Da un analisi puntuale si conferma la dinamica positiva del mercato del lavoro: a novembre i quasi 500.000 occupati in più, rispetto a gennaio 2023, prevalentemente poi a tempo indeterminato, sono un’ottima notizia per l’economia in generale e inoltre per la curva dei consumi che non crescono ma diminuiscono nello stesso periodo…
Cala il lavoro a tempo determinato e quello indipendente e rimane problematica l’occupazione giovanile e intellettuale, ma complessivamente il segnale deve essere considerato positivo.
Il 2024 si è aperto con ulteriori rischi per i flussi commerciali ed il costo delle materie prime: la forte riduzione dei transiti nel canale di Suez – per il transito problematico nel Mar Rosso – rappresenta un problema con aspetti preoccupanti anche sul piano economico generale in Italia e in Europa.
L’inflazione per ora scende positivamente, ma la produzione industriale rimane debole ed i consumi delle famiglie non crescono. L’andamento del credito con il segno meno (per i finanziamenti alle PMI e i mutui alle famiglie) rappresenta un freno alla ripresa perché non aiuta gli investimenti produttivi e l’acquisto di nuove case…
Il calo della produzione industriale che si è registrato a fine anno, oltretutto per tre mesi consecutivi, si riverbera poi necessariamente sul PIL del 2024. L’obiettivo di una ripresa rimane perseguibile però con un impegno diverso e maggiore di finanziare gli investimenti delle PMI: solo così potranno aumentare la produzione, il fatturato, il PIL complessivo e i livelli occupazionali.
Gianfranco Antognoli