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venerdì, Novembre 22, 2024

Boom dell’import di fiori “sleali”: anche i floricoltori viareggini in piazza a Bruxelles per chiedere lo stop

Anche i floricoltori viareggini e della vicina costa apuana e pisana hanno partecipato a Bruxelles alla mobilitazione di Coldiretti di fronte ai palazzi dell’Unione Europea per chiedere lo stop alle importazioni sleali, oltre che di prodotti alimentari, di fiori che non rispettano gli stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole. Il 2023 ha segnato, anche per il florovivaismo, un anno record negativo con il record di importazioni di fiori e piante (+35%). Una accelerazione che preoccupa le imprese del settore che da qualche settimana possono contare anche sulla novità del marchio “Fiori Italiani” promosso da Coldiretti e Affi per invertire la rotta.

La delegazione, guidata dal presidente provinciale, Andrea Elmi, e composta tra gli altri dai floricoltori Giacomo Carmazzi, Giacomo Chiarappa e Marco Tongiani, si è unita agli oltre mille agricoltori ed allevatori arrivati da tutta Italia che hanno protestato contro le politiche folli dell’UE chiedendo lo stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, ed ancora incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti. Richieste che sono contenute nel piano strategico presentato dal presidente nazionale, Ettore Prandini. Si tratta del secondo blitz in Europa, dopo quello dello scorso 1 febbraio, ma questa volta la ragione è stata mettere pressione ai Ministri agricoli dei 27 Paesi che si stavano riunendo.

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“Siamo tornati a Bruxelles perché è li che si decide il futuro del nostro settore. – spiega il presidente provinciale, Andrea Elmi – Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione sul territorio incontrando in queste settimane centinaia di imprese del nostro territorio, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio in Europa. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Molte delle nostre proposte sono state accolte dal Commissario europeo all’agricoltura, ma anche oggi non ci sono certezze sui tempi. Ci aspettiamo che nel Consiglio europeo di marzo ci sia la svolta necessaria. I tempi della burocrazia Ue non sono quelli delle imprese, ma non si può attendere oltre. Serve tutto ciò che porti a una semplificazione”

Le misure puntano innanzitutto – sottolinea Coldiretti Lucca – a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. Coldiretti chiede dunque di eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente.

Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però talmente grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire – continua Coldiretti Lucca – da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro Temporaneo di Crisi e Transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne.

Ma a Bruxelles Coldiretti punta anche a scardinare alcune delle follie europee che minacciano l’agricoltura nazionale, dalla direttiva packaging che colpisce le aziende ortofrutticole cancellando, per fare un esempio, insalata in busta e confezioni di pomodorini, alla direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche, fino all’accordo Mercosur.

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