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venerdì, Novembre 22, 2024

Record per i fatturati delle società di capitali. Bene medio-grandi, nautica, cartario, chimica e lavorazione lapidea

I dati di bilancio del 2022 delle società di capitali delle province Lucca, Massa-Carrara e Pisa rivelano un quadro incoraggiante. La fase pandemica è infatti stata completamente superata, con segnali positivi sia sul fronte economico che su quello finanziario-patrimoniale. Nonostante le preoccupazioni legate allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e gli impatti sui costi delle materie prime, dei servizi e della logistica, le imprese hanno dimostrato una notevole resilienza. In particolare, le società delle tre province hanno saputo reagire in modo efficace agli aumenti dei costi, mantenendo la loro competitività. A testimoniarlo è la significativa crescita del fatturato che in media è stata del +18% tra il 2022 ed il 2021 e del +31% rispetto al 2019. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’analisi effettuata dall’Istituto di Studi e Ricerche (ISR) e dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest su oltre 13.000 bilanci relativi al 2022 – gli ultimi disponibili – delle società di capitali operanti nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa.

“Nel contesto dell’analisi economica – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest –  lo studio dei bilanci aziendali svolge un ruolo fondamentale nel dipingere un quadro “reale” della realtà. I dati dell’anno 2022, a questo proposito, evidenziano lo stato di salute complessiva del tessuto imprenditoriale, dimostrando la sua resilienza di fronte alla più grande crisi degli ultimi anni. Tuttavia se questo è evidente nelle imprese di medie e grandi dimensioni, nelle realtà più piccole emergono delle criticità. Se da un lato la piccola dimensione rappresenta la vitalità e l’intraprendenza, d’altro canto, i dati ci dicono come le sfide globali vengano affrontate in modo più efficace dalle aziende di dimensioni maggiori. La Camera di Commercio, in risposta a queste sfide, ha avviato programmi di formazione a misura di PMI in collaborazione con professionisti della consulenza d’impresa per supportare la crescita del capitale umano e a aumentare, quindi, la competitività delle piccole imprese locali.”

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In provincia di Lucca, il fatturato delle società ha registrato nel 2022 un aumento medio del +19% rispetto all’anno precedente e del +30% rispetto al periodo pre-Covid, portando il giro d’affari a sfiorare i 3,5 milioni di euro medi per impresa, superiore di 700 mila euro a quello delle imprese dell’Area. Spiccano le performance delle medio-grandi aziende, il cui fatturato è aumentato del +23% rispetto al 2021 (e del +36% rispetto al 2019). Anche le piccole imprese hanno mostrato un recupero significativo, con una crescita del giro d’affari del +10% (+25% rispetto al 2019), per le micro imprese invece l’incremento è stato più contenuto (+6%). Tutti i principali indicatori economico-finanziari sono migliorati rispetto all’anno pre-pandemico: il Roi è salito dal 3,8% al 5,3%, il Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) è sceso dal 62,6% al 56,5%, il cash flow si è consolidato all’11% dei ricavi, il grado di patrimonializzazione è aumentato dal 35,6% al 39,5% dell’attivo, l’utile finale dal 4% al 4,5% dei corrispondenti fatturati, nonostante l’incremento dell’imposizione fiscale (dal 22,4% al 25,6% del risultato ante imposte).

In ambito settoriale si segnala, in positivo, l’ottima perfomance della carta-cartotecnica lucchese (fatturato +36% rispetto al 2019, patrimonializzazione al 54% dell’attivo). In negativo, invece, il calzaturiero che chiude in perdita, con una flessione sia della produttività (Clup dal 67,1% al 74,5%) che della solidità aziendale (la patrimonializzazione scende dal 36,3% al 24,7%). La cantieristica nautica ha invece visto crescere il giro d’affari del +11% sul 2019, ma è soprattutto sulla redditività lorda e netta che si sono registrati i migliori risultati (utile è salito dall’1,4% dei ricavi del 2019 al 5,2% del 2022 e Roi dal 3,2% al 15,3%) che posizionano il settore ai vertici della classifica provinciale. Raddoppia anche cash flow e la liquidità disponibile. L’unico handicap riguarda la patrimonializzazione che resta su valori contenuti (il 15,9% dell’attivo), a testimonianza di un elevato livello di indebitamento che è comunque caratteristico del settore.

