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venerdì, Luglio 18, 2025

Mostra omaggio a Geppi Banchieri nel segno dell’amicizia con Mauro Lotti e del loro rapporto con Viareggio

Negli spazi della Galleria Engel di Viareggio si inaugura sabato 19 luglio alle ore 19 la mostra “Comporre l’infranto”, dedicata a Giuseppe Banchieri  (Milano, 1927 – Ronchi di Massa, 1994), che resterà visibile fino al 9 agosto. 

La mostra nasce con lo scopo di onorare la grande amicizia che legava Geppi Banchieri e Mauro Lotti (Firenze 1926 – Viareggio 2023) nel tentativo di ricostruire una parte di storia dell’artista a partire dagli anni Cinquanta e in particolare l’indissolubile legame con Viareggio, scelto da entrambi a più riprese come luogo di vita. Il progetto espositivo si fonda sulle opere della collezione lasciata da Mauro a sua figlia Simona Lotti e da opere e oggetti di atelier del figlio di Geppi, Umberto Banchieri

A introduzione e accompagnamento dell’esposizione, un libretto con scritti e immagini raccolto dai due figli Simona e Umberto, un testo critico di Riccardo Mazzoni e le testimonianze di Sandro Luporini e Francesco Labarile.

Sono in mostra alcune tele di grandi dimensioni, insieme a tavole e tele più piccole, litografie e calcografie, tavoli e oggetti di studio. L’intento è quello di un gesto intimo che riveli il profondo senso della condizione umana che legava i due amici e che, nei quadri di Geppi, nelle nature morte, nei paesaggi al di là delle finestre, negli squarci di corti con panni appesi al vento, svela i termini di un racconto poetico.

Simona Lotti si cimenta insieme a Umberto Banchieri nella curatela di questo omaggio rivolto all’amicizia dei due padri, alla loro eredità artistica da un lato di pittore, dall’altro di appassionato e amico degli artisti. Non una mostra che indaga sui diversi periodi del lavoro di Banchieri, ma il racconto della collezione di un amico che ha scelto opere ben precise. Mauro e Geppi si conoscono a Firenze dove frequentano lo stesso liceo, poi iniziano a studiare ingegneria per poi lasciare entrambi la facoltà, Geppi per l’Accademia di Arti, prima a Firenze e poi l’Accademia di Brera a Milano, mentre Mauro studia poi economia, pur mantenendo un legame stretto con le arti visive, per l’amicizia con gli artisti e per il legame con la moglie Milvia, conosciuta a Milano al bar Jamaica, nei pressi di Brera, grazie anche a Geppi e alla cerchia di artisti che frequentavano quel posto. Le città che legano Geppi e Mauro sono quindi Viareggio, Firenze e Milano; pur essendo nato a Milano Geppi si era trasferito giovanissimo con la famiglia a Firenze, e insieme agli artisti Sandro Luporini, Giuseppe Giannini e Giuseppe Martinelli venivano chiamati i “viareggini milanesi”.

Simona Lotti e Umberto Banchieri, nel ripercorrere questo legame hanno pensato anche alla musica che i padri ascoltavano in quel periodo e che ha influenzato probabilmente anche la loro stessa infanzia, da Gustav Mahler a David Bowie. Ma c’è un’opera di musica classica contemporanea che viene in mente ad entrambi, il Prometeo di Luigi Nono, di cui Simona ha ritrovato il libretto tra gli oggetti di Mauro e proprio da lì viene il sottotitolo di questa mostra “comporre l’infranto”.

“Steccati di canne di bambù sulla spiaggia che consumati dalla salsedine, dalle intemperie, dal tempo che trascorre, si sgretolano e, da ostacoli o barriere diventano quasi trasparenti, un passaggio per l’anima; un’anima che va al di là e ricompone tutto ciò che è infranto. È una ricostituzione all’interno di sé di ogni elemento/frammento. I quadri di Geppi sono quadri aperti che quando si guardano cambiano sempre composizione e dunque direzione per attraversare finestre porte reti maglie steccati”, descrivono così queste opere i due figli.

