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sabato, Novembre 23, 2024

Indagine “BancaImpresa”, la metà delle ditte sostiene le necessità finanziarie con mezzi propri. Bene il fatturato

Nel corso del 2023, 8 aziende su 10 delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa sono state in grado di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Tra queste, la maggioranza (51%) si è avvalsa di mezzi propri o si è autofinanziata, mentre il 29% ha fatto ricorso a prestiti da istituti di credito o altri intermediari. Tuttavia, due imprese su dieci incontrano difficoltà di tipo finanziario a causa di un fatturato insufficiente rispetto alle necessità (53%) e di entrate irregolari o imprevedibili (50%). Il 30% delle aziende ha ottenuto nuovo credito, impiegato principalmente per investimenti (60%) e per la gestione delle spese correnti e la liquidità (il 34%). Le forme tecniche utilizzate sono state prevalentemente i mutui e le aperture di credito. Ovviamente, considerata l’evoluzione dei tassi, le imprese registrano un forte aumento dei costi di finanziamento.

Nonostante il contesto economico si sia indebolito nel corso del 2023 il 38% delle aziende segnala un aumento dei propri fatturati. Le prospettive per il primo semestre del 2024 sono orientate ad un moderato ottimismo: il saldo tra coloro che prevedono un aumento rispetto a quelli che invece vedono un calo del giro d’affari si assesta a 10 punti percentuali. A causa dell’incertezza sull’andamento dell’economia e dei costi di finanziamento elevati la richiesta di credito per il primo semestre del 2024 rimane in linea con il 2023.

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A dirlo sono i dati di “BancaImpresa2023” un sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, in collaborazione con l’Istituto di Studi e Ricerche, dal 24 novembre al 4 dicembre 2023, su 194 piccole e medie imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa. L’indagine è stata realizzata per comprendere la gestione finanziaria delle imprese ed ha indagato i rapporti con il sistema creditizio/finanziario e l’andamento del giro d’affari nel 2023 e le previsioni sul primo semestre del 2024.

“Nonostante l’indebolimento congiunturale, i dati del sondaggio che abbiamo realizzato – afferma il Presidente della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, Valter Tamburini – segnalano una discreta tenuta delle finanze delle imprese ed un’evoluzione positiva dei fatturati. In un panorama già complesso, caratterizzato da incertezza e costi di finanziamento crescenti, si aggiungono ulteriori rischi al ribasso legati all’evoluzione del quadro internazionale. Per contrastare queste dinamiche abbiamo recentemente canalizzato più di un milione di euro di economie ottenute nel corso del 2023 per scorrere le graduatorie dei bandi destinati a supportare gli investimenti. Si tratta di un segno concreto del sostegno camerale alle imprese consapevoli dell’importanza degli investimenti per lo sviluppo dell’economia del territorio.”

Indagine Bancaimpresa 2023

Otto aziende su dieci riescono a far fronte al proprio fabbisogno finanziario

Pur in un quadro economico in continua evoluzione, l’80% delle imprese intervistate nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa dichiara di essere in grado di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. La quota maggiore degli imprenditori (il 51%), afferente soprattutto al comparto dei servizi, ha affermato di aver utilizzato prevalentemente mezzi propri o l’autofinanziamento, evidenziando quindi una disponibilità finanziaria pregressa. Il restante 29% delle imprese, non disponendo dei mezzi propri, ha invece fatto ricorso a prestiti ottenuti da Istituti di credito bancari, da Poste o altri intermediari finanziari.

Una quota non trascurabile di imprese, due ogni dieci, non riesce tuttavia a far fronte alle proprie esigenze finanziarie, dichiarando cioè di trovarsi nell’impossibilità di utilizzare fondi propri o di accedere a fonti di finanziamento esterne: una situazione di difficoltà che non permette di fronteggiare le necessità monetarie dell’impresa. Si tratta di un fenomeno che interessa soprattutto le aziende di piccole dimensioni.

A determinare questa criticità contribuiscono una serie di concause tra le quali spicca un fatturato insufficiente (53%) rispetto alle necessità. Si tratta di una questione di ordine economico-produttivo che trova conferma anche da coloro che segnalano entrate irregolari (50%). Un’ulteriore causa riferita dagli imprenditori riguarda invece le entrate dilazionate (19%) mentre con minore intensità si trova la revoca del credito (14%) e gli errori di valutazione delle spese (3%).

Le imprese utilizzano il credito per mutui e liquidità

Considerando le diverse tipologie di operazioni effettuate dalle aziende, emerge chiaramente come queste utilizzino il sistema creditizio per ottenere finanziamenti. In questa specifica categoria la quota più consistente riguarda i mutui (il 39% delle imprese dichiara di averli ottenuti), seguono le aperture di credito in c/c (37%), i prestiti a breve (34%) e, infine, il ricorso a finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche (30%).

Le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa utilizzano ampiamente anche gli anticipi per ottenere liquidità. Si tratta soprattutto di anticipi su fatture (43%), prevalentemente nel settore industriale, mentre con valori più contenuti troviamo sia i crediti di firma, come avalli e fidejussioni (10%), che gli anticipi all’export o forfaiting (7%).

