L’amministrazione comunale è impegnata per garantire la sopravvivenza delle specie ittiche nella Riserva medicea di pesca, collaborando attivamente con la Regione per risolvere il problema dei cormorani che stanno depredando i pesci immessi nei corsi d’acqua.
La preoccupazione espressa dal responsabile della Riserva, Gionata Paolicchi, vede il Comune non solo consapevole del problema ma anche impegnato a trovare una soluzione per garantire il ripopolamento delle specie ittiche.
La Riserva di pesca, la cui chiusura era prevista il 2 giugno, anticiperà lo stop per la carenza di trote, finite preda dei cormorani che ogni mattina, sul far del giorno, tuffano i loro becchi nelle trasparenti polle del Vezza, proprio laddove sono stati fatti ripetute immissioni di pesci.
Un problema di cui l’amministrazione comunale è al corrente, tanto che l’assessore all’ambiente Michele Silicani ha già preso contatto con la Regione, competente in materia.
L’obiettivo è di ripristinare quanto prima l’equilibrio ittico nei corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale, offrendo alla Regione tutta la collaborazione possibile perché si giunga in tempi rapidi a una soluzione del problema.
Una linea che intende coniugare la tradizione della pesca con la tutela ambientale e lo sviluppo del territorio. Storia e turismo si coniugano anche attraverso queste attività sportive, condotte nel totale impegno di tutelare le specie, tanto che l’intera riserva medicea di pesca è no kill, ovvero con l’obbligo di rilasciare immediatamente i pesci.
“La riserva medicea di pesca – spiega l’amministrazione comunale – nasce con l’obiettivo di tessere i fili della storia nel presente, per contribuire a uno sviluppo sostenibile. Non a caso simbolo della riserva è la trota in marmo che ricorda la pesca straordinaria della Granduchessa Maria Cristina di Lorena avvenuta nel 1603, un luogo dove i pescatori si scattano selfie ricordo. Da sempre questi sono fiumi dove si è pescato e oggi intendiamo farlo nel pieno rispetto delle specie ittiche, appunto rilasciando il pesce e garantendo controlli e pulizia degli ambiti fluviali”.
Non a caso è strettissima la collaborazione di Fondazione Terre Medicee, assessorato all’ambiente, ufficio ambiente ed Ersu con le associazioni Mosca Club Apuano e Fly Club 90 Versilia i cui volontari garantiscono un presidio costante del territorio, per scoraggiare i bracconieri ma anche ripulendo il fiume e le aree attigue da sacchi e rifiuti abbandonati.
In poco più di un anno dalla costituzione, la Riserva è divenuta meta di campioni del mondo di pesca, di personaggi sportivi, del mondo dello spettacolo ma anche di famiglie che hanno colto questa opportunità di conoscere a fondo il mondo della pesca, coniugato con il rispetto ambientale.
Dunque la sfida adesso è di allontanare i cormorani dalle acque del Versilia, ripristinando l’adeguato habitat per i pesci.
“Un uccello non autoctono – si aggiunge dall’assessorato all’ambiente – che causa non pochi danni, non solo per il numero dei pesci di cui si ciba ma anche perché, nel momento in cui si tuffa per la pesca, finisce per ferire a morte altri pesci, per di più predilige quelli medio piccoli, azzerando così il ciclo vitale delle specie”.
Da qui la piena disponibilità data alla Regione per collaborare alla soluzione di questo problema che richiede, appunto, l’uso di sistemi di dissuasione autorizzati dalla Regione stessa, con l’auspicio e l’impegno di riprendere tra qualche mese la regolare attività stagionale.