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giovedì, Novembre 14, 2024

La produzione industriale frena nel 3° trimestre, un calo in linea col dato italiano. Lucca in controtendenza

Dati complessivamente prevedibili, ma anche qualche sorpresa negli esiti della rilevazione condotta dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sulla produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato nel 3° trimestre 2024: la frenata complessiva a quota -2,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 è in linea col -2,6% registrato a livello nazionale. Nettamente migliore del dato nazionale, invece, la contrazione calcolata nell’arco temporale più ampio dei primi 9 mesi dell’anno: l’indice destagionalizzato della produzione nell’area Lucca-Pistoia-Prato è diminuito del -1,6%, circa la metà di quanto avvenuto a livello italiano. Una prestazione quindi che attesta come l’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord si stia difendendo efficacemente in un contesto complicato, con previsioni di crescita molto modeste a livello mondiale ed europeo e un quadro italiano che – per quanto abbia dato nel 2023 segnali di dinamicità maggiori delle aspettative e possa contare su tassi di interesse e inflazione più contenuti rispetto al recente passato – continua a scontare penalizzazioni come gli alti costi energetici, carenze infrastrutturali, demografia in negativo e flussi commerciali con ostacoli crescenti.

Fra i settori manifatturieri presenti nell’area Lucca, Pistoia e Prato portano il segno più rispetto al 3° trimestre 2023 solo la chimica-plastica (+6,3%, dopo un modesto arretramento nel trimestre precedente), in minor misura la carta-cartotecnica (+0,8%, peraltro quasi costantemente positiva negli ultimi anni) e la metalmeccanica (+0,3%, ma con valori più elevati nei mezzi di trasporto inclusa la nautica), mentre continua la caduta della moda (-10,3%), del mobile (-4,7%) e delle lavorazioni non metallifere incluso il lapideo (-1,2%); torna il segno meno, dopo un 2° trimestre decisamente positivo, anche per gli alimentari (-1,3%).

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“Le imprese fanno indubbiamente fatica, il contesto internazionale è difficile – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Complicato prevedere cosa accadrà con il cambio al vertice degli Stati Uniti: se come sembra si andrà verso un più spiccato protezionismo da parte di un motore fondamentale del commercio globale, potrebbero esserci conseguenze negative per il nostro export. Ma è tutto da vedere: i mercati finanziari hanno accolto bene l’elezione di Donald Trump, ma l’economia reale ha dinamiche diverse. L’area Lucca-Pistoia-Prato concentra negli USA l’8% del valore del proprio export: una quota significativa quindi, ma non enorme, corrispondente a 800 milioni di euro. Il 40% di questi è rappresentato dalla meccanica (macchine, apparecchi, mezzi di trasporto), il 23% dalla moda (abbigliamento, calzature, prodotti tessili), il 15% dagli alimentari, il 6% dalla carta e altrettanto da lavorazioni di prodotti non metalliferi. Quali che siano gli sviluppi del commercio internazionale, il nostro Paese deve lavorare per essere più competitivo: condivido i richiami a un maggior coraggio per effettuare investimenti pubblici e favorire quelli privati. Non si può giocare solo in difesa per contenere i danni, anche con buon successo come è accaduto finora: bisogna attrezzarsi per andare in direzione dello sviluppo e della crescita, creando condizioni favorevoli all’operatività delle imprese.” 

Lucca

“Il dato della produzione industriale di Lucca nel 3° trimestre 2024 è positivo, a quota +1,6% – dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. A riportare i risultati migliori è ancora una volta la chimica-plastica-farmaceutica con un eccellente +10,8%, ma sono buone le prestazioni di metallurgia e prodotti in metallo (+3,3%), nautica (+2,9%) e carta-cartotecnica (+1,6%). Dall’altro lato continua la serie negativa della moda (-21,8%), che non sorprende date le dinamiche del settore a livello generale; torna in territorio negativo, dopo il precedente trimestre positivo, anche l’alimentare (-4%). Le lavorazioni di non metalliferi, che includono il lapideo, sono a quota -1,3%: una prestazione che comunque rappresenta un miglioramento rispetto ai risultati ancora più critici dei trimestri precedenti. Pressoché stabili, a -0,2%, le macchine e l’elettromeccanica, che comprendono anche la meccanica per il cartario”.

