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venerdì, Settembre 20, 2024

La protesi peniena: il dottor Cecchi spiega rischi e benefici della soluzione “idraulica” per l’impotenza maschile

Riceviamo e pubblichiamo un articolo del dottor Massimo Cecchi, ex direttore della Urologia dell’Ospedale Versilia dal 2002 al 2020, pubblicato nel nuovo numero di “Amici del Cervello News”, il periodico dell’associazione per la ricerca neurologica ARNo presieduta da Gianfranco Antognoli. L’autore si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa ed ha successivamente conseguito la specializzazione in Urologia, in Chirurgia Generale, in Andrologia. E’ membro della Società Italiana di Urologia, della European Association of Urology e dell‘American Urological Association; ha frequentato l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, la Urologische Klinik recht der Isar dell’Università di Monaco, il Royal Hallamshire Hospital di Sheffield, il Southwest Impotence Center a Fort Smith (ArkansasUsa), la Duke University a Durham (North Carolina-Usa), la University of South California di Los Angeles (USA). L’attività di ricerca si è concretizzata in oltre 360 pubblicazioni scientifiche. Nella sua attività chirurgica ha eseguito personalmente oltre 15.000 interventi.

La protesi peniena è un dispositivo medico con funzionamento idraulico che viene impiantato chirurgicamente nel caso di deficit erettile non trattabile con terapia medica.

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Purtroppo, numerosi casi di impotenza, ad esempio dopo grossi interventi radicali soprattutto per tumore, nei diabetici gravi, nei gravi difetti di circolazione, non rispondono al trattamento con i farmaci orali in commercio da oltre 20 anni e oggigiorno molto diffusi. In altri casi questi farmaci anche se sarebbero efficaci sono controindicati, come ad esempio nel caso di alcune patologie cardiache e non sono quindi utilizzabili.

In questi casi la soluzione migliore per risolvere il problema dell’impotenza è l’impianto di una protesi idraulica peniena. Prima di arrivare a tale decisione il paziente deve essere valutato attentamente dallo specialista per avere tutte le informazioni relative all’impianto. Oltre alla spiegazione dettagliata dell’intervento e del funzionamento della protesi il paziente deve ricevere informazioni riguardo i vantaggi e svantaggi dell’impianto, i rischi ed i benefici in modo da arrivare a prendere la decisione ed eseguire l’intervento senza dubbi o incertezze. Prima di prendere tale decisione il paziente deve essere molto motivato ed avere le giuste aspettative.

La migliore protesi peniena idraulica è detta tricomponente perché composta da tre parti che vengono impiantate con un solo intervento attraverso una piccola incisione di circa 2 cm. La parte principale della protesi è rappresentata da due cilindri che vengono inseriti nel pene (corpi cavernosi) e che permetteranno con il loro riempimento di ottenere l’erezione artificiale. Questi cilindri sono poi collegati tramite sottili tubi ad una piccola pompa munita di valvola posizionata tra i testicoli, la pompa serve per riempire i cilindri e successivamente per svuotarli. La pompa è poi collegata ad un serbatoio inserito nell’addome. Tutto il sistema viene riempito con dell’acqua, premendo ripetutamente la pompa l’acqua viene spinta dal serbatoio ai due cilindri che una volta riempiti determinano una erezione normale come aspetto e consistenza. Successivamente terminato il rapporto premendo sulla valvola posta sopra la pompa i cilindri vengono sgonfiati e l’acqua rientra nel serbatoio.

Quando non utilizzata la protesi sgonfia non è visibile né identificabile a occhio nudo, solo con la palpazione si possono percepire i cilindri sgonfi all’interno del pene e la pompa posizionata tra i due testicoli, mentre il serbatoio non è apprezzabile in nessuna maniera.

Gli ultimi modelli di protesi, non indicati e utilizzabili in tutti i pazienti permettono anche un allungamento del pene di circa il 20%, negli altri casi di impianto le dimensioni non variano rispetto a quelle precedenti l’intervento.

Esistono anche protesi di struttura più semplice (con solo una o due componenti dette mono o bicomponenti), sicuramente di minor costo e più semplici da impiantare per la presenza di minori componenti e collegamenti, ma che non forniscono solitamente risultati soddisfacenti e sono utilizzate ormai solo raramente.

