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domenica, Luglio 13, 2025

Riorganizzata la rete nefrologica-dialitica per garantire sicurezza, equità e continuità assistenziale ovunque

Nei centri dialisi della ASL Toscana nord ovest è attivo un nuovo modello organizzativo della rete nefrologica-dialitica, un’esperienza innovativa finalizzata a migliorare la qualità, la sicurezza e l’equità dell’assistenza ai pazienti nefropatici.  

“L’obiettivo principale del progetto – affermano Giovanni Grazi (responsabile dell’area degenza medica, alla quale afferiscono oltre alle medicine interne, le nefrologie e dialisi) e Aldo Casani (coordinatore della rete nefrologica della ASL Toscana nord ovest) – è quello di omogeneizzare i trattamenti erogati, garantendo elevati standard qualitativi anche nei centri periferici, dove non sempre è possibile assicurare in presenza l’assistenza specialistica. Il nuovo modello è basato sulla classificazione funzionale delle strutture nefrologiche in tre categorie: Centri Dialisi Ospedalieri (CDO), dotati di degenza autonoma; Centri ad Assistenza Decentrata (CAD), senza degenza ma con presenza dello specialista nefrologo in tutti i turni dialitici e Centri ad Assistenza Limitata (CAL), nei quali è garantita la presenza del nefrologo in almeno due turni settimanali”.

“Tale suddivisione – proseguono – consente di mettere in atto procedure condivise per la gestione delle urgenze cliniche, organizzative e tecnologiche, rafforzando l’efficienza e la sicurezza del sistema. La rete nasce anche come risposta alla carenza di specialisti nefrologi, fenomeno che da anni si manifesta a livello nazionale e regionale e che colpisce anche il nostro territorio. Inoltre, al fine di garantire la pronta risposta alle urgenze che potrebbero insorgere nei centri con assistenza limitata, è stata fondamentale la condivisione del modello con le unità operative di medicina e di anestesia-rianimazione dei singoli presidi ospedalieri e la preziosa presenza di personale infermieristico adeguatamente formato e motivato alla conduzione dei trattamenti emodialitici”.  

Il dottor Giovanni Grazi

Elemento cardine del modello è la collaborazione tra centri secondo un approccio “hub and spoke”, che prevede la supervisione da parte delle strutture ospedaliere di riferimento territoriale sui centri periferici, grazie all’utilizzo delle più innovative tecnologie informatiche. Questa modalità consente una gestione integrata delle criticità, in particolare nei CAL, e promuove una presa in carico tempestiva ed efficace delle emergenze cliniche.

“Con questo progetto – sottolinea la direttrice generale, Maria Letizia Casani – la nostra ASL conferma il proprio impegno per una sanità pubblica vicina ai territori, capace di innovare e rispondere con efficacia alle sfide del presente. Chiudo ringraziando tutti gli operatori che si stanno impegnando, nonostante le difficoltà che abbiamo a reperire medici nefrologi, per garantire cure e assistenza di qualità su tutto il territorio”. 

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