A 28 anni dall’alluvione della Versilia, domani (mercoledì 19 giugno) le amministrazioni comunali di Stazzema, Pietrasanta, Seravezza e Forte dei Marmi porgeranno il loro omaggio nei luoghi che custodiscono segni e memoria di quella tragica giornata del 1996. “𝐔𝐧 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐯𝐢𝐯𝐢𝐝𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢. 𝐔𝐧 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐚 𝐦𝐚𝐢 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨”, afferma il Comune di Stazzema sulla propria pagina Facebook.
Il programma della giornata prevede vari momenti di commemorazione. Alle 10, una delegazione istituzionale deporrà una corona di alloro alla scuola primaria del Pollino intitolata ad Alessio Ricci, una delle vite più giovani cancellate dalla furia dell’acqua. Alle 13,45, orario culmine della tragedia, saranno deposte a Cardoso corone di alloro in memoria delle vittime. Alle 18,40 partirà dalla foce del fiume Versilia al Cinquale la Staffetta della Memoria, organizzata dal Comune di Stazzema insieme all’Atletica Pietrasanta Versilia, che alle 19,30 farà tappa per un momento di raccoglimento in via San Bartolomeo, in località La Rotta, dove il fiume ruppe gli argini. Altre tappe sono previste al Marzocchino, in piazza Carducci a Seravezza e in piazza della Vittoria a Ruosina prima dell’arrivo a Pontestazzemese, previsto per le 21,20. Partirà poi una fiaccolata silenziosa mentre alle 22 sarà celebrata a Cardoso una Santa Messa mentre il Monte Forato sarà illuminato con le fiaccole grazie agli Uomini della Neve e ai tecnici del Soccorso Alpino.
La tragica alluvione colpì l’Alta Versilia e in minor misura la bassa Garfagnana (in particolare il borgo di Fornovolasco) quel 19 giugno del 1996. Dalla parte del mare ci fu la completa distruzione del paese di Cardoso, alle falde del Monte Forato e della Pania Secca, della semi-distruzione di Pontestazzemese, centro comunale, e della zona bassa di Ruosina lungo la Via di Marina, ma soprattutto la morte di dodici persone: i piccoli Giulia Macchiarini e Alessio Ricci, poi Renata Marcucci, Valentino Guidi, Manuela Luisi, Graziana Luisi, Margherita Vincenti, Elvino Pieruccini, Alma Santarelli, Norma Santarelli, Elena Bianchini e Valeria Guidi, di cui non è mai stato ritrovato il corpo. Fu un evento catastrofico di cui parlarono subito tutti i media.
Comunque occorre ricordarsi anche di Fornovolasco, paese anch’esso sotto il Monte Forato, ma dalla parte opposta, cioè in Garfagnana. Qui infatti solo le case costruite lungo la Turrite di Gallicano vennero devastate dall’onda di piena, mentre le vittime furono solo due, di cui una in seguito ad un successivo sopralluogo lungo le pendici del monte sovrastante. La prima fu infatti Isola Frati, uscita di casa per riporre nella stalla i propri animali, mentre l’altra avvenne nel corso di una ricognizione della zona alluvionata: cioè il geologo della Regione Marco Fornaciari. Fortuna volle che da questo versante delle Alpi Apuane la vecchia e obsoleta diga di Trombacco, a valle di Fornovolasco (di recente completamente ristrutturata), impedisse che l’onda d’urto della valanga d’acqua di riversarsi su Gallicano, popoloso abitato che appunto si colloca proprio alla confluenza della Turrite di Gallicano con il fiume Serchio.
Ebbene, dell’alluvione che ebbe a subire Fornovolasco ad oggi esiste una testimonianza pittorica nella chiesa parrocchiale di San Francesco la cui costruzione risale al 1545, anche se diverse ristrutturazioni eseguite nel XVIII secolo purtroppo ne hanno in parte manomesso le strutture originarie, sia interne che esterne. Dato però che si trova nella parte alta del paese, questa chiesa non fu nemmeno sfiorata dall’alluvione, tanto è vero che il suo interno è stato oggetto di un ciclo pittorico effettuato da Paolo Maiani dal maggio al dicembre del 2000 e che hanno interessato le pareti laterali, le vele del soffitto, l’abside e la facciata esterna; per un totale di 220 metri quadrati. Comunque, se questo imponente lavoro pittorico è in gran parte rivolto ad esaltare aspetti e figure di personaggi religiosi, alcuni affreschi si incentrano, rispettivamente, sul diluvio, sull’acqua scaturita dalla roccia e sulla tempesta sedata. Tutto ciò a testimonianza del catastrofico evento del 19 giugno 1996.
Ma al di sopra di questa testimonianza, destinata a rimanere sempre presente all’interno della chiesa parrocchiale di San Francesco, è doveroso ricordare che in seguito a ciò che avvenne quel giorno e in quello successivo; ma al di sopra di questa testimonianza, dicevamo, nell’anno anniversario dell’ alluvione venne data alle stampe una cartella contenente pitture dello stesso Paolo Maiani dedicata a quanto di tragico accadde quel giorno sui due fronti delle Alpi Apuane. Dal titolo quanto mai significativo: “Acqua sporca…..e dannata”, con testi dello stesso pittore, dell’allora Vice presidente della Regione Toscana Marialina Marcucci e dello scomparso e notissimo giornalista televisivo Romano Battaglia, costituisce un eccezionale documento su di un evento che tramite questa cartella rimarrà documentato per sempre. Si tratta di una cartella contenente quindici riproduzioni di altrettanti dipinti che partono significativamente da una scura e turbolenta tempesta (in chiaro soltanto il buco nella roccia del Monte Forato), e dopo varie fasi dell’alluvione si conclude con ciò che rimane dopo la sua fine, comprese due croci per testimoniare la morte che ha provocato sia in Versilia che il Garfagnana.
Quindi al di là e al di sopra delle cerimonie che – in particolar modo a Cardoso – saranno organizzate per commemorare l’evento, la cartella di cui stiamo parlando con le quindici riproduzioni di altrettanti quadri sull’alluvione, ogni anno che passa acquistano sempre più il valore di una testimonianza – a parte i superstiti – di valore inestimabile, anche e soprattutto perché vanno al di là della retorica che accompagna queste cerimonie.
Mario Pellegrini