Sarà recuperata domani, giovedì 19 settembre, alle 16.30, nei locali dell’Antica Armeria di Palazzo Ducale a Lucca la conferenza storico-culturale “Immagini di Anita Garibaldi, la sposa dell’eroe, il mito” che era in programma il 20 agosto scorso e che era stata rinviata per l’indisposizione di uno dei relatori.
L’incontro – promosso dalla Provincia di Lucca, dal Museo del Risorgimento e dal Sistema museale territoriale della Provincia – vedrà come relatori Alessandra Trabucchi, Luciano Luciani e Roberto Pizzi e si svolge in occasione del 175° anniversario della morte della moglie dell’eroe dei due Mondi Anita Garibaldi (1821-1849). La figura storica di Anita conserva un alto valore simbolico non solo per il Risorgimento italiano, ma anche per le lotte di liberazione del Sud America, rappresentando, ancora oggi, un esempio fulgido di donna intrepida e libera che merita di essere commemorata.
Inoltre, nei locali del Museo del Risorgimento a Palazzo Ducale, a Lucca, è presente l’opera intitolata “Garibaldi e Anita morente” dell’ artista Luigi De Servi (Lucca 1863 – 1945), un dipinto di profonda intensità emotiva che ricorda gli ultimi tragici momenti di una donna straordinaria.
Al termine dell’incontro culturale è in programma una visita guidata al Museo del Risorgimento di Lucca. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Biografia
Ana Maria De Jesus Ribeiro, detta Anita, nacque il 30 agosto 1821 nello Stato di Santa Caterina nell’estremo sud del Brasile. A 18 anni conobbe Garibaldi impegnato a guidare le truppe repubblicane del Rio Grande del sud in lotta per la propria indipendenza dall’impero brasiliano. Dalla loro unione nel 1840 nacque Menotti Domingo, mentre il matrimonio tra Anita e Giuseppe venne celebrato il 26 marzo 1842 nella chiesa di S. Francesco a Montevideo. Tra il 1845 e il 1847 videro la luce gli altri figli Teresita e Ricciotti.
Nel 1848, Anita e i figli seguirono Garibaldi nel viaggio di ritorno in Italia. La famiglia si sistemò a Nizza, dove ancora vivevano i genitori di Garibaldi. Anita raggiunse a Roma Garibaldi nel febbraio del 1849 e nei mesi successivi ci fu l’assedio della neo proclamata Repubblica Romana. Purtroppo le truppe garibaldine furono costrette a uscire da Roma il 2 luglio 1849 nel tentativo di raggiungere Venezia, ultimo baluardo della resistenza italiana ed europea al ricostituito potere austriaco. Anita seguì Garibaldi in un viaggio molto sofferto, braccati dalle truppe nemiche: prima Todi, poi la Repubblica di San Marino, quindi Cesenatico accolsero i superstiti garibaldini. Dal porto romagnolo Garibaldi e 162 camicie rosse superstiti tentarono di raggiungere Venezia in barca, però l’audace iniziativa non riuscì.
La successiva fuga non fu facile per Anita: aspettava un altro figlio e manifestava i sintomi di una febbre malarica forse già contratta a Roma. Dopo che le imbarcazioni furono intercettate dalla marina austriaca, Garibaldi e Anita, ormai sfinita, vissero momenti drammatici nelle paludi di Ravenna aiutati solo da alcuni amici fidati. La giovane moglie di Garibaldi si spense il 4 agosto 1849, prima ancora di compiere 28 anni.