Nel suo testo Riccardo Mazzoni si sofferma sugli esordi di Banchieri, da far risalire proprio agli anni viareggini: “In occasione di questa esposizione a carattere affettivo dedicata a Giuseppe Banchieri ho ritenuto in primo luogo interessante risalire al periodo germinativo della sua arte, a mia conoscenza fino ad oggi mai approfondito nelle sintesi critiche-biografiche sull’autore, le cui vicende si dipanano peraltro proprio a Viareggio nei primi anni Cinquanta del XX Secolo. Nel Maggio del 1953, sotto l’impulso dei poeti Krimer (Cristoforo Mercati) ed Elpidio Jenco, viene fondato il Centro Versiliese delle Arti, senz’altro storicamente il più significativo tentativo di aggregazione culturale compiuto sul territorio, attivo per molti anni, coinvolgendo un numero considerevole di artisti, oltre a letterati ed esponenti del mondo dello spettacolo, con la relativa rinascita della Galleria d’Arte Bottega dei Vageri, il cui nome costituisce un omaggio all’opera di Lorenzo Viani, aperta e tenacemente condotta da Krimer dal Febbraio all’Ottobre del 1942, come vera scommessa d’arte in piena guerra mondiale. L’evento inaugurale del Centro fu rappresentato dall’organizzazione della Mostra collettiva degli artisti viareggini e versiliesi che si tenne presso lo Stabilimento balneare Principe di Piemonte ex Casinò Municipale dal 14 al 30 Giugno 1953. (…) Tra le opere che Banchieri espose alla collettiva del 1953, meritò la riproduzione sul quotidiano «La Nazione» nell’apposita rubrica redatta da Luciano Marcucci L’angolino della “Bottega dei Vageri”, il dipinto intitolato Spiaggia che Simona Lotti ha scoperto, con sorpresa e gioia, essere entrato a far parte della propria collezione familiare.

Giuseppe Banchieri – Nota biografica

Nato a Milano nel 1927, Giuseppe Banchieri trascorre l’infanzia e la giovinezza a Firenze dove compie studi classici e si iscrive prima a Ingegneria e poi all’Accademia di Belle Arti per proseguire infine la formazione artistica a Milano, ai corsi di Aldo Carpi in Accademia di Brera. Lì incontra Romagnoni, Guerreschi, Vaglieri e Ceretti con i quali, unitamente a Ferroni e Luporini, stringe un sodalizio fatto di incontri, scambi e discussioni condividendo una posizione artistica oltre che esistenziale: fu Marco Valsecchi, in una recensione de Il Giorno, a parlare per la prima volta di «realismo esistenziale» per una visione che porta al centro della raffigurazione il soggetto come elemento di indagine dell’esistenza, elevandolo a momento di riflessione sul dramma umano: il fondamento della poetica del gruppo fu la ricerca di un’alternativa all’informale e all’esistenzialismo che era nato dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale.

Sin da ragazzo trascorre molto tempo a Viareggio dove la famiglia si trasferisce, partecipando a iniziative e mostre e frequentando gli amici versiliesi. Gli viene assegnata una borsa di studio per Segovia dove espone alla mostra del Premio internazionale di pittura del 1955. Del 1956 è la prima personale alla Galleria Pater di Milano, con presentazione di De Micheli. Nel 1957 vince il Premio San Fedele. Tra le numerose partecipazioni pubbliche sono da ricordare le presenze alle Biennali di Venezia del 1958 e 1962 (Premio Ginori), alle Quadriennali romane del 1959, 1965, 1972, alla Biennale di Parigi del 1959 e alla III Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto.

Nel 1960 è premiato al Festival dei giovani a Mosca. Inizia qui un percorso espositivo con innumerevoli personali in Gallerie quali Bergamini a Milano, Montrasio a Monza, Schreiber a Brescia, Santacroce a Firenze e dal 1985 Galleria 32 a Milano e partecipazioni a rassegne su Realismo Esistenziale, Nuova Figurazione, Pittura figurativa. I contributi critici sono tantissimi; in questa occasione vogliamo solo ricordare la recensione di Angelici alle mostre di giovani pittori versiliesi nel 1953, gli articoli di Valsecchi e i numerosi testi di De Micheli a partire dal 1954.

Info mostra

Inaugurazione sabato 19 luglio ore 19 con interventi di Valentina Ferrari, Francesco Labarile e Riccardo Mazzoni.

Dal 20 luglio al 9 agosto, orario 18-23 alla Galleria Engel in piazza Campioni 1 a Viareggio.

Informazioni e contatti Simona Lotti: simona.lotti@web.de

Eventi:

  • sabato 2 agosto conferenza a cura di Riccardo Mazzoni “Geppi Banchieri e gli esordi viareggini“;
  • finissage sabato 9 agosto con letture di Alessandra Greco.

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