Nel 2022 sono stati oltre 600 gli accessi per codici rosa e oltre 550 gli utenti dei consultori per casi di maltrattamento o abuso su tutto il territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest.
“La violenza su donne, e in particolare su nostre operatrici – sottolinea Maria Letizia Casani, direttrice generale della ASL Toscana nord ovest – quest’anno ha toccato, come era purtroppo già successo in passato, la nostra Azienda da molto vicino. In occasione di eventi eclatanti, come testimoniano i fatti di questi giorni, si crea allarme sociale e un clima di straordinarietà rispetto al fenomeno. Ma la triste realtà è che si tratta di una condizione quotidiana e molto diffusa. La violenza, che tutti condannano come un crimine odioso, continua ad esistere anche quando si assiste a un progressivo spegnersi dell’attenzione e apparentemente si torna a un clima che definirei di rassicurante ignoranza. La verità è che i nostri operatori lavorano ogni giorno per prevenire o per contrastare ogni forma di violenza, sia quando essa riempie la pagine della cronaca sia quando viene per così dire dimenticata. Si tratta di una lotta di civiltà che non può conoscere soste e coinvolge molteplici servizi, penso non solo all’emergenza-urgenza e ai consultori, ma anche al Materno-Infantile, al servizio sociale e molti altri. A tutti loro, a nome di tutta l’Azienda, il più sentito ringraziamento per la passione e la professionalità sempre dimostrate”.
I dati del fenomeno
Nel 2022 gli accessi per codice rosa registrati nei pronto soccorso sono stati 603 di cui la maggior parte di donne, ben 420 ovvero circa il 70 per cento. Si sono presentate persone soprattutto di nazionalità italiana (75%) e di tutte le fasce d’età anche se principalmente comprese tra i 18 e i 49 anni e con un impressionante 14% costituito da minori. I motivi che portano all’attivazione del codice rosa sono nel 93% per maltrattamento e nel restante 7% per abusi sessuali.
Nei consultori sono state erogate 2913 prestazioni destinate a 564 persone che si sono rivolte ai servizi per maltrattamenti fisici (295) e per abusi sessuali (36), mentre i restanti sono casi di maltrattamenti psicologici o di negligenza genitoriale.
“Si tratta principalmente donne, di tutte le età e appartenenti a tutte le fasce sociali – spiega Rosa Maranto, direttrice delle Attività Consultoriali dell’Azienda USL Toscana nord ovest – le principali vittime di violenza, in particolare di quella domestica: spesso subiscono abusi per mano di padri, partner, fratelli, figli, ex mariti o ex fidanzati, persone con le quali avevano o hanno un legame affettivo. La violenza nei confronti delle donne è una violazione dei diritti umani, ma anche un problema sanitario perché queste donne hanno una probabilità maggiore di incorrere in qualsiasi problema di salute. In caso di violenza, ogni nostro contesto è un luogo ove è possibile riconoscere i segnali manifesti e soprattutto nominare la violenza, in molti casi per la prima volta e così far emergere il sommerso. Nei servizi, se c’è la giusta sensibilità, professionalità e capacità di lavorare insieme si può essere accolti ed essere aiutati a pensare alla possibilità di soluzioni alternative al subire. E’ importante rompere la solitudine e l’isolamento dell’esperienza di abuso o maltrattamento e, il solo fatto di poterne parlare, può essere il primo passo per uscire da una situazione di chiusura, isolamento e vergogna”.
Interventi messi in campo
Vengono effettuati interventi di prevenzione, di intercettazione delle situazioni latenti, nelle acuzie e nella presa in carico in raccordo con le reti antiviolenza territoriali e in particolare con i Centri Antiviolenza. “Ogni anno – conclude Maranto – viene svolta un’intensa attività di formazione degli operatori appartenenti a tutti i profili professionali e a tutte le strutture aziendali. Nella prevenzione l’azione è svolta principalmente dai Consultori. Nel Percorso Nascita prevenendo la violenza sulle madri in gravidanza, ma anche sostenendo i genitori dopo la nascita del bambino. Nella conflittualità familiare con il potenziamento dei fattori di protezione presenti nelle famiglie. In adolescenza, dove è sempre più necessario confrontarsi anche con la cosiddetta dating violence e la violenza online, attraverso il Consultorio Giovani e gli interventi di sensibilizzazione nelle scuole. La violenza tra le coppie di adolescenti “Teen dating violence” è un fenomeno ancora poco indagato, ma che presenta caratteristiche preoccupanti. Più della metà dei maltrattamenti in questa fascia d’età viene commesso all’interno della coppia. Spesso in questa età non si hanno gli strumenti per comprendere che comportamenti aggressivi non possono essere subiti ed accettati, non sono “normali”, e che la prevaricazione, il possesso, la gelosia e l’eccesso di controllo non possono essere scambiati per amore”.