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lunedì, Marzo 10, 2025

Eugenio Pardini, un artista da rivalutare. Affreschista e pittore ha esaltato da autodidatta l’arte figurativa

Eugenio Pardini (Viareggio 1912 – Camaiore 2003) l’abbiamo conosciuto dopo che affrescasse “La Resistenza sulle Apuane” – che domina la Sala Consiliare del Municipio di Carrara – ma prima che terminasse l’affresco “La storia di Viareggio” che ingentilisce la balconata della facciata principale del municipio di Viareggio.

Il primo è il risultato della vincita di un concorso internazionale bandito da quella Amministrazione, ed è un prestigioso omaggio a quanto avvenuto sulle Apuane nei tragici anni dell’occupazione nazista, soprattutto per le stragi di Ponte di Bardine, San Terenzo e Vinca. Il secondo un omaggio alla sua città natale partendo da quando Viareggio era soltanto quattro casupole al limitare della “Terra del diavolo” fino all’esplosione urbanistica avvenuta dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Si tratta di due autentici capolavori in cui l’arte di questo grande artista si esprime al meglio nell’affresco, anche se il primo è riservato soltanto a chi frequenta la Sala Consiliare del Municipio di Carrara e il secondo a quei pochi che alzano lo sguardo prima di entrare in Municipio.

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Ma queste due grandi opere costituiscono solo la parte – diciamo così – ufficiale dell’arte figurativa di Eugenio Pardini, perché fra spatola e pennello ha passato tutta la sua vita donando una lunga serie di marine, bagnanti, paesaggi, nature morte o solo immagini immaginate, scusate il bisticcio. Alcune di questi quadri sono esposti alla GAMC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) nel Palazzo delle Muse in Piazza Mazzini, ma la loro stragrande maggioranza in case e collezioni private, molti dei quai venduti a prezzi stracciati dopo la sua morte, tanto da diminuire in modo esponenziale il loro valore di mercato.

Uomo schivo dalle grandi manifestazioni, un po’ ombroso ma non asociale, vantandosi sempre di essere autodidatta e per questo non aderente alle correnti che nel suo tempo hanno proliferato nel campo dell’arte figurativa, è uscito dalla comune conoscenza dopo la sua morte, tanto da essere dimenticato sia nel cinquantesimo che nel centenario della sua nascita. Certo è che le Amministrazioni che si sono susseguite non sono state come quella che gli ordinò di affrescare la balconata della Casa Comunale, anche se quella in corso ha avuto l’indubbio merito di restaurare la parte lato mare perché sbiadita dal tempo, ma in gran parte dagli agenti atmosferici.

Nel corso dei numerosi colloqui che abbiamo avuto con Eugenio Pardini, spesso alla presenza della moglie, ogni tanto ci parlava del casolare che aveva in collina, lungo la strada che da Camaiore si congiunge a Santa Lucia con quella che da Capezzano Pianore conduce a Sant’Anna di Stazzema. Un casolare in cui si era rifugiato dopo i bombardamenti aerei di Viareggio, ma dove aveva continuato a dipingere anche a lume di candela per non far vedere che era abitato. E purtroppo qui vi è morto in silenzio alla tarda età di 91 anni lasciando di se i due importantissimi affreschi su citati e centinaia di dipinti, uno più bello dell’altro. Ebbene al silenzio della sua scomparsa è seguìto il silenzio sul suo operato e della sua persona. Grande Eugenio Pardini.

Mario Pellegrini

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