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lunedì, Novembre 25, 2024

Cava Fornace, nessuna sospensione per l’inchiesta pubblica. Respinta la richiesta di comuni e comitati

Nessuna sospensione per l’inchiesta pubblica sul Paur della discarica ex Cava Viti-Cava Fornace: il funzionario tecnico regionale Ottavia Cardillo, che dirige il procedimento, ha risposto di fatto negativamente alle diverse istanze di sospensiva presentate in occasione della prima sessione dell’udienza generale che si è tenuta lunedì pomeriggio al Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura.

La richiesta di sospendere i lavori era stata avanzata giovedì scorso anche dal Comune di Pietrasanta, per consentire un allineamento delle tempistiche fra inchiesta pubblica (che per la prima volta proprio l’amministrazione comunale pietrasantina, insieme ai comitati cittadini, aveva chiesto durante una videoconferenza con l’assessore regionale Monia Monni, a dicembre 2022, proposito poi ratificato dal consiglio comunale il 28 luglio scorso) e consegna delle integrazioni che diversi soggetti, fra i quali lo stesso ente municipale, non hanno ancora ricevuto, trovandosi quindi con una documentazione parziale mentre i tempi del procedimento scorrono inesorabilmente.

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“Cosa sono per lei, presidente, 90 giorni – è stato l’accorato appello del sindaco Alberto Stefano Giovannetti, presente all’udienza insieme all’assessore all’ambiente Tatiana Gliori e all’ingegnere comunale di settore, Sara Benvenuto – a fronte di anni, durante i quali una comunità di cittadini potrebbe veder crescere una discarica senza avere neppure la possibilità di capire perché? Si parla di correttezza, di trasparenza, di ascolto del territorio: ma quando si pensa di ascoltarlo, il territorio? Quando ormai non servirà più?”.

Una posizione a cui si è associato subito il consigliere regionale Massimiliano Baldini, componente della commissione ambiente dell’ente toscano che, rivolgendosi al presidente Cardillo, ha detto: “Dal punto di vista giuridico sono emerse alcune perplessità, da parte sua, sulla possibilità di sospendere l’inchiesta: perché non chiedere un parere scritto agli uffici legali della Regione? Così da mettere nero su bianco una posizione diversa da quella che, con forza e dovizia di particolari, stanno sostenendo i cittadini. Non provvedere a una richiesta così importante, su un piano così sentito, è una responsabilità che credo non abbia neppure senso assumersi”.

Sulla stessa linea era intervenuto anche il delegato all’ambiente del Comune di Forte dei Marmi, Enrico Ghiselli e, prima dei tre rappresentanti istituzionali, anche il Comitato cittadino contro la riapertura di Cava Fornace che, attraverso Cristina Ronchieri, aveva elencato alla presidenza le criticità rilevate sul procedimento: “Lo svolgimento delle udienze non è in presenza ma in formula mista, ha un meccanismo tortuoso di registrazione e prenotazione degli interventi e questo non aiuta trasparenza e partecipazione; i tempo fra prima e seconda udienza generale sono troppo ristretti, impediscono di preparare risposte e proposte e contribuiscono a favorire l’asimmetria fra semplici cittadini e quegli enti o aziende che hanno a disposizione tecnici a tempo pieno; si impedisce l’audizione di enti tecnici esterni, come ad esempio Arpat; infine, non si da tempo di valutare le integrazioni che il gestore, deve presentare in risposta alle varie richieste delle autorità competenti. Abbiamo la sensazione che si voglia chiudere l’inchiesta più velocemente possibile, come fosse una necessità di cui liberarsi al più presto”.

Da parte sua, il presidente ha ribadito di non avere leve giuridiche per giustificare una sospensione dell’inchiesta pubblica e, dopo aver rassicurato i presenti che la prossima non sarà una nuova sessone del procedimento ma la prosecuzione di quanto non sarà possibile discutere nella giornata corrente, ha disposto la prosecuzione dei lavori. “Non mi spiego – commenta Giovannetti – come si possa ridurre tutto a una mera questione fra uffici, quando c’è una contrarietà istituzionalizzata alla discarica, da parte del consiglio regionale e dei consigli comunali della Versilia Storica che addirittura ne chiedono la bonifica. Non ci arrendiamo: quando saremo in conferenza dei servizi faremo pesare più che possiamo la nostra volontà di chiudere Cava Fornace, supportata, nonostante il voto contrario del Pd al piano strutturale, anche da un atto concreto, vale a dire la destinazione agricola per l’area interessata. Ringrazio i comitati cittadini, che ci stanno offrendo un contributo fondamentale e tutti gli enti e i rappresentanti istituzionali che vorranno sostenere, nei fatti, questo nostro tentativo di arrivare alla chiusura della discarica”.

Accogliendo la richiesta dei comitati, esposta durante l’udienza di lunedì, il presidente dell’inchiesta pubblica ha disposto che la prossima sessione si svolga di sabato. Da definire giorno, luogo e orario.

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