Riceviamo e pubblichiamo in anteprima l’editoriale del direttore Gianfranco Antognoli che sarà pubblicato sul prossimo numero del mensile “Leasing Time Magazine”.
Le condizioni richieste, oggettivamente, per un buon governo dell’economia reale e non solo, oltre che per un più “sano” e positivo rapporto partecipativo della democrazia elettiva, sono sostanzialmente fissate in tre prerequisiti fondamentali: cultura, competenza e stile di guida. Questi elementi, oltre l’onestà intellettuale, il buon senso e la preparazione, sono i requisiti che danno credibilità e quindi forza a coloro che nelle istituzioni pubbliche svolgono un ruolo di rappresentanza e di guida dei processi regolatori, strutturali e non solo.
Non c’è dubbio che uno dei costi maggiori e dei freni per l’economia siano rappresentati dal “peso” della burocrazia e soprattutto dal cattivo funzionamento dei meccanismi decisori della Pubblica Amministrazione. Parlare delle caratteristiche oggettive migliori e necessarie per i nostri “governanti” a tutti i livelli non è cosa facile: l’indipendenza di giudizio ed i meccanismi che regolano la rappresentanza e soprattutto le dinamiche della politica sono difficili e complesse.
Rimane però il fatto che la “catena del valore” delle persone può essere resa oggettiva e la forza delle idee e le capacità reali degli individui debbono poter prevalere nella selezione per l’amministrazione della cosa pubblica, come per altri campi di attività. Da questo punto di vista, puntare sulle energie migliori in campo politico, oltre che economico e sociale, non può essere solo un pregevole auspicio ma corrisponde ad un impegno serio per tutte le persone veramente responsabili. Favorire un processo di maggiore partecipazione democratica è un dovere civile, come ci ha ricordato con parole ferme il Presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno agli italiani.
Mentre auspichiamo e “lavoriamo” – per quanto possibile – per una nuova stagione di maggiore “responsabilità” nella guida delle Istituzioni, dobbiamo ricordare quali obblighi morali e materiali debbono “stare in capo” agli imprenditori. L’imprenditore deve sicuramente possedere una buona cultura di prodotto e di processo per stabilire una competenza atta a coniugare al meglio i fattori produttivi a disposizione per l’impresa. Il responsabile dell’azienda deve inoltre mantenere sempre un doveroso rispetto per le regole e le istituzioni regolatorie: il far west aumenta sicuramente confusione ed evasione e non consente una crescita che, per essere duratura, deve essere ordinata e compliance con le norme di legge e di mercato.
L’imprenditore in quanto tale deve avere il coraggio necessario per operare le scelte aziendali. Lo “stile di guida” deve avere una visione necessariamente prospettica e previsionale per cui deve essere orientato sempre alla “volontà del fare” rispetto al “pessimismo dell’intelligenza” che può portare ad un immobilismo che non produce crescita, ma rischia addirittura di far avvitare la produzione e quindi le mettere in discussione la stessa sopravvivenza aziendale…
In un quadro così delineato – aumento complessivo del livello di responsabilità nel pubblico e nel privato – sarà sicuramente più possibile e agevole non solo una “economia più giusta” ma uno sviluppo economico caratterizzato da una maggiore creazione di valore e di posti di lavoro.
Gianfranco Antognoli