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venerdì, Novembre 22, 2024

Metalmeccanica, situazione in chiaroscuro. Assemblea delle imprese del settore di Confindustria Toscana Nord

1618 imprese, 14947 addetti, valore della produzione pari a di 4,37 miliardi di euro. Questi sono i numeri che esprimono l’industria metalmeccanica delle province di Lucca, Pistoia e Prato. A queste cifre vanno aggiunte quelle della nautica, che per molti versi è assimilata alla meccanica generale e risponde a logiche analoghe.

Non è quindi da meravigliarsi se il settore, in Confindustria Toscana Nord, rappresenta il secondo comparto in ordine di iscritti; oltre ai due raggruppamenti che rispondono a precise vocazioni territoriali (le imprese della meccanica per la carta a Lucca e del meccanotessile a Prato), nella sezione si ritrovano realtà fra loro anche molto eterogenee: dall’industria ferroviaria che ha il suo fulcro a Pistoia, alla metallurgia per la lavorazione del rame e il trattamento di parti in metallo, a quelle che operano nel settore oil and gas, produzione di macchinari per l’industria e il packaging, serramenti per la casa, motori autofrenanti; tutte con il medesimo tratto comune, di rappresentare eccellenze nel proprio settore.

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Occasione di incontro e confronto, la prima assemblea che si è tenuta stamattina (14 ottobre) nella sede di Lucca e che ha visto l’esordio alla guida della sezione di Vincenzo Renzo, in carica dopo le elezioni del mese di aprile; al tavolo con lui, in veste di ospite d’onore, il direttore di Federmeccanica Stefano Franchi.

“La produzione industriale  della  metalmeccanica a Lucca Pistoia e Prato – commenta  Vincenzo Renzo – non è sfuggita all’andamento lento del livello nazionale e, a parte l’eccezione  dei mezzi di trasporto, (ferrotranviario e nautica) il settore segna una stasi, secondo la recente rilevazione del Centro Studi Confindustria Toscana Nord. Oggi, fra tanti colleghi, ho però percepito la pervicace intenzione di continuare a fare impresa, secondo una serie di dettami che ci accomunano e che sono propri del nostro sistema confindustriale, e di Federmeccanica: attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, ricerca, innovazione, valorizzazione delle nostre risorse aziendale e  formazione di nuovi addetti, welfare aziendale. Il tutto nell’ottica della competitività e consapevoli che da qui a poco saremo chiamati a confrontarci con temi sempre più pressanti, in quadro internazionale probabilmente diverso da quello a cui siamo abituati e che non è indifferente per aziende come le nostre, che lavorano in ogni Paese del mondo; mi vengono in mente, ma non sono gli unici, il grande problema della denatalità e dei profili professionali emergenti. Da queste sfide – ha concluso – non ci potremo sottrarre e saremo chiamati a dare una risposta coesa e collettiva. Anche per questo consideriamo prezioso l’incontro con il direttore di Federmeccanica”.

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