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venerdì, Novembre 22, 2024

Rischio prescrizione per il reato di disastro ferroviario: “Il Mondo che Vorrei” manifesta a Roma e scrive a Mattarella

L’associazione “Il Mondo che Vorrei” ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per esprimere i timori che cada in prescrizione anche il reato di disastro ferroviario prima della sentenza della Corte di Cassazione. Inoltre annuncia che scenderà nuovamente in piazza a Roma il prossimo 24 ottobre.

“14 anni – scrive l’associazione – . 14 lunghissimi ed estenuanti anni trascorsi a lottare per rendere giustizia a 32 persone. Il deragliamento di un treno merci carico di GPL, una cisterna che esplode e la parola fine sulla vita di uomini, donne e bambini bruciati vivi nella sicurezza delle loro case. Questa la tragedia che il 29 giugno 2009 ha segnato per sempre la storia di Viareggio. Una triste vicenda che Lei, Egregio Signor Presidente Mattarella, ha conosciuto ancora meglio dopo il nostro incontro del 24 settembre 2015”.

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“Oggi siamo ancora qui – prosegue la lettera – , ad attendere la data del 28 novembre 2023 quando, per la seconda volta, si pronuncerà la Corte di Cassazione. Ed è proprio in vista di questa data importante, che ci troviamo nuovamente a contattarla. Da quel maledetto giorno, invece di ricostruire le nostre vite devastate, siamo stati costretti a presenziare alle oltre 200 udienze dei 4 gradi di giudizio”.

“Ad oggi sono caduti in prescrizione già tre capi d’imputazione: incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime gravi e gravissime”, spiega l’associazione che esprime poi tutte le sue preoccupazioni: “Leggendo i ricorsi presentati da parte degli avvocati degli imputati, siamo venuti a conoscenza del fatto che gli stessi hanno proposto una richiesta di illegittimità costituzionale. Tale proposta, se venisse accolta, oltre alla sospensione dell’attuale giudizio della Corte di Cassazione, porterebbe ad attendere il responso della Corte Costituzionale, che nel caso peggiore porterebbe a prescrivere anche l’ultimo reato di disastro ferroviario”.

“Riteniamo tale ipotesi inaccettabile – prosegue la lettera – , e per questo oggi ci rivolgiamo a Lei, affinché possa monitorare da vicino l’evolversi del nostro estenuante processo sul quale ora è calata l’ombra di questa nuova minaccia, di fronte alla quale siamo costretti nuovamente a scendere in piazza il 24 ottobre a Roma di fronte al Parlamento per far sentire in tutta Italia la nostra voce. Oggi Le chiediamo ancora una volta di ‘camminare’ insieme a noi lungo questo difficile percorso verso la verità e la giustizia. Vorremmo sentire la Sua vicinanza e quella dello Stato, affinché venga fatto il possibile per evitare che anche questo ultimo reato cada in prescrizione”.

“Appurare la verità – conclude l’associazione – , definire le responsabilità, dovrebbe essere l’interesse principale di uno Stato che si possa definire ‘civile’, da perseguire in nome delle vittime e delle loro famiglie. Perciò non vogliamo promesse di circostanza e impegni che non potranno mai tramutarsi in concrete riforme, chiediamo solo quella Giustizia, che aspettiamo da oltre 14 anni”.

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