La sanità toscana ancora una volta fa rete e consente ad una mamma, affetta da cardiopatia e con placenta previa, di mettere al mondo il suo bambino in piena sicurezza.
Il parto è avvenuto nell’Area nascita integrata dell’Ospedale del Cuore di Massa, gestita, in stretta collaborazione, da Fondazione Monasterio e Azienda USL Toscana nord ovest. Mamma Eleonora e il suo bambino, figlio secondogenito, sono stati dimessi, sono a casa e stanno bene.
Eleonora da anni è seguita da Monasterio per una complessa cardiopatia che interessa l’arteria aorta e una valvola cardiaca. Cardiopatia che non le ha impedito, tre anni fa, di mettere al mondo la sua prima figlia, all’Ospedale del Cuore, seguita da cardiologi, cardiochirurghi, ginecologi e neonatologi dell’Area nascita integrata; nelle scorse settimane il secondo parto, ancora più delicato del primo perché, a complicare il quadro clinico della donna, è sorto anche un problema ginecologico. Al quinto mese mese di gravidanza, al momento dell’ecografia morfologica, i professionisti della Unit di medicina materno-fetale dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana hanno, infatti, diagnosticato ad Eleonora una placenta previa che, per la sua particolare collocazione nella parte bassa dell’utero, sulla cicatrice del pregresso taglio cesareo, poteva causare eventi emorragici con rischi importanti per la salute di una donna, ancor di più se affetta da cardiopatia. Una posizione placentare che presupponeva una gestione ed un follow up specialistici con valutazioni seriate di ecografia tridimensionale per lo studio anatomo-funzionale dell’invasione placentare nei tessuti circostanti.
La gravità del quadro clinico ha richiesto quindi un intervento multispecialistico per cui, a garanzia della salute di Eleonora e del bambino, si è messa in moto la rete della sanità toscana per la gestione delle gravidanze ad alto rischio: la donna è stata seguita dai ginecologi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dai colleghi dell’Usl Toscana nord ovest che lavorano nell’Area nascita integrata all’Ospedale del Cuore. Parallelamente i cardiologi di Monasterio hanno monitorato lo stato di salute della donna fino a 37 settimane e 4 giorni di gestazione quando è stato programmato il parto cesareo. Un parto che ha richiesto la presenza in sala di un team multidisciplinare e multi aziendale.
Ad assistere la mamma i neonatologi, anestesisti e cardiologi di Monasterio, i ginecologi, il personale infermieristico e le ostetriche dell’Area nascita integrata e dell’Usl, i radiologi interventisti dell’Azienda USL Toscana nord ovest. In particolare la presenza del team di radiologia interventistica dell’Usl è stata fondamentale perché, attraverso l’utilizzo di particolari sonde femorali, i medici, per via endoscopica, hanno impedito eventi emorragici determinati dalla placenta previa evitando così scompensi rischiosi per la salute della donna.
Nelle scorse settimane, grazie alla stretta collaborazione tra oltre 20 professionisti, Eleonora ha dunque dato alla luce il suo secondo figlio – un bambino di poco meno di 3 chilogrammi- il cui cuore è in perfetta salute.
Il parto – altro dato che ne conferma l’eccezionalità – è avvenuto nella sala ibrida del nuovo blocco operatorio dell’Ospedale del Cuore. Quella sala, quasi 100 metri quadrati, consente la fusion imaging, ossia la sovrapposizione di immagini ecografiche e radiologiche: i radiologi interventisti hanno quindi potuto seguire sui monitor in sala il percorso delle sonde femorali inserite nelle arterie per evitare emorragie e accertare il corretto posizionamento. In sala anche gli anestesisti, i cardiologi e cardiochirurghi di Monasterio pronti ad intervenire in caso di scompenso o di problemi all’aorta, le ostetriche e i ginecologi per aiutare mamma e bambino, gli infermieri, i perfusionisti che si occupano di circolazione extracorporea, i tecnici di radiologia e gli operatori socio sanitari. “Un grandissimo lavoro di squadra – viene sottolineato in una nota – , non solo nella fase operatoria, ma anche in quella che l’ha preceduta con un grande impegno dei professionisti, tecnici e infermieri di Monasterio nella predisposizione della sala ibrida al parto”.
Dopo il parto, Eleonora è stata accolta nella degenza pediatrica dell’Ospedale del Cuore, insieme al suo bambino. Il piccolo, subito dopo la nascita, ha avuto bisogno di essere ventilato per qualche ora: la grande esperienza e professionalità del personale di Monasterio ha consentito che il supporto ventilatorio venisse garantito nella camera in cui era ricoverata la mamma per permettere ad Eleonora e al bambino di stare insieme, fin dalle prime ore dopo la nascita. Le infermiere e le ostetriche hanno affiancato la mamma minuto per minuto nelle delicatissime ore dopo il parto e l’hanno seguita in tutto il decorso post operatorio fino alla completa ripresa e al ritorno a casa.
“Io – racconta Eleonora – ho incontrato l’eccellenza. A Pisa, dopo la diagnosi di placenta previa, sono stata seguita con cura e professionalità. Conosco da anni i medici di Monasterio che mi seguono per la mia cardiopatia, già in occasione del primo parto mi hanno dimostrato massima competenza e lo hanno fatto anche in questa seconda occasione. All’Ospedale del Cuore mi sono sentita accolta, curata e informata. Ringrazio i radiologi interventisti dell’Usl – continua Eleonora – per la qualità del loro lavoro, per avermi coinvolta e resa consapevole. Un team straordinario che mi ha sostenuta anche durante l’intervento (l’anestesia non era totale, ndr). Sono stata supportata a 360 gradi e ringrazio infinitamente tutti”.
“Siamo orgogliosi – sono le parole del DG di Monasterio Marco Torre – del lavoro dei nostri professionisti e felici di avere garantito le migliori cure ad una mamma e al suo bambino, la vocazione pediatrica e neonatale è nel nostro Dna. Grande motivo di orgoglio è anche il lavoro fianco a fianco con le altre aziende sanitarie regionali. La capacità di fare rete è un patrimonio della sanità toscana che dobbiamo tutelare e valorizzare”.
“Ringrazio i nostri professionisti, insieme a quelli di Fondazione Monasterio e AOUP – sottolinea la direttrice generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest Maria Letizia Casani – perché la volontà di collaborare e la capacità di lavorare in modo sinergico ci permette di gestire quotidianamente casi complessi come quelli di Eleonora e del suo bambino, che sono stati curati e assistiti in maniera adeguata nell’ambito di questa area nascita integrata che rappresenta un unicum a livello nazionale”.
“Anche da parte dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana – conclude il direttore generale Silvia Briani – non c’è che da plaudire al lavoro di squadra di tutti i professionisti coinvolti. In Toscana abbiamo questa capacità di fare rete ed è un valore aggiunto da rafforzare in sanità perché i risultati dimostrano che l’integrazione e la collaborazione fra enti ciascuno con una vocazione e una propria mission sono la chiave giusta per risolvere i problemi”.