L’intervento chirurgico di impianto di protesi peniena viene eseguito in anestesia generale o locale con sedazione ed ha una durata di meno di un’ora. Tutto l’impianto viene eseguito attraverso una piccola incisione di 2-3 cm sopra o sotto al pene in base alle preferenze del chirurgo. Il paziente viene ricoverato il giorno stesso dell’intervento dopo aver eseguito tutti gli esami preoperatori ed il colloquio con l’anestesista. Di solito la dimissione avviene il giorno stesso o il giorno dopo con la sola prescrizione di antibiotici e antidolorifici e di semplici medicazioni della piccola ferita.

Ovviamente dopo l’intervento è necessario un periodo di riposo anche se progressivamente possono essere riprese tutte le normali attività evitando sforzi eccessivi. Appena possibile il paziente viene istruito su come gonfiare e sgonfiare la protesi in modo da iniziare ad utilizzarla non prima di 4-6 settimane dall’intervento. All’inizio tale manovra può risultare complessa e non spontanea ma progressivamente con il passare del tempo e l’utilizzo della protesi diviene un gesto naturale che richiede pochi secondi.

L’impianto di una protesi peniena è un intervento molto delicato dal punto di vista tecnico per le varie componenti da impiantare e collegare, ma non rischioso dal punto di vista chirurgico. Il rischio maggiore dell’impianto di una protesi come per ogni materiale estraneo all’organismo è quello di una infezione, con conseguente possibile rigetto del dispositivo. Per ridurre al massimo questo rischio è assolutamente necessario che l’intervento sia eseguito in ambienti adeguati e certificati, con l’assoluto rispetto di numerose norme di sterilità e da urologi esperti in questo tipo di chirurgia in grado di ridurre significativamente il tempo operatorio. Ovviamente viene eseguita una specifica profilassi antibiotica seguita da una terapia antibiotica a domicilio. Il secondo rischio ma minore è quello di una rottura meccanica delle diverse componenti; è un evento raro ma che necessita ovviamente della revisione della protesi e sostituzione della componente difettosa.

La protesi peniena permette, attivandola premendo alcune volte la pompa, di avere una erezione artificiale quando richiesto dal paziente con completa soddisfazione sia dell’uomo che della partner. Non ci sono limitazioni al suo utilizzo né particolari attenzioni o rischi.

Una volta attivata permette un rapporto normale della durata voluta; se l’orgasmo era conservato e presente prima dell’impianto non viene modificato o alterato dall’intervento, lo stesso accade per l’eiaculazione che non viene alterata o modificata. Al termine del rapporto premendo sulla valvola posta sulla pompa la protesi viene rapidamente sgonfiata senza difficoltà, tale manovra è un semplice gesto che diviene con il tempo naturale e immediato. Una volta impiantata la protesi di solito dura per sempre, non è prevedibile una durata del funzionamento non essendoci componenti da sostituire o usurabili, in ogni modo è utilizzabile quasi sempre fino al termine delle esigenze della vita sessuale.

Il dottor Massimo Cecchi

L’impianto della protesi difficilmente può essere eseguito attraverso il servizio sanitario nazionale, se non in casi molto selezionati. La maggior parte delle protesi viene infatti impiantato nelle strutture private con costi estremamente variabili.

Non tutti gli specialisti urologi, sia pubblici che privati eseguono interventi di impianto di protesi essendo necessaria una formazione particolare certificata ed una esperienza specifica.

Il prezzo dell’impianto è purtroppo elevato poiché solo la protesi costa oltre 10.000 euro ai quali vanno aggiunte tutte le altre spese (sala operatoria, personale ecc).

Prima di decidere di eseguire un impianto di protesi è importante avere un colloquio approfondito con l’urologo esperto nel settore in modo da ottenere tutte le spiegazioni necessarie, valutare il singolo caso per avere l’indicazione corretta e la scelta del dispositivo più idoneo, anche se generalmente viene preferita la protesi tricomponente.

Solo dopo questo colloquio si potrà procedere con l’intervento in modo da avere chiari tutti i benefici e i rischi dell’impianto. E’ molto importante valutare tutti gli aspetti, avere un dialogo aperto e sincero con l’operatore al quale esporre ogni dubbio e domanda, senza alcuna fretta di prendere una decisione che è ovviamente molto importante e fondamentale per il futuro.

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