Nel vasto territorio comunale di Bagni di Lucca la storia ha lasciato moltissimi segni del suo passaggio attraverso i secoli, con particolare riferimento alle Pievi che insistono sugli opposti versanti che gravitano sulla Lima che dal nome alla Valle. Lungo il suo corso, ora placido ora torrentizio, da tempo immemorabile corre quasi parallela la Statale 12 dell’Abetone e del Brennero che a suo tempo è stata la carrabile che univa la piana di Lucca alla pianura Padana. Una carrabile percorsa da commercianti, soldataglie, contrabbandieri e bande armate, per cui è stato logico che le popolazioni della zona si rifugiassero sugli opposti versanti in gruppi di case per eventualmente difendersi dalle scorribande dalle soldataglie che perennemente si aggiravano nella valle per estorcere gabelle. Ecco quindi la presenza di Pievi con fonti battesimali munite di robuste torri campanarie che servivano anche come postazioni di controllo del territorio sottostante.
Ebbene, nella rigogliosa selva di castagni che sulla sinistra della Lima si eleva sino al crinale dell’Appennino, dalla vecchia carrabile oggi Statale 12 dell’ Abetone e del Brennero, all’altezza dell’abitato di Fabbriche di Casabasciana si incunea la strada che da Fabbriche di Casabasciana prima conduce al paese di Casabasciana e poi alla sovrastante Crasciana. Dopo una ventina tornanti, sulla sinistra si apre una stradina sterrata che poco dopo si allarga in un piazzale dove tutto si potrebbe trovare fuorché una chiesa romanica. Si tratta dell’antica Pieve di Sala, o Pieve vecchia di Casabasciana, che nel folto della selva appare quasi improvvisa, se non addirittura imprevedibile.
Dedicata a San Quirico e Santa Giuditta – come la Pieve nuova costruita nel XVIII secolo nel centro di Casabasciana – la sua facciata costituisce uno splendido esempio di architettura tardo-romanica che imperterrita resiste nel tempo malgrado la sua inusuale collocazione. Abbandonata sia per la costruzione della nuova Pieve, ma anche e soprattutto per la progressiva scomparsa dell’antico abitato di Sala, rimane quindi come monumento solitario fra selve di castagni che la circondano da tutti i lati. Ciò nonostante, purché al di fuori di qualsiasi via di grande comunicazione, sul piazzale antistante la Pieve molti turisti appassionati d’arte vi sostano per ammirare la facciata di pietra di questa Pieve.
Ovviamente si tratta di persone che, alla ricerca di beni culturali meno conosciuti, se non addirittura sconosciuti, vi sostano davanti con sorpresa, incredulità e soddisfazione di trovarsi davanti a qualcosa di mai veduto e nemmeno pensato. Purtroppo, al di fuori della facciata tardo-romanica, l’interno di questa Pieve non offre elementi di particolare interesse salvo un fonte battesimale ad immersione ricavato da un ruvido blocco di macigno che ne conferma l’epoca della sua costruzione. In passato è stata oggetto di alcuni restauri interni da parte delle Belle Arti, ma da allora nulla è stato più fatto, per cui sarebbe indispensabile che gli istituti addetti alla conservazione dei beni culturali promuovessero degli interventi.
Quindi, è solo dall’esterno che questo splendido monumento romanico merita di essere ammirato, tanto più che sulla sinistra una svettante torre campanaria, con merlatura ghibellina, ne completa la visione. Merlatura e tetto che sono state di recente restaurate per volontà di don Emanuele Rosi nel periodo in cui è stato parroco di Bagni di Lucca.
Mario Pellegrini