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sabato, Luglio 5, 2025

Longevità & Finanza: vivere più a lungo… ma a quale prezzo?

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Michele Antognoli che sarà pubblicato sul prossimo numero del mensile di economia e finanza “Leasing Time Magazine”.

L’allungamento dell’aspettativa di vita è una delle più straordinarie conquiste della modernità. Tuttavia, troppo spesso si trascura ciò che questo cambiamento comporta realmente: per i sistemi sanitari, per la sostenibilità del welfare, per le dinamiche demografiche e — soprattutto — per l’economia. È proprio da queste domande che ha preso le mosse l’incontro “Longevity & Finance: nel lungo periodo saremo… tutti sani?”, svoltosi il 3 luglio presso l’Auditorium Deloitte di Milano, nell’ambito del ciclo Breakfast & Finance Milano promosso da Canova Club.

A confrontarsi sul palco tre voci di primo piano: Luigi Caterino, CEO di The Longevity Suite; Bruno Scaroni, CEO di Zurich Italia; e Claudio Scardovi, Senior Partner di Deloitte e autore del volume “Nel lungo periodo non saremo tutti morti”. Il dibattito è stato moderato da Massimo Pietracaprina, coordinatore dell’area Salute & Sanità.

Il dato di partenza è tanto sorprendente quanto inquietante: negli ultimi 50 anni, in Italia abbiamo guadagnato dieci anni in termini di aspettativa di vita, ma solo uno in salute. Le persone vivono dunque più a lungo, ma spesso trascorrono una parte significativa della propria esistenza in condizioni di cronicità, fragilità o dipendenza. È il cosiddetto divario tra lifespan e healthspan, al centro dell’intervento di Caterino: una riflessione profonda sull’importanza dello stile di vita, della nutrizione, del sonno e di una medicina sempre più orientata alla prevenzione piuttosto che alla sola cura.

Scaroni ha offerto una prospettiva assicurativa sul tema, evidenziando come oggi esistano già strumenti in grado di proteggere contro eventi gravi come la premorienza o la perdita di autosufficienza. Tuttavia, ha sottolineato come il vero salto culturale consista nel valorizzare concretamente i comportamenti virtuosi. App, wearables, check-up digitali, sistemi predittivi: la tecnologia esiste, ma ancora non si traduce in un’effettiva riduzione dei premi o in polizze realmente personalizzate.

Scardovi ha allargato il raggio dell’analisi alla sostenibilità complessiva del sistema. In un Paese che invecchia rapidamente, con un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa, la longevità — se non governata — rischia di trasformarsi in un fattore di squilibrio. Da qui l’invito a ripensare le politiche pubbliche: accanto al sostegno alla longevità, servono interventi strutturali per favorire la natalità, supportare le famiglie, rafforzare i legami intergenerazionali e distribuire più equamente le risorse tra chi c’è oggi e chi verrà domani.

Nel corso dell’incontro è emersa con chiarezza una consapevolezza condivisa: la longevità è un fenomeno irreversibile, ma solo se affrontata in modo integrato potrà trasformarsi in un’opportunità collettiva. E qui entra in gioco il mondo della finanza. Non basta più offrire soluzioni per l’oggi: servono prodotti capaci di accompagnare le persone lungo l’intero arco della vita, promuovendo benessere, autonomia e sicurezza.

In questo contesto si parla sempre più spesso di silver economy: l’insieme di beni, servizi, tecnologie e modelli di business rivolti alla popolazione over 60. Un mercato in espansione che non riguarda solo la sanità o la previdenza, ma anche il turismo, l’abitare, la mobilità, la formazione, il wellness e il digitale. Un’economia della longevità, appunto, che offre grandi opportunità di innovazione e investimento — a patto che sappia essere inclusiva, sostenibile e realmente al servizio delle persone.

Gli ambiti da ripensare sono molteplici: dalle assicurazioni vita e long-term care al risparmio previdenziale; dagli strumenti di investimento con finalità di protezione, fino ai finanziamenti dedicati alle fasce più anziane della popolazione. In questo contesto, anche strumenti innovativi come il prestito vitalizio ipotecario potrebbero giocare un ruolo chiave nei prossimi anni, rispondendo al bisogno crescente di liquidità e continuità economica nella terza e quarta età.

Alla fine, vivere a lungo è ormai una probabilità concreta. Ma vivere bene, con qualità e dignità, è qualcosa che dobbiamo ancora imparare a progettare. E per riuscirci, occorre fare sistema.

Michele Antognoli

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