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venerdì, Novembre 22, 2024

Abbattere muri e costruire ponti. Giorgio La Pira, un esempio valido anche oggi per fermare la guerra

Forte della sua profonda ispirazione cristiana, Giorgio La Pira, il ‘sindaco santo’, si fece forte pur con umiltà francescana, forte delle sue convinzioni e protagonista effettivo di Pace, ambasciatore di fratellanza e costruttore di ponti fra i popoli (bisogna abbattere muri e costruire ponti, ripeteva sempre…).

Oggi siamo tutti (soprattutto il popolo ucraino massacrato da bombe, missili e droni russi) vittime di un gerarca furioso che vuole solo appagare i suoi sogni di grandezza. Il desiderio profondo di Pace, di fraternità e di libertà tuttavia è più forte per il popolo, anche oppresso da un tiranno, e nel 2023 scoppierà la pace in Europa…

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Non è possibile che la popolazione, pur in un regime poliziesco ed autoritario, subisca passivo la furia di un dittatore affetto da spirito imperialista di dominio. Certo occorre anche affermare che al di là della giusta difesa degli aggrediti (gli ucraini naturalmente), anche gli altri potenti della Terra debbono capire ed agire che la forza della richiesta di Pace e di fine delle violenze deve essere ascoltata senza calcoli di possibili vantaggi economici e politici da una guerra che subiscono altri.

In questo quadro tutti coloro che pur si rifanno a religioni diverse (ebraismo, islamismo e cristianesimo) si debbono ritrovare non solo nella preghiera al proprio Dio, ma anche al tavolo di una pace concordata da realizzare prima possibile facendo cessare il massacro di militari e civili che non hanno nessuna colpa, e questo da tutte le parti in conflitto…

Questa unione di intenti deve poter essere realizzata con urgenza per porre fine ad un conflitto che genera lutti e povertà nei popoli coinvolti. La guerra militare e commerciale non è certamente necessaria in un mondo civile. L’auspicio che la fede insieme alla ‘real politik’ illumini le menti e accenda la volontà positiva nei governi avversi e soprattutto dei potenti che possono incidere nelle scelte delle nazioni contrapposte. 

“Il desiderio di pace viene dal basso” diceva Giorgio La Pira: speriamo che l’anno 2023 appena iniziato ci porti dunque una pace necessaria che faccia riconciliare il mondo (e i popoli insieme ai governi) di fronte ad avversità reali che esistono e profonde (il clima, l’economia, la pandemia) generate se non indirettamente dalla volontà, ma dal percorso ‘naturale’ degli eventi che affliggono oggi l’umanità e la Terra nel suo complesso che non può certo essere distrutta da una escalation nucleare…

Gianfranco Antognoli

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