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venerdì, Novembre 22, 2024

Cinque anni fa moriva il pittore Giorgio Michetti. Una ricorrenza passata sotto silenzio

Il maestro Giorgio Michetti, certamente l’ultimo grande pittore di Viareggio, moriva nel suo studio di Via San Francesco il 17 giugno 2019 alla venerandissima età di 106 anni. Quest’anno pertanto ricorreva il 5° anniversario della sua scomparsa, ma a quanto ci risulta nella sua città natale non sembra sia stato fatto accenno a cerimonie in suo ricordo. Niente da dire perché nessuno – o quasi nessuno – è profeta in patria. Forse perché gran parte della sua vita, non soltanto artistica, l’ha trascorsa in alta Italia, e più specificatamente a Milano. Infatti a Viareggio è tornato nella sua tarda, ma ancor giovanissima età artistica, di pittore, affreschista, grafico, litografo.

Fra l’altro è stato anche l’inventore della pittura anamorfica che è sempre testimoniata da una cartella che contiene, appunto, quattro litografie tirate a torchio in 70 esemplari, più altri 15 in carta speciale Fabriano, dalla “Litografia Mariani” di Lissone nel marzo del 1979. Da notare che le lastre impresse sono state biffate in presenza dell’autore, affinché non ne fossero stampate altre.

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Le sue opere più importanti, sia affreschi che pitture, si possono ammirare in Lombardia, in Svizzera e Germania, dove fra l’altro vi sono state allestite mostre antologiche di largo respiro. Ma suoi dipinti in collezioni private sono anche in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America. Non dimentichiamo però che anche a Viareggio ha lasciato il segno della sua arte, dipingendo – fra l’altro – le “Quattro Stagioni” in quattro pannelli di straordinaria bellezza, un quadro dedicato all’esplosione nella stazione ferroviaria della città e un graffito sulla strage di Sant’Anna di Stazzema che è collocato nel Museo della resistenza di questa località.

Per non parlare infine di quella splendida cartella nella quale, sotto il nome “Viareggio dispersa”, il nostro racconta graficamente ciò che è andato disperso, appunto, ciò che costituiva l’antico borgo marino che sorgeva lungo il canale “Burlamacca” e la chiesa della SS. Annunziata. Non dimentichiamo poi il maestro Michetti insegnante, perché si ricordano ancora le lezioni di pittura effettuate per alcuni anni agli studenti del Liceo Scientifico “Barsanti e Matteucci”.

Ma al di là di queste note che servono ad inquadrare la personalità artistica di Giorgio Michetti ci piace ricordare il colloquio che avemmo personalmente pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa. Nel suo studio aveva infatti allestito da qualche tempo una “personale” dei suoi quadri ancora in suo possesso, tanto è vero che questa mostra aveva suscitato un certo interesse anche in chi conosceva Giorgio Michetti solo di nome. “Vedi – ebbe a dirci – , davanti a questi quadri che appartengono al passato più o meno recente, non è che sento nostalgia, ma sono di stimolo a ciò che farò di qui in avanti, perché se senza dubbio sono il pittore più longevo, a 106 anni ho ancora in mente molte cose che poi ti dirò perché ora vado a mangiare l’unico pasto giornaliero: un piatto di pastasciutta ed un bicchiere di vino”.

Purtroppo queste “molte cose che aveva in mente” sono rimaste nella sua mente che era ancora viva, addirittura senza limiti. Purtroppo, a prescindere dal fatto che nella vasta chiesa di Sant’Antonio non esistesse uno spazio libero durante le sue esequie, suffragate da un interminabile omaggio funebre, l’unico cruccio che Giorgio Michetti si è portato nella tomba, è stato quello di non avere da Viareggio un vero e proprio riconoscimento. A proposito, che fine ha fatto la sua “Alfa Romeo 2000” che sotto la sua mano era diventata un’auto-mostra o un’auto-museo?

Mario Pellegrini

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