuramente ci porterebbe a migliorare i nostri territori dal punto di vista istituzionale, senza tuttavia mortificare o cancellare le peculiarità e la storia di ciascuno. Per questo l’idea da sviluppare tutti insieme, prevede, come luoghi fisici delle sette Municipalità, le attuali sedi comunali, dove si manterrebbero tutti i servizi ai cittadini già oggi assicurati, ma al contempo, un innovativo e capillare sistema di partecipazione.
Indubbiamente i vantaggi di un Comune Unico si possono analizzare su diversi aspetti, a partire da quello economico, almeno in una prima fase e a regime.
Tra questi, nella prima fase:
1) il contributo straordinario dello Stato sui trasferimenti che, complessivamente sarebbe incrementato notevolmente (le esperienze indicano un aumento medio del 40%);
2) il contributo regionale per tre anni, in base a parametri precisi, l’esenzione per il primo anno dal Patto di stabilità.
Grazie a tutto questo, sarebbe possibile progettare e avviare opere pubbliche di respiro comprensoriale (con ricadute positive sull’intera economia versiliese), che, oggi, mai potremmo ipotizzare.
Sarebbe possibile calmierare alcuni tributi locali, facendo risparmiare a tutti noi diverse centinaia di migliaia di euro, ogni anno.
Oltre questi aspetti va valutata la possibilità, a regime, di accedere a finanziamenti regionali, con una posizione prioritaria rispetto agli altri Comuni, la possibilità di usufruire maggiormente degli spazi finanziari messi a disposizione dal Governo al di fuori del principio di “Pareggio di bilancio”. Ciò oltre a conquistare un peso politico decisamente superiore.
Il Comune della Versilia permetterebbe anche un risparmio di centinaia di migliaia di euro sulla “macchina” amministrativa (personale, economie varie, ecc.).
Sarebbe possibile, ad esempio, far partire uno “sportello telematico unico polivalente”, una sorta di front office, dove i cittadini avrebbero risposte all’80% delle proprie richieste, senza andare più nei vari uffici, utilizzando anche sistemi di dialogo e di aiuto – validi per chi ha minore dimestichezza con i mezzi digitali – oggi possibili. Dunque, sportelli fisici, nei Municipi, e sempre più virtuali a domicilio o in azienda.
Anche con questi argomenti e realistiche previsioni, siamo chiamati a rielaborare, aggiornare il nostro attaccamento ai “campanili” e “superare” però i campanilismi, attraverso momenti di aggregazione straordinari.
Mi riferisco, ad esempio, ad iniziative partecipate con il coinvolgimento di tutte le associazioni, comprese quelle economiche e di categoria, che possono fare squadra.
Le esperienze nazionali di unione fra i Comuni ci indicano alcune criticità emerse, che confermano come la fusione sia il sistema migliore, anche se non comporta– ci tengo a sottolineare – la risoluzione a priori di tutti i mali e che gli aspetti logistici, storici, di servizi vanno preventivamente analizzati approfonditamente, in tutti i loro aspetti.
Costituire un Comune unico significa intervenire sul personale, ovvero sulle posizioni organizzative e sulla distribuzione dei dipendenti e questo va valutato attentamente. Bisogna decidere come utilizzare, nel dettaglio, i municipi e che ruolo dare loro. Decidere quali altri decentramenti sono necessari per situazioni speciali.
Oggi, innanzitutto, quando è difficile immaginare aumenti di trasferimenti da parte dello Stato, dobbiamo prevedere e scongiurare, per i nostri attuali sette Comuni, un peggioramento delle rispettive situazioni finanziarie e una conseguente riduzione dei servizi alle nostre comunità.
Questo rischio incombente lo dovremo e lo potremo evitare se, fin da ora inizieremo, tutti insieme a sviluppare, su fondamenta solide, concrete e realistiche l’idea del Comune unico della Versilia e le sue sette municipalità. A tal fine, nel prossimo intervento sul tema, svilupperò la proposta di un cantiere aperto a tutte le componenti della società versiliese.
Elio Bianchi