Il Consorzio ha ‘raddrizzato’ – per semplificare – quasi quattrocento metri del fiume Versilia: un intervento che non ha richiesto una grande spesa ma che ha però una grande rilevanza sotto il profilo della gestione del rischio idraulico.
Ci troviamo nel territorio di Seravezza. Qui il Fiume Versilia, poco a monte della Strada Provinciale 68, compie due curve successive. E’ noto che quando l’acqua scorre in queste condizioni si verificano due diversi fenomeni collegati ma contrapposti. Da una parte, infatti, le anse favoriscono il deposito di sedimenti nelle parti interne delle curve, portando alla formazione di isole fluviali; dall’altra parte, nelle aree esterne si osservano fenomeni di erosione dovuti alla maggiore velocità della corrente. Una dinamica confermata per il corso d’acqua in questione sia dal rilievo dell’alveo sia dalle immagini che evidenziano chiaramente questi processi di sedimentazione ed erosione.
Gli uffici tecnici del Consorzio hanno quindi elaborato un intervento di manutenzione, del costo complessivo di circa 15mila euro, per rimettere in asse il corso d’acqua: è stato deciso di procedere con un intervento di ricentramento del fiume, riportandolo a condizioni di deflusso normali, che ha previsto la movimentazione di sedimenti accumulatisi in destra idraulica, andando a smuovere un volume complessivo stimato di 1.050 metri cubi.
I sedimenti prelevati mediante appositi mezzi meccanici sono stati trasportati in sinistra idraulica, dove si è verificata un’erosione della banchina a causa dell’azione delle acque, così da recuperare il ‘terreno perso’. Lo scopo principale era appunto ripristinare la stabilità della banchina erosa e posizionare i sedimenti in difesa della stessa, creando una protezione naturale e sostenibile contro ulteriori fenomeni erosivi. L’intervento è stato inoltre eseguito minimizzando l’impatto sulle condizioni ecologiche dell’area fluviale interessata in quanto non si è fatto ricorso all’apporto di materiale esterno ma riutilizzando quello in loco