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domenica, Agosto 24, 2025

Stragi nazifasciste: commemorazione delle 13 vittime di Guadine. E a Forno il monumento ai caduti ha preso vita

Quell’estate del 1944 era di un caldo insopportabile. E l’acqua del torrente Renara  donava frescura. Bambini e bambine  giocavano  nelle pozze,  una coppia di giovani innamorati  al pozzo Scuro si scambiavano innocenti effusioni,  le donne animavano  tranquillamente  quel pugno di case in pietra aggrappate alla roccia di fondovalle, sul fiume. Nello sfondo, la guerra, la fame, la miseria, la speranza e la preghiera.   

Era il 24 agosto. La prima a sentire l’eco degli spari fu Diana, 9 anni. Giocava nel fiume quando udì il sibilo di spari lontani. “Di corsa andai in casa ma nessuno mi credeva. Poi, gli spari si fecero sempre più vicini”.  Pietro Bertonelli aveva 8 anni e faceva la vedetta: “Vidi in lontananza alcune camionette che salivano verso Guadine e avvisai tutti, urlando: ci sono i tedeschi!”.  Fu panico generale. Rosetta si era allontanata di mattina con alcune parenti, salvandosi.  “Sapevamo di cosa fossero capaci quei soldati con i Maimorti. Il 13 giugno avevano commesso una strage di 68 giovani a Forno,  deportandone altri 51  nei campi nazisti”.

E poi, l’olocausto del fuoco, ovunque.  Paesi incendiati, persone arse vive: il terrore che avevano le donne era quello di essere bruciate vive. I primi a morire alle Guadine  furono i due fidanzati al pozzo Scuro. Bianca Bertuccelli,  Maria Bonotti, Ercole Dini, Santina Dini, Ines Carozzi, Michele Del Freo, Germana Giuseppina Faggioni,  Elisa Lorenzi, Nerito Menchini, Palma Fidalma Menchini, Pietro Novani, Domenico Pucci e Antonio Pucci sono le vittime di quella strage di civili.  

Era il 24 agosto 1944 quando la furia nazifascista, contemporaneamente alla strage di Vinca (174 vittime),  si scagliò sulla frazione  del versante massese. L’azione fu  guidata dal sanguinario maggiore Walter Reder  per impedire vie di fuga degli abitanti di Vinca e ubbidì a quella che era stata messa in atto, ovvero alla strategia del terrore preventivo.  Nessuna pietà: alcuni sopravvissuti lo raccontano nelle  memorie raccolte nel tempo da Angela Maria Fruzzetti, dell’associazione Eventi sul Frigido.

Con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Massa, Provincia di Massa Carrara,  domenica  24 agosto  alle 21 appuntamento alle Guadine  per la commemorazione dell’81esimo anniversario della strage nazifascista. “Sul filo della memoria – Guadine 24 agosto 1944” è promosso dall’associazione Eventi sul Frigido con  Anpi di Massa e Aics Musica e Spettacolo, oltre che le associazioni Anvcg, Anfcdg, Fivl, Accademia apuana della pace, Insieme, Occhioni& Magrini. Il manifesto ufficiale dell’evento è stato realizzato da  Sofia Spedicato, Aurora Marrone e Giulia Bertelloni  del Liceo artistico Palma, con il prof. Alessandro Maggiani.  Saranno esposti anche i disegni realizzati da altri studenti del liceo, classe 2A: Noemi Torre, Siria Bondielli, Marta Marchini,  Bottero, Ali, Bonini, Montanino, Greta Serra, Alexia De Angeli, Federico, Riccardo Baldini, Lorenzo Corradi Iacopo Sartori Samuele Scibelli, Simon Remorini.       