Molto più contenute, rispetto ad altre tipologie, le altre operazioni finanziarie: il leasing finanziario (usato solo dal 13%), vede un interesse in prevalenza delle imprese locali dell’industria, seguono il factoring, il private equity e il crowdfunding.

Le operazioni finanziarie utilizzate dalle imprese nel 2023

Considerando i rapporti con il sistema finanziario il 26% delle aziende dichiara di avere rapporti con solo un Istituto di credito (banche, poste, altri intermediari finanziari). Più della metà delle imprese (il 53%) dichiara invece di intrattenere rapporti con due o tre Istituti e due imprese ogni dieci si sono avvalse per le proprie operazioni finanziarie di almeno quattro Istituti. L’uso di diversi intermediari finanziari è in parte dovuto all’aumento della diffusione degli strumenti digitali, tendenza che si è accentuata durante la pandemia. Se da un lato questa evoluzione porta ad una riduzione del numero di sportelli fisici dall’altro si assiste ad un aumento della concorrenza tra soggetti che erogano credito.

Tre imprese su dieci hanno ottenuto nuovo credito nel 2023

Il 30% delle imprese afferma di aver ottenuto nuove linee di credito nell’ultimo anno e, nel 64% dei casi, non ha registrato particolari difficoltà nell’accesso ai finanziamenti rispetto all’anno precedente. Per contro un 21% ha invece registrato maggiori difficoltà con criticità particolarmente rilevanti legate all’aumento dei tassi di interesse e all’allungamento dei tempi di analisi delle richieste di affidamento.

Il credito ottenuto dalle imprese delle tre province è stato utilizzato per fare investimenti (nel 60% dei casi) e, in maniera minore, per gestire l’attivtà corrente come le spese e la liquidità (ciascuno al 34%). Nel 18% dei casi, infine, il credito concesso è stato utilizzato per pagare tasse e contributi.

Aumentano i costi per ottenere credito

Tanto le aziende che hanno ottenuto nuovo credito, quanto quelle che non lo hanno ottenuto o richiesto, hanno riscontrato un aumento dei tassi applicati (86%) rispetto all’anno precedente. Si tratta di un elemento ampiamente prevedibile vista la stretta monetaria attuata dalla BCE, con dieci aumenti consecutivi dei tassi nell’ultimo biennio.

Tra gli altri fattori segnalati dalle aziende si segnalano gli aumenti del costo complessivo del finanziamento (78%) e le garanzie richieste, dove però rispetto a quelli che segnalano un aumento (40%), prevale la percezione di una sostanziale stazionarietà (56%). E’ invece molto contenuta (appena il 6%) la richiesta di rientro dal fido messo a disposizione.

Fatturato positivo nel 2023 per sette imprese su dieci

Pur in un contesto economico debole e caratterizzato da tassi d’interesse ancora elevati, la fiducia delle imprese sembra non esser venuta meno. Le aziende delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa valutano infatti positivamente il 2023, con il 38% maggioranza di operatori che ha dichiarato un aumento del fatturato a fronte di un 29% che, invece, ha segnalato una riduzione. Il restante 33% ha invece indicato il medesimo livello del 2022. Il saldo aumenti-diminuzioni è quindi positivo per 9 punti percentuali e prevale soprattutto nelle imprese dei servizi.

Andamento del fatturato delle imprese nel 2023

Il dato, come prevedibile, risulta in peggioramento rispetto a quanto rilevato in giugno dall’indagine “ClimaImpresa”. Ad inizio estate, infatti, il saldo tra chi prevedeva un fatturato 2023 in crescita o in diminuzione rispetto al 2022 era positivo per 23 punti percentuali (il 44% prevedeva un aumento del proprio giro d’affari ed un 25% una diminuzione).

Aziende moderatamente ottimiste per il 2024

Il moderato clima di ottimismo registrato sul finire del 2023 trova conferma, pur in presenza di una maggiore quota di giudizi improntati alla stabilità, valutando le prospettive sul primo semestre 2024. Le previsioni degli imprenditori registrano infatti una stabilità del proprio fatturato rispetto al medesimo periodo del 2023 (nel 58% dei casi) mentre un altro 26% prevede un aumento del proprio giro d’affari, contro un 16% che, invece, si attende un peggioramento. Il saldo aumenti-diminuzioni si trova quindi ancora in terreno positivo (+10 punti percentuali).

Il clima di incertezza frena la richiesta di credito

Le condizioni esogene come le prospettive sul ciclo economico che si fanno più incerte e gli elevati costi di finanziamento, frenano tanto gli investimenti quanto l’attività produttiva.

Di conseguenza anche la richiesta di credito da parte delle imprese operanti nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa per i primi sei mesi del 2024 rimane in linea rispetto al 2023. I dati dicono infatti che solo il 28% delle imprese farà richiesta di finanziamento. Il credito richiesto al sistema finanziario servirà prevalentemente per fare investimenti e, in maniera più contenuta, per avere liquidità.

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