È il 18 gennaio 1662, a Lucca sono attesi l’arciduca Ferdinando Carlo d’Austria e d’Innsbruck. Per celebrare la prestigiosa visita si organizza un’imponente partita di calcio nella Piaggia Romana (un’area oggi corrispondente all’Orto Botanico): due squadre da 150 persone ciascuna che si davano letteralmente battaglia per lanciare la palla al di là del campo avversario e per risolvere, nel sangue, conti in sospeso.
Questa è la scena che Camillo Ciai ha immortalato nel dipinto “Nobili svaghi. Il gioco del calcio. Lucca 1662” in mostra fino al 7 gennaio 2024 nella chiesa di San Franceschetto (Lucca). L’opera è stata recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ad un’asta milanese di Sotheby’s e racconta un aspetto inedito e curioso della città, tra costumi e abitudini del tempo.
Si riconoscono le Mura, il Baluardo San Regolo, gli allestimenti in grande stile e tante piccole scenette tutte da scoprire. La tela si compone infatti di una miriade di dettagli che dovevano solleticare lo sguardo del committente, lo stesso arciduca che aveva voluto per sé questa gigantesca “cartolina ricordo”.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca adesso ha deciso di condividere la bellezza e la singolarità del dipinto attraverso un’esposizione in cui scoprire curiosità e notizie sulla Lucca del XVII secolo, sui costumi, i divertimenti e un avvenimento davvero particolare. Il tutto ampiamente documentato nell’esposizione e nel relativo catalogo, realizzato a cura di Paola Betti.
L’ANTEFATTO
A Lucca il 18 gennaio del 1662 si attendeva un grande evento: la visita dell’Arciduca Ferdinando Carlo d’Austria e d’Innsbruck (1628-1662). L’illustre ospite, atteso assieme alla consorte Anna de’ Medici e alla figlia Claudia Felicita, venne ospitato nei palazzi Buonvisi e Busdraghi e per intrattenerlo si decise di organizzare una spettacolare partita calcio, pratica che all’epoca a Lucca vantava già una tradizione importante e un’ampia legislatura che ne regolamentava lo svolgimento.
Il GIOCO
Le partite di norma si svolgevano durante il carnevale, nella zona denominata ‘Piaggia Romana’, un’area di forma triangolare, a ridosso delle mura rinascimentali, più o meno corrispondente all’attuale Orto Botanico. Due squadre di circa 150 giocatori ciascuna, con ruoli diversi e partecipate da tutti i ceti sociali, lottavano (il termine non è esagerato) per riuscire a lanciare la palla oltre il fondo del campo avversario o saltarvi con la sfera in mano. Come anche la rappresentazione del Ciai ci racconta gli incontri si trasformavano in pretesto per vendette e regolamenti di conti, tanto che già 1608, il Governo della città autorizzava e monitorava lo svolgimento delle partite.
L’OPERA E IL SUO AUTORE
La tela del Ciai presenta quella specifica partita del 1662 incorniciata in un sipario teatrale. Vi sono riconoscibili le Mura, il Baluardo di San Regolo, lo sfarzoso allestimento, scene gustose con personaggi quasi caricaturali che caratterizzavano queste occasioni e, sulla destra, l’ospite, Ferdinando Carlo, in piedi per meglio assistere al gioco.
Una tela da godere in tutta la sua interezza, nella miriade di dettagli e scenette che dovevano solleticare lo sguardo del committente, lo stesso Arciduca che aveva voluto per sé questa gigantesca ‘cartolina ricordo’.
Ancora oggi restano scarse le notizie relative a Camillo di Giovan Battista Ciai, fiorentino di nascita e operante nella Repubblica di Lucca nella seconda metà del Seicento; di lui conosciamo altre opere ‘lucchesi’, in San Frediano, in San Romano ma anche sparse nelle chiese del territorio, a testimonianza di un prestigio personale profondamente radicato in tutta l’area.
INFO
La mostra è un piccolo gioiello e potrà essere visitata fino al 7 gennaio, sabato e domenica con orario 10-19. Aperture straordinarie venerdì 8 dicembre e martedì 26 dicembre, sempre dalle 10 alle 19 e domenica 31 dicembre con orario 10-17.
(testo e foto dal sito e dalla pagina Facebook della Fondazione CRL: https://www.fondazionecarilucca.it/news/un-quadro-il-calcio-la-storia)