Le proposte di investimenti necessari di Mario Draghi: 500 miliardi all’anno con meno ideologia e più sostenibilità. Investimenti produttivi pubblici e privati, ma anche ricerca, scienza, ricerca e cultura: una strategia che renda accettabile la sostenibilità. Il capitale privato si deve mobilitare insieme a quello pubblico. Occorre realizzare un fondo capiente in cui anche la BEI, Banca Europea degli investimenti, avrà un ruolo strategico a livello di Unione Europea. Occorre realizzare una unione dei mercati di capitali anche per risvegliare positivamente e attivare il risparmio priva.
Gli investimenti servono per la competitività dell’Europa con scelte coraggiose e coerenti dell’Unione. L’U.E. rischia infatti di rimanere schiacciata fra Stati uniti e Cina se non saprà realizzare una propria competitività nella transizione verde e digitale e per questo sforzo enorme i soldi pubblici non sono sufficienti.
Il tempo per gli investimenti necessari è anche oggettivamente breve considerate le dinamiche geopolitiche in atto in questo momento storico. La crescita del PIL e del PIL pro capite è una esigenza fondamentare per l’ex Presidente della BCE che chiede investimenti importanti (500 miliardi all’anno almeno per tre anni a cui vanno aggiunti i fondi per la difesa comune), coraggiosi ed in tempi necessariamente brevi. Insieme a rilanciare la competitività del sistema economico europeo occorre una forte azione a difesa per mantenere i nostri modelli sociali e la coesione sociale nei vari stati della Comunità.
Il divario della UE – ha sostenuto Draghi – si sa infatti allargando rispetto agli USA fin dopo il 2010 finita la crisi finanziaria globale. Esiste per l’Europa un gap di investimenti stimabile in non meno di 500 miliardi annui con la partecipazione delle imprese private per una equilibrata transizione, per costruire nuove e importanti ragioni di competitività internazionale utilizzando la ricerca scientifica e intelligenza artificiale.
Da questo punto di vista fare ricorso agli eurobond per finanziare transizione e spese di difesa comune sarà più che una possibilità una necessità. L’Europa secondo Draghi non può rimanere ferma se non vuole perdere il suo ruolo economico e far declinare il suo prestigio politico internazionale che è fondato sulla propria capacità storica di tenere insieme in modo ‘virtuoso’ la democrazia politica, il mercato ed il welfare, cioè libertà, crescita economica e benessere diffuso.
Si tratta di una sfida che guardi alla Next Generation Eu, abbandonando la governance, superata dai fatti delle decisioni all’unanimità dei 27 paesi membri. Investimenti dunque necessari ma anche una visione prospettica che utilizzi la ricerca, la scienza, la cultura e una concretezza di impegni che renda spendibile e accettabile la sostenibilità con una partecipazione sulla quale le nuove generazioni dimostrano una disponibilità ed un impegno generosi e importanti per il futuro della Comunità.
E’ una occasione anche per rilanciare il rinascimento italiano per rendere economia e società più a misura d’uomo come è stato richiesto con forza e grande prestigio morale nelle esortazioni di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la strada per il rafforzamento della economia passa dunque attraverso l’impegno, la cultura la ricerca scientifica e la riaffermazione dei valori fondanti della nostra Costituzione repubblicana.
Meno ideologia verde, una maggiore e migliore politica industriale e sociale in un’ottica di sostenibilità, un rinascimento dell’industria per un’Italia e una Europa più competitive…: una strada chiara, quella indicata autorevolmente da Mario Draghi, su cui il dibattito ma soprattutto le scelte dovranno andare avanti e renderci più capaci verso un futuro che non può attendere.
Gianfranco Antognoli