“Le aspettative delle aziende colte dalla rilevazione per l’ultimo trimestre dell’anno vanno nel senso di un moderato rallentamento – prosegue Pieretti – , rimanendo sempre però in territorio positivo. E’ evidente comunque che le incognite sono numerose sia per questo ultimo scorcio del 2024 sia a maggior ragione per un 2025 che sarà nel segno della nuova presidenza statunitense con tutte le possibili conseguenze del caso. Conseguenze, in positivo e in negativo, che non saranno necessariamente dirette su singoli settori a seguito dei dazi che prevedibilmente verranno introdotti, ma anche legate a evoluzioni dell’economia globale e dei flussi commerciali che si determineranno.” 

Pistoia 

“A Pistoia il terzo trimestre si chiude con una flessione ulteriore della produzione industriale (-3,7% tendenziale). Il dato dipende, come sempre, da andamenti settoriali molto diversi, con due comparti positivi (metalmeccanica a +1,8%, trasformazione alimentare a +3,1%) che mitigano l’effetto complessivo del contesto provinciale – commenta Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord -. Recupera qualcosa la carta, che conserva però un leggero peggioramento (-2,4% della produzione industriale); in frenata la produzione industriale di chimica, plastica e lavorazione dei non metalliferi (-4,8% tendenziale) e del mobile (-4% tendenziale). Nel settore della moda, segno meno per produzione industriale di tessile (-5,0%), abbigliamento (-2,3% tendenziale) e soprattutto calzature (-19,3% tendenziale), con previsioni prevalentemente negative”.

“E’ in questo segmento – sottolinea Matteini – , ma anche in altri, dove la catena di filiera è diffusa che si attestano le maggiori preoccupazione circa il rischio che la crisi perdurante finisca per assottigliare la filiera stessa, fatta di tanti fornitori che sono una componente importante del tessuto produttivo provinciale. Invece, al netto della situazione attuale, è importante che la catena produttiva esista quando riprenderà il mercato. A questo aspetto si chiede alla politica e al sistema creditizio di prestare attenzione: un sistema industriale come quello della provincia di Pistoia, fatto di piccole e medie imprese che hanno generato altra impresa, rischia un impoverimento consolidato, se non sarà sostenuto nella congiuntura attuale.”

Prato

“Questa rilevazione del nostro Centro studi sul 3° trimestre 2024 era particolarmente attesa a Prato per avere una indicazione sullo stato della produzione industriale in un momento percepito a ragione come molto critico – afferma la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Il risultato è come prevedibile nettamente negativo: -8,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Ed è in territorio negativo per tutti i comparti, andando dal -13,8% dell’abbigliamento-maglieria, al -9,9% della metalmeccanica e -8,3% del tessile, ai quali si aggiunge il -1,9% degli altri settori manifatturieri. Un’analisi più dettagliata del settore preponderante, il tessile, evidenzia un fenomeno importante: un’elevata varianza nelle risposte, che porta a rappresentare una situazione fortemente a macchie di leopardo. In sostanza un quadro nettamente diversificato da azienda ad azienda, senza apparenti ragioni legate alle differenti tipologie produttive, con l’eccezione del comparto dei  tessuti più pesanti che, probabilmente penalizzato anche dai cambiamenti climatici, è quello  che soffre di più”.

“La grande disomogeneità dei risultati – conclude Romagnoli – ha fatto sì che le prestazioni positive, talora anche molto positive, di alcune aziende abbiano in parte compensato quelle gravemente negative di altre; consistente anche il numero di aziende che si dichiarano in condizioni stabili. Da qui un risultato statistico che, sebbene nettamente negativo, lo è forse meno della percezione che si ha nel territorio. Questi risultati indicano quanto sia complessa e di difficile lettura la situazione attuale e quanto possano essere di aiuto alle aziende gli incontri di approfondimento che la sezione Sistema moda ha in programma.”

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