A Massa-Carrara, il fatturato delle società di capitali è aumentato del +12% rispetto al 2021 e del +38% rispetto al 2019, portando il giro d’affari medio a 1,9 milioni di euro. Spiccano le ottime performance delle piccole aziende, il cui fatturato è aumentato del +15% rispetto al 2021 (e del +25% rispetto al 2019). Anche le medio-grandi imprese hanno mostrato un buon recupero, con una crescita del giro d’affari del +14% (addirittura del +61% rispetto al 2019), mentre le micro hanno registrato un incremento più contenuto (+2%). Riguardo ai principali indicatori economico-finanziari, il Roi è passato dal 4,7% del 2019 al 5,9% del 2022, il costo del lavoro per unità prodotta dal 61,1% al 56,5%, il cash flow rimane stabile all’11,6% dei ricavi mentre aumenta la patrimonializzazione che raggiunge quasi il 46% (dal 44% del 2019): il valore più alto tra le tre province.

Riguardo ai settori, in positivo, da segnalare la cantieristica nautica che triplica i valori del 2019, portandosi verso i livelli dimensionali del distretto viareggino-versiliese. Tiene la lavorazione lapidea, che aumenta il proprio fatturato del +14% rispetto al periodo pre-Covid (e del +10% sul 2021) che si traduce in un’elevata capacità di produrre reddito (utile netto pari all’11% dei ricavi) e in un’altissima patrimonializzazione (quasi al 60% dell’attivo). Di converso, l’estrazione non presenta dinamiche altrettanto buone, a causa di un contingentamento dell’attività estrattiva che nel 2022 ha toccato i valori minimi degli ultimi 10 anni (dopo quelli anomali del 2020): fatturato -3% sul 2021 (e “solo” +5% dal 2019), utile che scende al 7,2%, la liquidità che peggiora anche se il settore continua a detenere risorse cospicue nelle proprie casse.

In provincia di Pisa, i ricavi delle imprese sono aumentati del +18% rispetto all’anno precedente e del +30% dal 2019, portandosi a 2,6 milioni di euro in media per impresa. Ottimi gli andamenti delle medio-grandi imprese (fatturato +24% sul 2021 e +41% sul 2019), apprezzabili quelli delle piccole (fatturato +12% sul 2021 e +20% sul 2019), mentre le micro hanno registrato un incremento più contenuto (+5%). Migliorano tutti i principali indicatori economico-finanziari rispetto all’anno pre-pandemico: il Roi è salito dal 5,7% al 6,8%, raggiungendo il livello più alto tra tutte le province dell’Area, il Clup è sceso dal 61,5% al 56,5%, il cash flow è aumentato dal 12,5% al 13,3%, il grado di patrimonializzazione è salito al 38,2% (dal 37,1%), l’utile finale dal 5% al 5,3% dei corrispondenti fatturati, malgrado il notevole incremento del carico fiscale dovuto ad imposte dirette (Ires e Irap) che nelle società pisane è andato ad erodere nel 2022 quasi il 31% del risultato ante imposte (a fronte del 23% del 2021).

Su scala settoriale si segnala, in positivo, l’ottima perfomance della chimica e farmaceutica (fatturato +36% dal 2019, utile record al 16% dei ricavi, cash flow al 25%). E’ andato bene anche il fatturato dei mezzi di trasporto (+31% sul 2019) che però non si è tradotto né in un incremento dell’utile (rimasto fermo al 5% dei ricavi), né in una ripresa della patrimonializzazione (scesa al 26% dell’attivo). Nella concia, l’incremento del fatturato (+7% sul 2019) è stato assorbito dall’aumento dei costi di produzione, al punto che è rimasta pressoché costante la capacità di generare utile (a circa il 5% dei ricavi) e la patrimonializzazione è scesa di poco al di sotto del 44%.

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