Gli attori del Teatro civile Aics Musica & Spettacolo porteranno in scena testimonianze  tratte dall’ultimo libro di Angela Maria Fruzzetti “Vittime civili danni collaterali” (Tara editoria). Dunque, un incontro culturale che vede fondere  storia, arte, poesia, musica, teatro con  Alessandra Berti, Anna Baldini, Gino Buratti, Antonella Ianuale, Giovanna Menchetti, Edoardo Allegrini. Saranno declamate da Sara Chiara Strenta alcune poesie con intermezzi musicali del cantautore Marco Alberti.

Intanto ieri sera (venerdì 22 agosto) si è fatto carne e ossa il monumento ai caduti di Forno, eretto in memoria dell’eccidio nazifascista del 13 giugno 1944. Con il progetto “La Memoria nell’arte”, avviato  dall’associazione culturale Eventi sul Frigido con la collaborazione dell’Anpi di Massa, patrocinio Comune di Massa, Provincia di Massa-Carrara e Regione Toscana, Angela Maria Fruzzetti, vice presidente dell’associazione Eventi sul Frigido, e il body painter Maurizio Fruzzetti, entrambi di Forno, hanno realizzato un loro sogno: ricostruire con i modelli  umani l’opera marmorea dello scultore Riccardo Rossi.

E’ stata una serata densa di emozioni  di fronte a quei corpi marmorei che si muovevano e riprendevano vita per portare nel pubblico un messaggio di pace.  Maurizio Fruzzetti ha trasformato in statue  i modelli Sara Chiara Strenta, la bambola Maria, Luciano Manfredi  e Dusan Baruffetti. Attorno alla scultura vivente,  testi di racconti  estrapolati dal libro “Vittime civili danni collaterali” di Angela Maria Fruzzetti. Il libro è stato presentato da Andrea Marchetti del circolo Arci XIII Giugno.  

Testimonianze  che hanno tenuto il pubblico col fiato sospeso, ricostruendo la drammatica giornata del 13 giugno 1944, quando donne e bambini aspettavano le campane  per festeggiare il patrono, Sant’Antonio, ma ci furono  colpi di mitraglia. Terrore, rastrellamenti, fucili puntati, fuoco,  tanta sete, fame: tutta la popolazione di Forno era sotto il tiro  dei nazifascisti.  A sera, grazie al maresciallo Ciro Siciliano, che immolò la sua vita per salvare donne e bambini,  la popolazione venne liberata, mentre in località Sant’Anna 58 giovani, tra cui li maresciallo, furono falciati dalle mitragliatrici naziste e della Decima Mas.  Le vittime in tutto furono 68. 

La scrittrice Fruzzetti  ha ricordato come la storia di ieri, purtroppo, oggi sia sovrapponibile  a quello che sta accadendo oggi sulla striscia di Gaza  e in Ucraina: donne e bambini che muoiono di fame e di stenti, danni collaterali delle guerre.  Maurizio Fruzzetti ha ricordato l’universalità dell’arte,  linguaggio che tutti accomuna.  Insomma, tra storia, letteratura e pittura,  entrambi  i “fruzzetti” sono orgogliosi  e soddisfatti dell’ottima riuscita del progetto.  Toccante il testo finale con la lettura della testimonianza di Guerrina, il suo coraggio e la forza di donare la vita.

Coordinati da Stefano Bessi Carloni, operatore culturale,  Egizia Malatesta, Massimo Norti,  Matteo Nerbi, Jennifer Bonini con i giovanissimi Leonardo Nerbi, Martina Bertuccelli e Lorenzo Berti sono state le voci narranti, mentre per la musica,  chitarra e voce di Marco Alberti, violino Letizia Bonsignore. Un ringraziamento al Comune di Massa, all’associazione Occhioni & Magrini per il supporto,   all’associazione Insieme e al circolo Arci XIII Giugno, inoltre a Fivl, Anpi,  Anvcg, Anfcdg per il patrocinio.  

L’evento, che si è svolto a Forno in piazza San Vittorio,  è stato registrato in quanto, una parte di esso, sarà inserito in un progetto sulla memoria destinato alle scuole del territorio.

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