Un riconoscimento all’artigianalità enologica strettoiese e alla voglia di sperimentare per dare valore al territorio e ai suoi frutti migliori: mercoledì 28 maggio, alle 18 in piazza Perich, a Strettoia, l’amministrazione comunale consegnerà una pergamena istituzionale allo staff della Cantina L’Altra Donna, Medaglia d’Oro all’ultimo concorso nazionale “Vermentino” per il Caribà, un “inedito” bianco del 2024 realizzato con le uve di maggior pregio raccolte nei vigneti della frazione pietrasantina (a quelle dello Strinato si deve, in particolare, la nota più aromatica del prodotto), di Montignoso e, in piccola parte, nella zona del Candia.
“Marco e i suoi collaboratori, con una ricerca paziente e accurata – così il sindaco, Alberto Stefano Giovannetti – hanno raggiunto l’eccellenza trovando la sintesi perfetta fra tradizione e innovazione. Lo stesso connubio che rappresenta la cifra stilistica di Pietrasanta nel campo dell’arte e dell’artigianalità a cui è sicuramente riconducibile anche la sapienza enologica, figlia delle nostre colline e della comunità strettoiese in modo particolare”.
“Alla fine degli anni Settanta – ricorda l’assessore alle frazioni, Ermanno Sorbo – qui nacque la Festa del Vino, testimonianza viva di quanto questo prodotto incarnasse l’identità di Strettoia. Questo attestato d’eccellenza, colto dalla Cantina L’Altra Donna, potrebbe essere il viatico giusto, per tutti, per tornare a parlarne concretamente e riproporre questa storica manifestazione popolare”.
Erano 206 i campioni in concorso, provenienti da diverse regioni italiane e, di questi, solo 74 sono “andati a medaglia”: “Un traguardo importante che ci stimola a continuare su questa strada – ha sottolineato Marco Bazzighi, artefice del Caribà che, a giorni, verrà imbottigliato per la sua “seconda edizione” – e per cui ringrazio prima di tutto la mia famiglia che mi ha sostenuto fin dalla nascita del progetto, 15 anni fa, trascorsi in studio e osservazione dei procedimenti biodinamici delle uve; poi la gente di Strettoia, che ci ha dato una mano con le vendemmie e ci ha incoraggiato a proseguire la nostra attività di produttori”. E una dedica speciale, scritta nel nome scelto per il nuovo vino, all’ideatore e costruttore del piccolo rifugio che, alle pendici del monte Folgorito, continua ad accogliere gli escursionisti in uno spirito di pura condivisione.