“Sono convinto che lo Stato vincerà ogni sfida verso la criminalità ma ha un tempo sicuramente più lento”. Parole del prefetto Vittorio Rizzi vice direttore generale della Pubblica Sicurezza intervenuto al convegno su “Le nuove minacce criminali e le investigazioni 5.0: dal mondo reale al virtuale e al metaverso” che si è tenuto al Grand hotel Principe di Piemonte di Viareggio alla presenza dei più alti vertici delle forze dell’ordine. Ad intervistarlo il noto volto Mediaset Cesara Buonamici, direttrice del Tg5. Rizzi ha premesso quanto i dati possano confortare la percezione di sicurezza: nel 1992 uno studio Eurispes calcolò tremila omicidi l’anno, mentre adesso la cifra si ferma a 300; ha inoltre analizzato lo studio della fisiognomica criminale partita con Pitagora, proseguita con Aristotele e approfondita da Platone secondo cui “ciò che è bello è anche buono” ricordando il mito di Achille nell’Odissea.
“La gente – ha evidenziato il prefetto Rizzi – si è sempre interrogata sull’origine della delinquenza e la Prima Accademia di polizia scientifica rilevò che si è destinati a diventare criminali. Ci sono infatti studi di genetica sul cosiddetto gene guerriero, cioè la presenza di una proteina cromosoma X che, in eccesso, dà determinate reazioni comportamentali e ha trovato nella giurisprudenza un accoglimento in Corte d’Assise valutandola anche come attenuante’’.
Il prefetto ha poi affrontato il progressivo passaggio della società nel mondo virtuale, in quella che ha definito la on-life.
“La parola virtuale – ha proseguito – di fatto è inadeguata perché le vittime sul web sono reali. Oggi viviamo in questa nuova realtà e dobbiamo essere educati. Le generazioni più fragili sono quelle intermedie perché approcciano in questo mondo in modo non del tutto consapevole’’. Rizzi ha trattato della criminologia e della criminalistica, parlando delle sfide del terzo millennio, dal cyber crime alle piattaforme criptate, dalle mafie tradizionali alle macromafie in continua metamorfosi, dal metaverso alle blockchain, dal riciclaggio alle criptovalute fino ai crimini dell’odio e alla violenza di genere. Ad ascoltarlo anche due classi quinte del liceo scientifico Barsanti e Matteucci di Viareggio.
“Lo Stato vincerà sulla criminalità – ha chiuso – anche se questa ha tempi più rapidi perché non ha codici etici. La democrazia ha bisogno di fare un uso legittimo della forza ed è inevitabile che agisca in rincorsa ma alla fine lo Stato è sempre risultato vincente. Oggi all’evoluzione sempre più rapida della criminalità, gli organi di Stato e le forze politiche hanno solo una rispostala resilienza cioè la capacità di adattamento’’