Riceviamo e pubblichiamo un intervento del presidente di Legambiente Versilia, Riccardo Cecchini, sulle incursioni dei cormorani e le problematiche del fiume Versilia.
Apprendiamo dalla cronaca di questi giorni la volontà da parte del comune di Seravezza di intervenire per risolvere il problema dell’azione predatoria dei cormorani sul fiume Versilia. A tal proposito l’Associazione Legambiente Versilia esprime le seguenti considerazioni.
E’ noto che l’incremento della popolazione dei cormorani, specie diffusa anche in molte altre parti d’Italia, costituisca un effettivo aggravio alla consistenza e all’equilibrio delle comunità ittiche soggette alla loro azione predatoria. Occorre per prima cosa precisare che il cormorano (Phalacro-corax carbo) è una specie autoctona europea diffusa anche nel bacino del Mediterraneo con la sottospecie sinensis.
La sua azione predatoria, accertata anche sul fiume Versilia, non costituisce, tuttavia, l’unico elemento di disturbo per le comunità acquatiche, sia di vertebrati che di invertebrati, che popolano i corsi d’acqua versiliesi.
Ben più importante, specialmente per la fauna ittica, risulta essere l’effetto dell’artificializzazione spinta in cui versano molti tratti fluviali, che ha sottratto ai pesci importanti microhabitat con funzioni di zone rifugio.
Altro fattore di disturbo su cui vogliamo porre l’attenzione è l’eccessivo affollamento di alcuni tratti prediletti per svolgere attività ludiche e balneari – si pensi ad esempio alla zona di Malbacco.
Queste attività, essendo effettuate nel periodo estivo nei tratti più fragili del bacino, possono incidere enormemente sull’equilibrio delle comunità acquatiche, sia invertebrate che vertebrate, soprattutto sulle popolazioni di avannotti che si trovano ad affrontare nel primo anno di vita, quello più critico, azioni di disturbo quali lo sconvolgimento dei microhabitat, l’intorbidamento delle acque, ecc., fino alla soppressione fisica,
Non ultimi per importanza gli aspetti relativi alle varie forme di inquinamento che gravano sul bacino. Sia sufficiente qui ricordare le periodiche torbide segnalate su vari tratti del fiume Versilia dovute al rilascio di sedimenti industriali e sostanze inquinanti come il mercurio, che possono avere ricadute negative sul ciclo riproduttivo dei pesci.
Quindi pensiamo che, a fronte di strategie di controllo della predazione da parte dell’avifauna acquatica, che dovranno essere non cruente, sarebbe importante affrontare anche altre problematiche ed avere un quadro più esaustivo sullo stato ambientale del bacino del Versilia.
Per quanto riguarda poi gli interventi diretti ad incrementare la comunità ittica, non possiamo certamente condividere la proposta di ripopolamento con specie esotiche come la trota iridea (Oncorhynchus mykiss) in considerazione dell’impatto negativo che potrebbe esercitare sulla fauna ittica autoctona, in quanto più competitiva a tutti gli stadi vitali, tanto che lo IUCN la annovera tra le cento specie esotiche più dannose al mondo.
Invitiamo inoltre le Amministrazioni Competenti ad adoperarsi affinché le strategie da adottare si basino su esperienze già maturate in altre parti d’Italia, siano condivise con i vari portatori di interessi (associazioni di pescatori, ambientaliste, cittadini, ecc.) e coordinate da esperti del settore.
Si invitano infine le suddette Amministrazioni affinché sia riattivato l’incubatoio di valle già presente a Le Mulina, che ci risulta essere attualmente chiuso, tramite il quale sarebbe possibile fornire un valido contributo per il ripristino della popolazione ittica autoctona, tipica della zona.
Riccardo Cecchini – Presidente di Legambiente Versilia