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venerdì, Novembre 22, 2024

Prestiti bancari in diminuzione e sofferenze in aumento: occorre una svolta per la politica del credito

La politica del credito deve poter cambiare: occorre una maggiore responsabilità delle ‘banche del territorio’ dato che le banche fintech stanno facendo il loro dovere. 

Prestiti alle imprese in forte calo, mutui fermi alle famiglie e sofferenze bancarie in crescita. Occorre evitare la ‘tempesta perfetta’ che insieme all’aumento dei tassi per combattere l’inflazione penalizza di fatto il processo di ripresa economica con danni per il PIL, per la creazione di valore e per i livelli occupazionali stabili.

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La stretta creditizia del 2023 appare molto pericolosa (meno 7% di erogazioni alle PMI pari a 55 miliardi di euro): è necessario quindi che le autorità monetarie e di governo, oltre che ABI e Confindustria, si facciano sentire dalle banche che rappresentano una quota di mercato rilevante (le prime 10 nel ranking nazionale).

Il credito al consumo è cresciuto di 5 miliardi, ma questo non rappresenta certo una pur misera consolazione, anche perché il reddito reale delle famiglie è diminuito con l’inflazione. I tassi hanno raggiunto il picco nel 2023, e solo adesso il mercato sta anticipando le future mosse delle banche centrali con una modesta diminuzione di circa l’uno per cento.

La clientela bancaria fatica ad onrare le scadenze, le sofferenze nette sono cresciute in un anno del 10% passando da 16 a 18 miliardi di euro… Il conto lo stanno pagando i cittadini e le imprese perché le banche, proprio grazie all’aumento dei tassi attivi, hanno fatto un incremento massiccio degli utili che sono stimati circa 40 miliardi per il 2023, di fatto incrementando la redditiva attività’ finanziaria a scapito degli impieghi.

Le banche sono le uniche a beneficiare della politica monetaria della BCE ma l’economia reale soffre e gli investimenti, che creano sviluppo e ricchezza prodotta, rischiano di stazionare a causa del ‘credit crunch’ e dei tassi elevati. A nulla da questo punto di vista sono valsi i provvedimenti del governo con la tassa degli extraprofitti bancari.

Concludendo, è opportuna e urgente una iniziativa delle autorità monetarie e del governo per sollecitare le banche ad accompagnare le spese di investimento delle aziende meritevoli. Infatti l’esame della capacità creditizia certamente non può sottostare alla politica, ma deve essere fatta con grande attenzione, professionalità e disponibilità soprattutto dalle banche del territorio. Le banche debbono svolgere pienamente la loro attività tipica, la intermediazione creditizia, in un ottica di supporto alle imprese per lo sviluppo economico complessivo del nostro paese.

Gianfranco Antognoli

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